domenica 31 luglio 2011

Pianto e morte

Sono tornato dall'ospedale per un permesso, stasera tornerò lì, quindi non aspettatevi nuovi post oltre a questo... ma avendo scritto parecchio in ospedale, volevo condividere con voi questa mia poesia triste, sperando che mi leggiate ancora.

Pianto e morte

Io or ne sono certo
Ma forse da sempre so
Che sempre da solo
Sono, ero e sarò

Mai avrò amore
Mai, son condannato
A viver per sempre
Senza ciò cui anelo
Più di ogni altra cosa

Così la mia vita
Niente più che lacrime sarà;
Solo pianto, e morte
Mi aspettano in eterno

mercoledì 27 luglio 2011

Un cuore desolato

Come promesso pochi minuti fa, ecco la mia ultima poesia triste. Niente altro da aggiungere, spero che ai miei pochi lettori piaccia e che capiscano il mio stato d'animo.

Un cuore desolato

Il mio cuore è un deserto
Di sabbia e sassi, desolato
Senza oasi, senza un sol albero
Una terra senza vita esso è.

Un fiore una volta vi nacque
Un fior bellissimo, unico
Che tutto il cuore si commuoveva
E più non sembrava un deserto,
Ma una foresta rigogliosa

Ma per colpa mia, sol mia,
Per mia fissazione orrenda
Il fiore si seccò e morì insieme
A quanto di più bello
La mia anima abbia mai partorito

E ora mi chiudo in me
Nel cuor di nuovo deserto
Una desolazione non magnifica
Ma di tremebonda solitudine

Pausa

Purtroppo, sono costretto a mettere in pausa Hand Of Doom, non so per quanto ma debbo, in quanto sono costretto a ricoverarmi in ospedale. Non voglio rendere pubblico nient'altro della mia malattia, voglio che si sappia solo che sarò, per qualche giorno, in ospedale. Non vi preoccupate, tornerò presto. Intanto, pubblico una poesia, tra un minuto, prima di andarmene.

lunedì 25 luglio 2011

Le volontà

Una poesiola triste che ho scritto di getto, ne sto scrivendo diverse in questi giorni e piano piano le pubblico... non è nulla di che, ma mi rappresenta bene il come mi sento, ed è molto sentita. A voi.

Le volontà

Io non voglio provare
Tutto questo scoramento
Non voglio sentire
Le ansie che mi martellano
E mi bruciano la testa

Non voglio più stare
In un mondo così orrendo
In cui tutti mi remano contro
E non voglio più sentire male
Dentro, nel cuore.

Voglio solo non sentire più
Voglio solo scomparire
Senza più soffrire così
E senza starci male:
Voglio solo svanire nel nulla

sabato 23 luglio 2011

Di nuovo solo...

Non voglio parlare dei miei affari privati, ma volevo solo condividere con i miei lettori (anche se non ne ho, penso non più) il dolore che provo per la rottura con Manu. E' stata una storia bellissima, e ora che è finita è orribile... ecco, solo queste poche parole volevo dire, per ritirarmi poi di nuovo nella mia somma tristezza privata.

martedì 19 luglio 2011

Olocausto #2

Dopo tanto tempo che non postavo, torno con un mio racconto. Sono stato un po' combattuto se pubblicare o no questo racconto, non sono sicuro sia all'altezza di altre mie produzioni. Comunque, alla fine ho deciso di farlo, quindi ecco qui il nuovo arrivato. E' una storiella morale che parla di alcune cose che ho vissuto in passato, cose che hanno toccato la mia sensibilità, e che mi hanno portato a questa amara riflessione sulla poca profondità del genere umano, a parte poche singole persone. Spero comunque che sia di gradimento per i miei lettori.

Olocausto #2

Cominciò tutto nel ventunesimo secolo. Visto dall’esterno, il mondo sembrava andare alla grande: dopo la crisi dei primi anni, l’economia decollò, e all’inizio degli anni venti sembrava che nulla, ormai, potesse intaccare il benessere dei paesi benestanti. Dall’altra parte, anche i paesi più poveri crescevano, e si arrivò, verso la conclusione del secolo, alla fine di ogni povertà, anche nel più povero di tutti i paesi esistenti nei cento anni precedenti.

In questo contesto economico, successe che ad un certo punto nacque nella vecchia Europa un movimento filosofico che presto si allargò a macchia d’olio in tutto il mondo. Era una corrente di pensiero eterogenea, che univa uomini e donne, persone giovani ed anziane, religiosi ed atei, in un unico modo comune di vivere la vita: una maniera magari non nuova ma affatto banale, che consisteva nella coltivazione dei sentimenti più puri, come amore, affetto, amicizia vera; ed inoltre in un modo di vedere le cose con intelligenza e sensibilità, al di là del modo “comune” di intendere le cose. “Sens”, così queste persone si chiamavano tra di loro e chiamavano il movimento, e volevano in questo modo autodefinirsi come le persone più sensibili. L’organizzazione, come era prevedibile, si rivelò sin dai suoi inizi come un’associazione molto idealista che tentava di cambiare la mentalità della gente, e più in generale il mondo, in modo da eliminare tutto ciò che, per le persone sensibili, era sofferenza; ed erano molte le cose contro le quali si battevano, poiché esse urtavano la loro particolare emotività e il loro modo di vivere le cose. Superficialità, scarsa intelligenza e poco tatto, questi erano i loro principali nemici: e ogni volta che un episodio grave legato a queste caratteristica accadeva, il gruppo interveniva, facendo sentire la propria contrarietà e dando una mano alle singole persone offese ed indifese.

Man mano che il movimento dei Sens si allargava, accogliendo sempre più persone riconosciute come sensibili, la sua visibilità, anche a livello internazionale, aumentava sempre di più. Ma con essa, diminuiva la presenza dei sensibili tra i non-sensibili, che comunque erano ancora in ampia maggioranza. Pian piano, dal nulla in queste persone, crebbe una sorta di repulsione verso il movimento dei Sens, che era visto come troppo esclusivista e snobistico. Il motivo vero era tuttavia un’invidia gigantesca che i non-sensibili provavano in quanto tali; ed essendo persone ovviamente molto egoiste (non avendo alcun tipo di tatto verso il prossimo), volevano quella capacità fantastica e meravigliosa di provare forti emozioni reali. Ci provavano in tutti i modi, spesso ricorrendo ad alcolici o alle droghe più pesanti: ma non riuscivano a provare nulla, che la loro profondità intellettiva e le loro capacità non erano sufficienti per trovare la vera felicità, che i Sens tanto decantavano. Col tempo, così, la distanza tra il mondo a parte dei sensibili e il resto della popolazione crebbe esponenzialmente. I primi certo non lo volevano, anzi, cercavano in tutti i modi di emanciparsi, visto che prima della creazione del movimento molti di loro erano spesso degli emarginati sociali. Ma la società tendeva sempre più ad ostracizzarli, ed essi erano sempre più visti come degli estranei quasi pericolosi. In questo clima si arrivò così al punto che al Governo Mondiale, quello che governava allora l’intero pianeta Terra, salì un partito di estrema destra che non aveva, orgogliosamente, membri Sens al suo interno, e che per racimolare voti aveva promosso idee come la separazione dei Sens dagli altri e l’inferiorità di questi ultimi dall’uomo comune, idee che attecchirono facilmente nella maggioranza insensibile del popolo. Il primo provvedimento fu di rendere pubblico l’elenco di chi apparteneva al movimento Sens ufficiale: e gli stessi Sens dovevano essere identificati come tali, tramite un braccialetto di metallo giallo con impressa la lettera S, che dovevano indossare sul braccio sinistro (sul destro per i mancini) e non potevano togliere ne nascondere sotto i vestiti.

Di tempo ne passò ben poco, prima che i diritti dei Sens furono fortemente limitati. Non potevano più abitare normalmente in città, ma dovevano rimanere in quartieri speciali, da dove non potevano uscire se non per causa di forza maggiore; e soprattutto non potevano avere più contatti umani con i non sensibili, “per evitare la contaminazione dell’aberrazione sensibile” ufficialmente. Il movimento Sens rispose sciogliendosi, cessando di esistere, sperando che in questo modo le persone sensibili, anche se non più in un gruppo che li rappresentasse, sarebbero però finalmente state lasciati in pace, ormai non più associate con la cattiva fama del gruppo. Ma ciò non avvenne, al contrario. Si mise a punto infatti un test psichico che determinava la sensibilità di una persona su una scala fissata in maniera scientificamente arbitraria; il test era obbligatorio per tutti quelli che raggiungevano o avevano già diciotto anni. Così, le persone sensibili venivano identificate, e venivano schedate anche quelle che non avevano mai avuto a che fare con il movimento Sens, che dalla sua era ormai passato alla storia. Col tempo, in questo modo, la qualità di vita delle persone sensibili continuò a peggiorare sempre più, fino alla naturale conclusione di questo processo deleterio. I quartieri riservati ai sensibili divennero praticamente ghetti circondati da mura; e poi degenerarono ancora di più, diventando dei piccoli Gulag, diffusi in tutto il mondo. Non erano campi di lavoro, però, dato che i prigionieri erano ritenuti assolutamente inutili, quasi carne da macello; ma erano campi di correzione, dove la gente veniva torturata psicologicamente, fino a rinnegare la propria natura umana, e solo allora si veniva scarcerati, essendo diventati attraverso l’immenso trauma abbastanza insensibili da non essere più considerati “sporchi esseri sensibili”. Non tutti però riuscivano a sopravvivere a quelle torture, al contrario: la maggior parte delle persone moriva poco dopo essere arrivata nei campi, che le torture erano un peso enorme da sopportare, tanto che la mortalità era addirittura dell’ottanta percento dopo la prima settimana; e il novantotto percento delle persone internate non faceva ritorno.

Passarono oltre dieci anni, e i criteri dei test per essere giudicati Sens diventavano sempre più restrittivi. Ormai ogni tipo di sensibilità era vista nell’opinione comune come una malattia mentale delle peggiori. Nessuno che avrebbe potuto parte dei Sens era più in circolazione nelle città da molto tempo, eppure ancora si trovavano persone che avessero un minimo di umanità, con caratteristiche quali l’umiltà o la generosità: ed esse venivano deportate nei campi di correzione, che col tempo si erano trasformati sempre più in campi di sterminio, senza più la possibilità di uscirne vivi iniziale. Dall’altra parte, i paletti per essere considerato “sensibile” divenivano sempre più stretti per colpa di politici sempre più zelanti, nonché interessati a far conoscere la propria non-sensibilità estrema. Così, nel giro di soli venti anni, la popolazione della Terra diminuì di mille volte, fino ad arrivare ad una piccola minoranza di sei milioni di esseri umani

Dopo all’incirca quindici anni dalla creazione dei campi di sterminio, nei cieli della Terra apparvero delle strane astronavi. Prima che gli uomini riuscissero a reagire, da essi discesero tante piccole navette, e nel giro di pochi giorni un’orda arrembante di extraterrestri, dalle forme più varie, conquistò il pianeta. Ciò venne fatto praticamente senza colpo ferire, dato che i loro armamenti si limitavano a stordire gli uomini e a bloccare ogni tipo di arma. Subito dopo, ogni terrestre venne trasferito, e l’umanità che fino ad allora aveva imperato fu divisa tra le prigioni dei vari pianeti civili che facevano parte della Confederazione Pangalattica. Nelle migliaia di processi penali che seguirono, sul pianeta giudiziario Tsajar IV, gli uomini capirono perché tutto quello era successo: non era un’invasione, quella aliena, o almeno non era l’intenzione di coloro che avevano preso la Terra. Quella era stata piuttosto una deportazione per un reato di massa, quale era stato il secondo olocausto conclusosi sul loro pianeta. Le varie razze aliene, ben più sensibili della razza umana di allora, avevano appreso dalle sentinelle orbitanti intorno alla Terra la triste storia di quel mondo. Dopo un primo eccidio, dovuto all’arretratezza culturale di quel pianeta le cose sembravano andare meglio, e la cultura era andata avanti fin quasi al livello minimo per far parte della Confederazione; ma poi il potere era andato a gente con mentalità e tatto veramente arretrati, e si era arrivati ad un nuovo olocausto, in tempi così brevi che i Confederati non avevano fatto in tempo a prendere le contromisure del caso. Quando finalmente lo avevano fatto, anche aggirando tutti i protocolli e i cavilli per l’emergenza, i campi di sterminio avevano già mietuto tutte le vittime che potevano e ne erano stati svuotati, non consentendo più alcun tipo di intervento se non, appunto, la carcerazione di massa per quel piccolo gruppo di orrende persone che era rimasto dall’umanità intera.

Mentre le navi carcerarie si dalla Terra per mandare a processo le persone che abitavano le megalopoli, sul pianeta successe qualcosa di inaspettato, che nemmeno i Confederati si aspettavano. Da grotte e caverne, nelle profondità delle foreste, uscirono fuori centinaia di sensibili, ex membri dello scomparso movimento Sens ma anche semplici uomini comuni senza particolari caratteristiche mentali, che da anni vivevano in clandestinità, sempre in fuga dalle terribili leggi delle grandi città. Finalmente, dopo tutto quel tempo, il centinaio di migliaia di persone che aveva una sensibilità fuori dal comune poteva vivere liberamente ed in pace. Così fecero, alla fine, ricostruendo una nuova civiltà più conscia e attenta alle esigenze di ognuno, di nuovo una democrazia reale, come da tempo sull’intero pianeta non si vedeva. Negli anni successivi, la Terra, ormai purificata dal morbo orrendo dell’insensibilità degli anni passati, e con una nuova consapevolezza verso il rispetto per la varietà immensa di emotività, venne ammessa nella Confederazione Pangalattica con tutti gli onori. Così la storia dell’umanità andò verso le stelle, e gli uomini andarono avanti sereni, ma senza mai dimenticare l’olocausto dei sensibili, ricordandolo con orrore e trasporto per sempre.

martedì 5 luglio 2011

Contro la censura arbitraria

Domani c'è l'approvazione del famigerato provvedimento dell'AGcom, che promette di oscurare siti esteri e di cancellare siti italiani solo sospettati di violare il copyright. Essendo blogger un servizio estero, di proprietà di google, non ci dovrebbero essere problemi, al massimo l'oscuramento si potrà aggirare usando un proxy. Tuttavia non ne sono del tutto sicuro, ma io continuerò a scrivere e a pubblicare qui, alla faccia della censura arbitraria che potrebbe esserci, e che i miei detrattori sono pronti a cogliere.