martedì 29 novembre 2016

Lode a Fabio Volo

Sono sicuro che già leggendo il titolo avete storto il naso. Avrete pensato: Mattia è impazzito, adesso si mette a decantare le qualità di Fabio Volo. Non preoccupatevi: non ho intenzione di fare  niente del genere. In questo caso però, per una volta, ho sentito il bisogno di usare un titolo provocatorio per stimolare una riflessione su un argomento che da qualche giorno mi frulla per la mente.

Penso infatti che spesso si tenda a vedere autori come Volo (ma anche i vari Moccia, Meyer, Troisi e qualsiasi altro autore considerato "scarso" vi venga in mente) molto più negativi di quanto non siano in realtà. Lo avrete letto molte volte: la loro è cattiva letteratura ma vende milioni di copie, mentre scrittori molto più validi rimangono sconosciuti. È ovviamente colpa loro: abituando la gente a leggere spazzatura, la si rende incapace di apprezzare la vera letteratura. E magari è colpa loro anche quando uno di quei lettori diventa scrittore e pubblica qualche porcheria autoprodotta su Amazon. Ma sarà vero? Secondo me no: è solo una grande esagerazione.

venerdì 25 novembre 2016

Scrivere in giro

Nonostante io sia un tipo che di norma ama stare a casa, negli ultimi tempi, mi sta capitando con maggior frequenza di dover uscire. Succede per lavoro o anche per piacere: in tutti i casi, però, ciò comporta una bella riduzione del tempo libero per fare quello che voglio. Il che per me, in primis, significa una riduzione delle possibilità per scrivere.

Eppure, da qualche tempo sono riuscito a risolvere questo problema, almeno in parte. Spesso gli impegni che mi portano fuori casa non richiedono la mia completa attenzione - per esempio, così è in  fila dal medico o nei tempi morti delle partite a cui accompagno Monica. In quei casi, invece di leggere un libro come una volta (il che è costruttivo, e ogni tanto mi capita ancora) trovo il modo per riempire il tempo buttando giù il testo di cui ho bisogno al momento - che sia un post di un blog, un racconto, o semplicemente qualche spunto random che mi è venuto in mente.

martedì 22 novembre 2016

Se la nostalgia è insensata

Domani, 23 novembre, è un giorno molto atteso, per me come per tanti videogiocatori italiani. È infatti la data di uscita nel nostro paese del nuovo (doppio) capitolo della serie Pokémon, Pokémon Sole e Pokémon Luna. Da grande appassionato di questo mondo fin dall'adolescenza, mi sono affrettato a preordinare uno dei due mesi fa, ben prima dell'uscita delle prime entusiastiche recensioni che si possono leggere qua e là in questi giorni.

L'uscita di un videogioco come questo in teoria dovrebbe essere un fatto neutro. E invece anche stavolta si sono scatenate le polemiche: ne ho viste parecchie, in questi mesi. Lasciando da parte quelle ovvie dei detrattori dei Pokémon, della serie "alla vostra età state ancora a giocare con questi giochi da bambini" - trovo che dovrebbero guardare a loro stessi, invece di giudicare ciò che gli altri fanno da soli senza far del male a nessuno - ce ne sono state parecchie anche da parte degli appassionati. Il che mi ha dato un po' da pensare.

martedì 15 novembre 2016

La forza di un marketing vincente

Nell'ultima settimana nel mondo non si è fatto altro che parlare dell'elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. Sicuramente anche voi sarete incappati nella notizia più e più volte, specie sul web, dove si sono visti miliardi - letteralmente - di post, discussioni e articoli in merito. È normale, del resto: parliamo del destino una delle nazioni più importanti del mondo a livello economico e politico, oltre che una delle democrazie più antiche nella storia.

Probabilmente, molti dei contenuti che avete visto in merito erano di tono negativo. In particolare, avrete sicuramente visto che in tanti si chiedevano i motivi dell'elezione di Trump, che in fondo sembra così insensata. Molti di loro hanno trovato la risposta nella scarsa intelligenza dello statunitense medio, una sorta di Homer Simpson non altrettanto simpatico. Sarà vero? Non sono un analista politico, e non conosco bene l'America, ma ho provato comunque a dare la mia modesta  risposta.

martedì 8 novembre 2016

I miei blocchi da scrittore

Probabilmente, anche voi avrete sentito parlare del "blocco dello scrittore", vale a dire quella condizione per cui un autore cade in un'impasse, e non riesce più a proseguire nello scrivere - o peggio, non riesce nemmeno a iniziare, lasciando la fatidica pagina bianca. Si tratta di uno degli spauracchi più forti per qualsiasi scrittore, il che ha anche senso: sentirsi in fase di stallo è una delle peggiori esperienze da fare, vista l'ansia che ne può conseguire.

In questi anni, ho letto spesso tanti blogger letterari amici parlare di questo argomento. Confrontando le loro esperienze con la mia, ho trovato diverse similitudini, specie nel modo di vivere il blocco. Riflettendoci, però, ho visto che esistono anche alcune differenze: ci sono ostacoli che io non ho mai vissuto, e altri che nessuno ha mai descritto, ma che ho trovato sul mio cammino.

venerdì 4 novembre 2016

"Numero Zero" di Umberto Eco

Negli scorsi giorni, il nome di Umberto Eco è tornato alla ribalta con forza. Colpa della notizia diffusa domenica sul suo endorsement per il sì al referendum del quattro ottobre. Notizia ovviamente falsa (se non altro perché Eco è morto lo scorso 19 febbraio, ben prima che il referendum venisse deciso), diffusa allo scopo di mettere alla prova quella parte del popolo del web più credulona. Con risultati ovviamente tragicomici (come potete leggere per esempio qui).

Per una curiosa coincidenza, in quel periodo stavo proprio leggendo un libro di Eco. E non uno qualunque, ma proprio quello che ha come tema la comunicazione, in particolare di tipo giornalistico: sto parlando di Numero Zero. È il suo ultimo romanzo prima della scomparsa, pubblicato appena lo scorso anno, e all'uscita ha ricevuto molti giudizi negativi. Giudizi che non condivido: secondo me è un libro fantastico.

martedì 1 novembre 2016

La minaccia dell'antiscienza

Dopo l'evento sismico importante di mercoledì scorso, sembrava che il peggio fosse passato, qui nelle Marche. E invece, come sapete, domenica mattina è arrivata una scossa anche più forte (e poi questa mattina un'altra, abbastanza fortina). Per fortuna, a parte un grande spavento, dalle mie parti non ci sono stati che danni lievi a vecchi palazzi, ma già poco più a sud l'impatto è stato ben più considerevole.

Mentre la terra continua a tremare, sono tante le sensazioni che si accavallano. Provo sicuramente paura e nervosismo, per la situazione, ma anche verso il futuro: a questo punto, chi può dire che la scossa di domenica sia stata la più forte, che non ne arriverà una ancora più intensa in futuro? E poi, come già detto nello scorso post, c'è anche frustrazione per il fatto che qui abbiamo dovuto subire ogni singolo terremoto degli anni recenti. Negli ultimi giorni però si è unita anche una nuova sensazione: la rabbia.