martedì 30 ottobre 2018

Scrittore: intrattenitore o impegnato?

È una domanda che nelle ultime settimane ha girato parecchio il web: molti blogger (anche con un certo seguito) le hanno dedicato un post, o anche più. Tutti a chiedersi: un artista - e in particolare uno scrittore - deve essere solo un intrattenitore o può/deve impegnarsi anche in questioni politiche, morali, e schierarsi in maniera netta anche a costo di perdere qualche sostenitore?

Di solito non seguo questo genere di mode della blogosfera, ma l'argomento mi interessa: ho perciò deciso di dare anche il mio (assolutamente non richiesto) contributo. Cosa ne penso quindi? Uno scrittore deve intrattenere o impegnarsi? La mia risposta è, semplicemente: perché non entrambi! E questo riguarda, in particolare, dovrebbe soprattutto farlo attraverso le sue opere.

giovedì 25 ottobre 2018

Il racconto dell'ancella: quando il finale è insoddisfacente

Se mi segui da almeno un po', sono sicuro che non ti stupirà sapere che amo i romanzi distopici. Nel corso degli anni ne ho letti parecchi: è per questo che di recente mi sono ritrovato a leggere Il racconto dell'ancella, romanzo di Margaret Atwood uscito nel 1985 ma che oggi vive una seconda giovinezza grazie alla serie TV di successo che ne è stata tratta. 

Leggendolo, ho anche capito le ragioni di questo successo. In un periodo in cui le donne vedono i propri diritti negati, la teocrazia maschilista e radicale descritta al suo interno colpisce con forza. Come colpisce lo stile dell'autrice canadese, spigoloso e quasi stridente, ma che ben si sposa con l'atmosfera cupa e inquietante del romanzo. C'è però un particolare che mi ha lasciato molto insoddisfatto: sto parlando del finale

martedì 23 ottobre 2018

Lode ad Alberto Angela

È un fatto ben noto: gli italiani non sono persone acculturate. E non è un pregiudizio: se non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, visto che esistono molti nostri conterranei eruditi, la maggior parte non lo è. Basta andare sui social per capirlo: gli strafalcioni partono dalla grammatica, ma il peggio sono gli errori (anzi, gli orrori) di carattere scientifico, storico, culturale e di altri tipi ancora che puoi trovare ovunque. E in generale, non è un caso se la locuzione "italiano medio" è sinonimo di "sempliciotto".

Ma di chi è la responsabilità di questa situazione? Alcuni (anzi molti) intellettuali puntano il dito proprio contro il "popolino", che sarebbe incompatibile con qualsiasi tipo di istruzione. E visto che sia la cultura classica che quella scientifica sono materie complesse e troppo elevate a livello intellettuale, sarebbe impossibile semplificarle in una maniera comprensibile dall'uomo comune. Ma è davvero così? No, non lo è, e per dimostrare il contrario bastano due parole: Alberto Angela.

giovedì 18 ottobre 2018

L'egocentrismo dell'webnauta

L'idea per questo post parte da lontanissimo. Non ricordo di preciso quando, ma sarà a occhio dal 2014 o dal 2015 che ce l'ho tra le bozze di Hand of Doom. Oh, quello che c'era al suo interno non era niente di che: a parte il titolo (che è rimasto lo stesso perché mi piace) in quella bozza c'era giusto qualche appunto, che nel corso degli anni non ho mai sviluppato. Almeno fino ad adesso.

Ho deciso di farlo ora perché per quanto questo fenomeno esista da sempre su internet, negli ultimi tempi sta assumendo dimensioni paurose. Me ne accorgo quasi ogni giorno, sia quando entro in uno qualsiasi dei social in cui ho un profilo, sia frequentando la blogosfera. Di che sto parlando? Del fatto che molte, troppe persone in rete non desiderano altro che essere al centro dell'attenzione. E ogni loro mossa, ogni loro sforzo, è volto esclusivamente a raggiungere questo obiettivo.

martedì 16 ottobre 2018

Il punto della situazione

Ok, lo ammetto: per questa settimana nel mio calendario editoriale avevo un altro post in programma. Ma la scorsa settimana mi ha così tanto prosciugato di energie che sono arrivato a sabato scorso (che per me è ora, mentre scrivo - sì, i miei post del martedì li scrivo sempre il venerdì o il sabato precedente) senza forze.

E così, invece di forzarmi a concludere il post più complesso, ho deciso per questa settimana di puntare su uno più leggero, come può esserlo una "Pagina Now". Ho ripreso l'idea da Maria Teresa Steri di Anima di Carta, che a sua volta l'ha ripresa come una sorta di meme: come spiega nel suo post, serve per fare un il punto della situazione e per aggiornare i propri lettori sul momento che stai vivendo. Forse non ne ho nemmeno bisogno: di follower ne ho pochi, e introspettivo come sono so benissimo in che momento mi trovo. Ma l'idea mi è piaciuta lo stesso: e così, eccomi qua.

giovedì 11 ottobre 2018

Pubblicità stupide

Giusto per rimanere in tema "miti negativi che mi piacciono", affrontato nel post di due giorni fa, vorrei fare un'affermazione impopolare: nonostante molti intellettuali la odino, io non sono contrario alla televisione. Ok, non mi piace proprio tutta, anzi: non sopporto reality show e programmi di gossip (e sì, già con questo elimino un buon settanta percento della programmazione). Ma se ci sono programmi di cultura, telefilm o film, li guardo volentieri anche se in televisione.

Negli ultimi tempi, però, mi sto accorgendo sempre più spesso di un fenomeno fastidioso, che riguarda le pubblicità. Non solo sono brutte: a un certo punto, ho cominciato a trovarle addirittura irritanti nel profondo. E non è solo perché i canali spesso alzano il volume a livelli spaccatimpani quando passano, né per il fatto che sono in quantità eccessiva e spezzano troppo i programmi. No, è proprio la loro essenza a darmi fastidio.

martedì 9 ottobre 2018

10 miti negativi che mi piacciono

Due settimane fa, pubblicavo qui su Hand of Doom 10 miti che non mi piacciono: una raccolta di opere e personaggi considerati dei grandi nei propri campi, ma che non ho mai amato (idea ripresa da un post apparso sul Moz O'Clock di MikiMoz). Mi sono divertito molto a scrivere quel post, tanto che subito dopo averlo fatto mi sono chiesto: perché non realizzarne un altro analogo?

Non volevo però fare un'integrazione: se è vero che ci sono altri miti che non mi piacciono, sarebbe inappropriato farci un post a due settimane di distanza dall'altro (e del resto se avessi voluto li avrei inclusi nell'altro articolo). Piuttosto, la mia idea è stata di ribaltare il concetto: e invece parlare di quelle opere che nessuno apprezza e io sì? E così, è nata questa nuova lista.

giovedì 4 ottobre 2018

Scrivere contro la tua ignoranza

Tra duecento e quattrocento miliardi. È questo il numero di stelle stimato soltanto nella Via Lattea - una galassia di medie dimensioni, nonché una delle cento miliardi che si stima facciano parte dell'universo osservabile. E contando che buona parte delle stelle al loro interno potrebbe avere uno o più pianeti adatti alla vita, quanti ce ne sono in totale? Se vuoi puoi fare i conti, ma non servono per affermare con certezza che sono una quantità stratosferica.

Probabilmente non tutti ospitano una civiltà sviluppata come la nostra: anzi saranno una piccola frazione del totale (o almeno, così si spera: sai che palle, se l'universo fosse deserto!). Ma applicando questa frazione a quella quantità di pianeti, possiamo affermare che potrebbero esistere diversi miliardi di civiltà come la nostra in giro per l'universo. Civiltà che però noi non abbiamo modo di scoprire, con le nostre attuali tecnologie - e forse non lo saremo mai. Non trovi che sia ingiusto?

martedì 2 ottobre 2018

A chi dare la colpa

Se leggi questo blog, forse non hai una grande conoscenza del mondo metal. Non te ne faccio una colpa: anche io ultimamente cerco di frequentarlo il meno possibile, almeno se parliamo di contatti con altri fan del genere. Il perché è presto detto: negli ultimi anni in questo ambiente è aumentata ancor di più la tendenza alla lamentela compulsiva, sempre sugli stessi argomenti.

Per esempio, molti sostengono che ormai nel metal non ci sono più i grandi gruppi di una volta. Nonostante i mezzi migliori, nessuna band odierna sarebbe paragonabile a quelle vecchie per talento, come se la magia fosse sparita. Ma è vero? Per quanto mi riguarda è una stupidaggine: di grandi band ne esistono ancora tante, anche giovani. Non è il talento a essere venuto meno, ma solo la volontà di supportarlo. E di chi è la colpa di questa situazione?