lunedì 28 maggio 2012

Ventiquattro

Sto per andare a nanna, ma visto che la mezzanotte è passata da due ore e mezza, tecnicamente oggi è il ventotto maggio, e questo vuol dire che sono di un anno più vicino alla mia morte. No, scherzo, anche perché ultimamente sono sempre più spesso di buon umore, la mia vita sta andando piuttosto bene e spero che presto andrà pure meglio. Ma non divaghiamo oltre, con questo post non voglio dire nulla se non il solito "tanti auguri a me!", sperando che sia l'ultimo anno senza il regalo che voglio ormai da così tanto tempo e che non ho mai avuto (ma ancora una volta: basta divagare!).

venerdì 25 maggio 2012

Ode odiosa

E dopo gli sfoghi, una nuova poesia rabbiosa, ne avevo scritto anche un'altra, molto più dolce ma visto il periodo ho preferito questa. Non che io sia sempre rabbioso, anzi sto bene, ma certe cose che leggo e che vedo mi fanno adirare. Ecco perché, a quella, ho preferito questa, che se anche non c'entra un tubo con i fatti di cronaca e con le mie riflessioni precedenti, esprime comunque rabbia, uno dei sentimento che provo. Spero che sia di gradimento ai miei zero lettori!

Ode odiosa

Ultimamente son allegro,
Spesso, poiché sovrappensiero
Son, senza ansie né crismi
E riesco a godermi appieno
Ogni giorno di questa vita
Non così dura, in fin dei conti

Ma ci son delle volte in cui
Alcuni mi ritornan in mente:
Persone che mi hanno deluso
Che mi hanno tradito,
Che mi hanno fatto del male
Che han usato malignità su me

E arriva un momento di rabbia
Solo un attimo, però:
Subito dopo subentra l’ilarità!
Poiché tali persone subdole
Senza alcun valore in cui credere
Vivon un total vuoto intellettuale.

Una vita senza senso alcuno
E’ la loro, poiché essi
Nel sonno eterno della ragione
Camminano, ed in esso sussiste
Tanto buio che alcuna luce,
Umana o divina, può illuminare.

Ed anche se dovrei compatirli
Mi fanno solo ridere, loro,
Che si credevano così realizzati
Nel prendermi in giro,
E che invece sono zeri assoluti,
Gente idiota che nulla più può far

Mentre io, per quanto ancor
Non sia affermato nella vita,
Penso che tra poco potrei;
Ma anche se sì non fosse
Sarò pur sempre superiore
Per intelligenza, a tal feccia!

domenica 20 maggio 2012

La cinque fasi mentali di oggi

  • Terrore. Ieri sera sono tornato a casa dalla solita uscita con gli amici del sabato sera verso le tre e mezza di notte. La pillola che mi serve per dormire fa effetto dopo circa una mezz'ora, perciò ho dovuto aspettare prima di coricarmi, leggendo un altro po' del libro di questi giorni (Delitto e Castigo di Dostoevskij). Passata la mezz'ora, sarei potuto andare a dormire, ma ho visto che la TV era in standby e non spenta. Mi è venuta un'idea: non sono un tifoso sfegatato, ma spesso mi interesso del calcio, ed essendo stato fuori tutta la sera non sapevo come era finita la finale di Champions League. Così un momento l'ho accesa, per guardare sul televideo. Constatata la vittoria del Chelsea, ho spento di nuovo la tv, ma proprio in quel momento ha iniziato tutto a tremare, per una trentina e più di secondi. Non sono riuscito a muovermi nemmeno, la paura mi ha paralizzato e sono rimasto seduto sul divano immobile. La scossa è stata molto lieve, ma io ho la fobia dei terremoti da quando ho subito quello intensissimo del 1997, che mi ha traumatizzato (avevo nove anni, allora, ed è stato spaventosissimo, così vicini all'epicentro). Dopo un po' di terrore pure, però, mi sono calmato, e sono andato a letto quasi tranquillo.
  • Tristezza. Stamattina mi sono svegliato e ho appreso come l'evento sismico non fosse di qui vicino e e di bassa intensità, ma addirittura provenisse dall'alta Emilia: se qui si è sentito come una scossetta, così lontano, deve essere stato un terremoto potentissimo! Poi ho appreso che c'erano morti e danni. Che tristezza, povera gente! Come ogni volta che succede qualcosa di grande e di brutto, mi sono dispiaciuto e mi sono sentito toccato.
  • Esistenzialismo. Con il passare delle ore, le mie riflessioni si sono fatte più profonde. In ventiquattro ore c'è stato il feroce attentato di Brindisi (di cui ho parlato nel precedente post di ieri) e poi questo terremoto, una tragedia dietro l'altra. Come sapete sono ateo, ma anche una persona tollerante verso le altre religioni (quando non sforano nel fanatismo o nel controllo delle menti); stavolta invece mi son chiesto: come può qualcuno credere ancora nella bontà di un qualunque dio? Questa divinità deve essere proprio sadica, se fa capitare due atrocità simili, per giunta nel giro di nemmeno un giorno. Come può qualcuno pregare ancora questo dio, e non capire che non esiste, che siamo un puntino infinitesimo nell'universo e che a nessuno, a parte noi, importa di questo pianeta?
  • Sollievo. Man mano che mi aggiornavo sulle notizie, la tristezza rimaneva, ma si mescolava con un certo sollievo. Solo sette morti e cinquanta feriti, un bilancio piccolo, poteva essere molto peggio, potevano essercene trecento come a L'Aquila o anche più. Non che questi morti e feriti non siano importanti, ogni vita spezzata è comunque una perdita immane, ma meglio così pochi che tanti di più: è da questo che viene il sollievo. Poi comunque bisogna farsene una ragione: la Terra è inanimata, non è intenzionalmente malvagia come l'attentatore di Brindisi, quindi non si può dar la colpa a nessuno se essa ogni tanto trema, alla fine, è la natura.
  • Rabbia. Ho letto della battuta del segretario leghista, di pessimo gusto, ma sapete cosa? Mi ci son fatto una risata. Non tanto per la battuta in se, che è orrenda e disgustosa, quanto perché la stupidità enorme di questa persona è involontariamente divertente. Però poi ho letto un'altra cosa: a quanto pare, un paio di settimane fa il governo di Mario Monti, senza che peraltro nessun media l'abbia riportato, ha abolito per decrete i risarcimenti alle vittime di calamità naturali, il che in poche parole vuol dire "se hai perso la casa nel terremoto, affari tuoi, chi se ne importa". Mi sono veramente infuriato: le tasse che hanno super-aumentato a che servono allora? Lo stato non dovrebbe essere l'unione di cittadini in cui si aiutano i più deboli? No, secondo questi governanti le persone sono immondizia, servono solo per pagare le tasse e non hanno diritti, in nome del pareggio di bilancio non tagliano gli sprechi e i costi esorbitanti della politica ma se la prendono coi poveracci. E poi con che autorità lo fanno? Nessuno li ha votati, solo il mondo politico li ha voluti, chi rappresentano? Nessuno. Era difficilissimo far di peggio del governo Berlusconi, un'impresa quasi impossibile: eppure questo Monti ci è riuscito, poiché almeno il primo le nefandezze che compieva erano per i soli interessi personali suoi, una cosa inaccettabile ma comprensibile (sempre per il concetto di "comprensione" che ho esposto ieri). Questo Monti invece non ha fatto altro che impoverire la maggior parte dei cittadini solo per compiacere l'economia mondiale: questo è assolutamente imperdonabile e, per me, non c'è alcun modo di capirlo. Tempo fa, mi sono schierato dalle pagine di questo stesso blog contro il governo precedente. Allo stesso modo, con questo post mi schiero contro quello attuale. Per concludere, se le altre sensazioni si sono affievolite col passare delle ore, questa rabbia contro il governo temo non mi abbandonerà presto.

sabato 19 maggio 2012

Semplicemente insensato

Da persona civile quale sono, come tantissimi altri, sono assolutamente contro l'omicidio, di qualsiasi tipo. Se in alcuni casi esso, per quanto sbagliato, è giustificabile (casi di legittima difesa in cui o uccidi o muori tu), nella maggior parte dei casi però non è così. Uccidere una persona odiata volontariamente è un atto crudele, da condannare assolutamente; ma almeno ha il motivo dell'odio dietro, per cui l'assassino si può in qualche modo capire (nel senso non di solidarizzare con lui, lungi da me, ma di comprendere i motivi per cui è successo), per quanto bisogni, come già detto, condannarla col massimo della pena. Altro caso: i black block che non uccidono certo nessuno, ma comunque vandalizzano i posti in cui passano e lasciano dietro di se la distruzione. Anch'essi secondo me si possono in qualche modo capire (sempre nel senso di prima), io stesso a volte mi sento rabbioso per la situazione pietosa in cui versa l'Italia (ma io a differenza loro, e con me tantissimi altri, non usiamo la forza per esprimere la rabbia), ma anche loro vanno condannati, magari non con l'ergastolo visto che non uccidono nessuno, ma comunque devono essere puniti. Ultima situazione: gli attentati della mafia ai giudici Falcone e Borsellino sono stati efferatissimi, quelli che li hanno compiuti devono rimanere in carcere duro a vita; ma anche quest'atto un senso ce l'ha, Cosa Nostra ha ucciso quelli che le stavano mettendo i bastoni tra le ruote.

Oggi invece ho letto dell'attentato alla scuola di Brindisi. Mentre i ragazzi entravano a scuola di prima mattina, un ordigno rudimentale che era posizionato dinnanzi all'edificio scolastico è esploso, facendo sei feriti e uccidendo una ragazza di nome Melissa, di pochi anni più giovane di me. Perché è morta? Quale motivo ci può mai essere per mettere una bomba davanti ad una scuola, rischiando di fare decine di morti? Questa azione, oltre ad essere altrettanto disumana quanto quella della mafia, se non di più, è proprio insensata e incomprensibile, e questo mi indigna e mi fa arrabbiare (e mi coinvolge molto emotivamente anche perché in fondo i feriti e la vittima sono giovani poco più di me). Chi l'ha fatto, non merita la prigione, non meriterebbe nemmeno di vivere; ma essendo contro la pena di morte, non la userei su di lui, lo stato non può abbassarsi al livello di questi vili assassini, ma deve solo far giustizia. Se fossi io a decidere, lo rinchiuderei in una stanza per sempre, una stanza senza finestre e senza porta, al buio totale, nella quale ogni tanto vengono introdotti solo e soltanto cibo e acqua, nient'altro. Niente carcere, niente carcere duro, solo solitudine eterna in isolamento totale potendo riflettere solo su quello che ha fatto, senza più alcun contatto umano. Potrebbe risultare una tortura, ma bestie (perché non si possono definire umani e nemmeno animali, sono solo belve feroci) di questo tipo non si meritano nulla di meglio. La mia solidarietà va alle famiglie delle vittime e in particolare a quella della ragazza rimasta uccisa; mentre chiunque sia stato, un uomo che ce l'aveva con un'alunna della scuola, un folle totale, i black block o altri terroristi di qualsivoglia schieramento, oppure la criminalità organizzata (ma non ha alcuna importanza), io spero solo che la paghi a caro prezzo, perché certe atrocità non si possono tollerare senza dire nulla. Concludendo, mi auspico solo che il responsabile possa essere trovato presto e messo in carcere a vita: solo così potrà farsi almeno un minimo di giustizia.

venerdì 11 maggio 2012

Mai piegato, mai inchinato, mai spezzato

In questi giorni di così intensa scrittura (penso che il prossimo racconto, per quanto difficile da scrivere, massimo tra due settimane è pronto, giuro), mi sono cimentato anche a scrivere qualche poesia. Qualcosa è cambiato in me da quanto ho ideato "Fiamme": le poesie non mi vengono più tristi, mi vengono anzi allegre, piene di una ilarità cattiva. Non ho idea del perché, ma secondo me queste poesie sono meritevoli come le altre, perciò le posto qui. Ne ho scritte già due e una terza è in cantiere, pian piano le posterò tutte, anche se aspetto un po' di tempo tra l'una e l'altra. Comunque, la poesia è dedicata ad una comunità di "persone" di cui facevo parte, che all'inizio era come tutte le comunità, ma che poi è degenerata, per colpa della stupidità di certi soggetti, ed io volendovi comunque restare, ma senza conformarmi a quel "branco di pecore", sono stato trattato male in ogni maniera possibile, mobbizzato, diffamato, persone che credevo amiche mi hanno abbandonato solo per diventare pecore anche loro, e così via. Allora ero un po' diverso da allora: certe cose mi facevano male, non come ora che cose così mi scivolerebbero persino addosso, e per questo ogni tanto torno a pensare a quanto disprezzo quella gente: ma la parola "disprezzo" non è scelta a caso, non è "odio", perché non odio questa gente, semplicemente provo un disprezzo disinteressato, di loro pochissimo mi importa, nemmeno serbo rancore (infatti questa poesia non è per rabbia o per vendetta, ma giusto per ridere sulle loro miserevoli intelligenze(e se qualcuno di loro lo leggesse: si, è intelligenze, non "intelligienze" come pensate XD)). Ultima cosa (poi davvero vi lascio alla poesia), l'ispirazione per questo componimento mi è venuto dai libri di George R.R. Martin delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, in cui "Mai piegati, mai inchinati, mai spezzati" è il motto di una delle case nobiliari ivi presenti; la poesia non c'entra niente con le sue opere, ma lo spunto per cominciarla lo devo a lui.

Mai piegato, mai inchinato, mai spezzato

Avete provato a farmi piegar la schiena,
A schiavizzare il mio cervello
Poi mi avete cacciato, solo perché
Son rimasto me, a voi non omologato

Avete poi provato a farmi inchinare
Davanti al vostro enorme “potere”
Ma l’orgoglio mio è fortissimo
E davanti a nessun cado in ginocchio

Allora avete provato a spezzarmi
Con prese in giro e crudeltà;
Ma se pur qualche ferita l’ho avuta
Son vivo, ed or più sano che mai.

Dovete saper, cari cultori dell’odio
Che siete sol spazzatura nel mondo
Ed essendo maturato, gente infima
Come voi mai più potrà farmi male:

Poiché la mia gran intelligenza
La vostra stoltezza la deride solo
Anche se a volte pur vi compatisce
Per le vostre miserabili vite.