venerdì 26 febbraio 2016

Uno strano periodo

Per oggi avevo in mente tutt'altro post. L'avevo anche iniziato, ma man mano che le parole riempivano lo schermo, lentamente, la mia perplessità aumentava. "Sto sviluppando il tema in maniera adeguata o è meglio un approfondimento maggiore?", continuavo a chiedermi. Non che il tema lo stessi trattando frettolosamente: era più qualcosa di irrazionale a darmi fastidio. Così, alla fine ho deciso di lasciar perdere, e di concentrarmi su un altro argomento. Ma anche lì non è andata meglio: sono finito a fissare le tante bozze di post che ho, quasi smarrito. Pur sapendo come portare avanti molte di loro, in quel momento mi sono sentito senza forze, come se le parole non ne volessero sapere di uscire. E così, col metodo del "non fissarsi" descritto nel post precedente, ho lasciato perdere e mi sono messo a scrivere il romanzo (e questo piccolo inciso) - con risultati ben più soddisfacenti, c'è anche da dire.

martedì 23 febbraio 2016

Scrittura, puzzle e cucina

Giovedì scorso, nel suo post "Scrittura e Mandala - la mia terza fase", Chiara Solerio di Appunti a Margine ha parlato della sua nuova passione per i Mandala, e di come sia legata anche alla sua attività letteraria. Era una bella idea, e visto che Chiara stessa ha lanciato l'argomento come meme, ho deciso di raccoglierlo.

Ho provato a tracciare un parallelo tra la mia scrittura e altri due hobby che pratico ogni giorno: la cucina e i puzzle. La prima è una passione recente, anche se probabilmente ce l'ho nel sangue: pure mio padre ama cucinare, e da giovane l'ha fatto in maniera ben più professionale di me, essendo stato chef. Da qualche anno anch'io mi diletto, e praticamente cucino ogni giorno, a volte sia a pranzo che a cena. La mia specialità sono la pasta e i sughi per condirla: è questo che faccio più spesso, ed è in questo ambito che ho più confidenza.

venerdì 19 febbraio 2016

Senza nulla da dire

Non mi piace molto fare polemica. L'ho scritto tante di quelle volte qui su Hand of Doom che solo chi mi legge da ieri può non saperlo. Eppure, ogni tanto capita anche a me di scrivere qualcosa di critico, specie sul mio profilo privato di Facebook.

Mi è successo per esempio qualche giorno fa. Ho adocchiato un'immagine che girava per il social network per antonomasia, in cui si "denunciavano" i costi esorbitanti del Festival di Sanremo e si chiedeva di devolvere quelle cifre ai poveri. Io non ho stima per il Festival e per la sua musica, ma in compenso mi agito parecchio quando mi imbatto nell'incompetenza matematica delle persone: ho così voluto dire la mia. Facendo qualche conto, sono arrivato a scoprire che elargendo gli stessi soldi di Sanremo ai dieci milioni di poveri italiani, ne sarebbe derivato un misero contributo una tantum di ventun centesimi a testa. Se l'autore non fosse stato del tutto ignorante in matematica, insomma, il suo post non sarebbe nemmeno esistito.

martedì 16 febbraio 2016

Le emozioni nella narrativa

Cosa distingue un libro bello da uno brutto? È una domanda molto semplice, ma che di sicuro non ha una risposta altrettanto banale. Anzi, ponendola in giro sono sicuro che si riceverebbero risposte molto diverse. C'è chi direbbe che un libro è bello o brutto "perché si e basta", altri che tirerebbero in gioco la scorrevolezza e lo stile, altri ancora si concentrerebbero sulla bellezza della trama o sull'originalità. Il fatto è che hanno ragione tutti (o se preferite non ce l'ha nessuno): ognuno ha il suo modo personale per giudicare un libro, e nessuno di essi è migliore degli altri. È il bello del campo delle opinioni: non esiste una Verità assoluta, semmai solo verità personali.

Fine dei giochi, vista l'impossibilità di raggiungere una conclusione? In realtà no, perché si può trovare un fattore comune a ogni lettore, quale che sia il suo metro di giudizio. Questo elemento è sicuramente l'emozione: è quello a cui la narrativa punta, secondo me. Anche chi cerca qualcosa di meno immediato e più razionale, come uno stile particolarmente eclettico e originale, quando troverà il libro che cerca ne sarà coinvolto a livello sentimentale, non lo leggerà in maniera fredda e distaccata. Quindi, in ultima analisi, si può dire che la differenza tra un libro bello e uno brutto sia che il primo è emozionante, il secondo non lo è (o almeno, non nel modo giusto).

domenica 14 febbraio 2016

Una poesia inutile

Oggi è San Valentino, e la mia personale tradizione, giunta qui al suo terzo anno, è di pubblicare una piccola poesia o un sonetto per Monica, per farle una sorpresa dolce. Questa volta ci ho pensato un po', prima di farlo: visto la piega più professionale che Hand of Doom ha preso nell'ultimo anno, forse un contenuto del genere non ci sta molto bene sule sue pagine. Alla fine però ho deciso di pubblicarla lo stesso, visto che presumo non dia fastidio a nessuno, dopotutto. Spero che sia così, ma soprattutto mi auspico che piaccia alla persona a cui è dedicata!

venerdì 12 febbraio 2016

Sedici bozze

Con tutti i casini che ho dovuto affrontare negli scorsi mesi, ho avuto serie difficoltà anche a gestire Hand of Doom, ve ne sarete sicuramente accorti. La mancanza di serenità mi ha portato a pensare di meno a questo blog; di conseguenza, all'inizio del 2016 mi sono trovato spaesato. Cosa potevo scrivere sul mio blog, che potesse anche essere interessante? Non è stato affatto facile, nelle scorse settimane, non saltare nemmeno uno dei due appuntamenti settimanali: nell'ultimo periodo, ho fatto infatti una grandissima fatica a scrivere i post. Non che abbia avuto il blocco dello scrittore (o del blogger, in questo caso): semplicemente, mi sentivo senza le forze necessarie per approfondire a dovere le idee che avevo; queste idee mi sembravano inoltre trite e banali, non all'altezza. Anche il tempo è stato un problema: nonostante ne abbia avuto un po', non è stato comunque sufficiente a darmi la calma di cui ho bisogno per lavorare a questo blog.

martedì 9 febbraio 2016

Il degrado del giornalismo

Qualche anno fa, quando ho iniziato a sognare di vivere con la mia scrittura (un po' ridimensionato a oggi, ma sempre valido), la carriera del romanziere non era l'unica che vedevo davanti. In particolare, volevo differenziare i miei lavori: non solo narrativa, quindi, ma anche articoli a carattere più descrittivo. Magari, farlo nell'ambito di una vera redazione, digitale oppure cartaceo che fosse. In effetti, mi sentivo in grado di fare il giornalista: sapevo scrivere, e non pensavo che servisse altro.

Pian piano però questo sogno è venuto meno. In parte la colpa è dell'approfondimento che ho fatto sul mestiere di giornalista. Non ci si può inventare tali, si devono seguire dei corsi e più in generale essere pronti a investire una buona quantità di tempo e di denaro. Io attualmente non ho né l'uno né l'altro, ma non è detto che in un futuro anche prossimo le cose non cambino. A farmi allontanare maggiormente da questa idea però è stato soprattutto quello che ho visto in questi anni studiando con attenzione il mondo del giornalismo. A oggi mi sembra una professione degradata e molto lontana da ogni mia idea di lavoro e di professionalità. Ho parlato diverse volte qui su Hand of Doom di questo argomento: in questi ultimi giorni, tuttavia, ho sentito il bisogno di approfondire i problemi più generali

venerdì 5 febbraio 2016

Scrivere con rabbia

Come ho già accennato altre volte, sto scrivendo un romanzo. I lavori però procedono un po' a rilento: in parte la colpa è di progetti più urgenti, come i post per questo e per gli altri blog. Gli ostacoli peggiori sono però quelli personali, che ho raccontato negli sfoghi precedenti. Di tempo per scrivere in fondo ne ho a sufficienza: il problema è però non avere la giusta serenità per farlo. Mi succede spesso, e così tendo a perdere tempo in impegni più semplici, che non richiedono la stessa concentrazione e la stessa fatica.

Almeno, questa era la norma fino a un po' di tempo fa; da qualche giorno invece il romanzo procede più speditamente. Ho cominciato infatti una sorta di ribellione contro me stesso e contro i problemi. Mi sono messo sotto a scrivere con rabbia, riversando stress e frustazioni sul foglio bianco. È come se ogni parola che scrivo fosse una vittoria personale su un destino avverso, uno schiaffo in faccia ai problemi, ai quali dico "non siete riusciti comunque a distogliermi dal mio obiettivo". Risultato di questa "cattiveria": magari ancora non vedo la fine, ma il romanzo cresce più veloce di quanto non l'abbia mai fatto.

martedì 2 febbraio 2016

Una storia di maturità

Oggi vorrei raccontarvi una storia un po' dolorosa, ma con un bel lieto fine. Non è una delle solite che mi diverto a inventare; stavolta è una storia vera, che ho vissuto personalmente. È anche un post lunghetto, più del mio standard: se avete da fare, lasciate perdere, altrimenti prendetevi qualche minuto e leggetela tutta.

Tutto è cominciato molti anni fa, per la precisione quasi dieci. Avevo appena iniziato a frequentare l'università a Padova, e con la mia naturale timidezza non ero riuscito a fare amicizia con nessuno, neanche i compagni di corso. Per sentirmi meno solo, ho cercato conforto online: così, vista la mia passione per il metal, che dura tutt'ora  mi sono ritrovato a iscrivermi al forum di una delle webzine professionali sul genere più importanti d'Italia (no, non ho intenzione di fare nomi, né qui né più avanti).