martedì 25 settembre 2018

10 miti che non mi piacciono

Un paio di settimane fa, il "compagno di blogging" MikiMoz ha postato, sul suo Moz o'Clock, un articolo che mi ha colpito. Un articolo intitolato "gli intoccabili: i grandi miti che proprio non mi piacciono" in cui parla di quelle opere/personaggi, considerati capolavori/grandi nomi nel loro campo, che lui non riesce ad apprezzare.

Con molte delle sue scelte non mi trovo d'accordo: tra quelli che lui non ama, io per esempio sono un fan di Il Signore degli Anelli, Star Wars, Stephen King e Aldo Giovanni e Giacomo. Ma di sicuro, non mi sento di fare polemica sulle opinioni di Moz: del resto, da sempre sono convinto che su gusti e opinioni personali non si possa sindacare. E poi se non altro non sarei molto giusto: ci sono molti, moltissimi miti che non amo a mia volta. Da cui l'idea per questo post, che riprende proprio il format (o il meme, se preferisci) di quello apparso su Moz o' Clock.

Zeus approva questa lista. E chi più di
lui la sa lunga, a proposito di miti?
Riflettendo sull'argomento, ho trovato ben dieci "miti" che non ho mai apprezzato. O meglio, sono i dieci più eclatanti tra quelli che ho esaminato: nell'articolo originale erano una quindicina, e avrei potuto allungare ancora, aggiungendoci altre opere o altri personaggi più underground. Ma ho deciso di fare una cernita e mettere solo i più famosi - nonché quelli che, forse, ti faranno venire di più i capelli bianchi e dire "ma questo qui non capisce un cazzo nulla!".

Io però spero che non sia questa la tua reazione: dopotutto il non apprezzare queste persone/opere è una mia opinione personale - e di sicuro ce ne saranno altre che io amo e tu no. Ecco perché, come in altri casi, ti direi di non prenderla sul personale - e nemmeno di prendere troppo sul serio la mia ironia, ovviamente. E magari di continuare il format di Moz come ho fatto io: io mi sono divertito a scrivere questo post, quindi magari può piacere anche a te!
  • Fiorello: se a te piace, ti chiederei per favore di spiegarmi il motivo alla radice della sua fama. Perché io non l'ho mai capito, sinceramente: ogni volta che l'ho visto, in quelle rare volte che ho provato a guardarlo, mi è sembrato il vuoto più totale, una persona del tutto priva di talento e capacità. Non mi ha mai strappato una risata, le sue battute mi sono sempre sembrate molto terra terra, banali, e quel poco dei suoi programmi che ho visto mi hanno solo irritato, giusto un continuo parlare a vanvera e basta. L'unica emozione che è mai riuscito a strapparmi è il fastidio: a me le chiacchiere inutili fanno questo effetto, del resto. Quindi sì: come ho detto, ogni volta che lo vedo mi chiedo (e non da qualche tempo, da anni e anni): ma per quale motivo uno come Fiorello dovrebbe essere famoso? 
  • Fabio Fazio: idem con patate in salsa pseudo-intellettuale. Mi spieghi per quale ragione uno così prende lo stipendio incredibile che prende? Che cosa ha mai fatto di interessante in vita sua? Ogni volta che ho guardato Che tempo che fa, mi è sembrato chiacchiere vuote inframezzate da gag patetiche, degne al massimo di Striscia la Notizia - che mi piace ancora meno, ma che almeno non pretende di essere intelligente. E questo sarebbe un intellettuale? Sì, intellettuale quanto il suo programma: anche Hegel e Kant impallidiscono, nei confronti degli ospiti fissi Nino Frassica e Fabio Volo, come no. Ma forse non è colpa di Fazio: colpa della gente scema, che si sente intelligente a guardare una persona giusto un pelo più raffinata di lei. Mentre la cultura vera è altra cosa: ecco perché dipendesse da me Che tempo che fa andrebbe in onda alle tre di notte e in prima serata al suo posto metterei una bella puntata di Ulisse o di Superquark ogni settimana. Perché trovo che ci sia più cultura in un qualunque capello sulla testa di uno qualunque degli Angela che in tutti i programmi che Fazio abbia mai fatto messi insieme.
  • (Quasi) tutta la musica italiana d'autore: in realtà a me non piace la musica commerciale in generale. Ma mentre quella estera/moderna la capisco (è musica semplice e leggera per gente che non ha tempo, o voglia, o orecchio per ascoltare altro), pur non apprezzandola, quella italiana "d'autore" no. Molti la ammantano di una profondità e di una ricercatezza che non ho mai trovato ascoltandola. Sarà del resto colpa mia, e in particolare del mio modo di fruire la musica: per me le melodie (della voce ma anche degli strumenti) e come le suoni hanno la stessa importanza del testo. Quindi, puoi anche avere i testi più belli del mondo (ammesso che così sia, poi: anche i testi spesso li trovo meno poetici, significativi e interessanti di quanto molti dicono): se la tua musica è moscia, non mi interessi. Ecco perché della musica italiana vecchia apprezzo alcune cose di BranduardiDe André e Rino Gaetano: per il resto, non mi piace nulla. E in particolare, non mi piace la musica impegnata e "di sinistra": è considerata ancor più profonda delle altre, ma a me sembra la stessa roba noiosa che fanno gli altri, e visto che è più pompata mi risulta ancora meno attraente.
  • Stieg Larsson: può uno che non sa scrivere pubblicare un best seller mondiale? Questo scrittore svedese dimostra che sì, può. Ok, la trama di Uomini che odiano le donne è anche carina: quella del secondo (l'ho letto ma non ricordo nemmeno il titolo, per dire) invece è una ciofeca, con un paio di cose carine e il resto che è pura noia. Ma il problema vero non è nelle storie, ma nello stile, prolisso e pallosissimo, e nei personaggi, che al netto di Lisbeth, l'unica riuscita, sono uno più di cartone dell'altro (ma in compenso sappiamo sempre la loro altezza e la misura che portano di scarpe). Tutte cose che ti insegnano a segnare a penna rossa più o meno al secondo giorno del corso da editor - se non al primo - ma che inspiegabilmente dai libri di Larsson nessuno ha tolto. E così anche Uomini che odiano le donne, che poteva essere un capolavoro con la già citata trama, è per metà di una noia mortale. Io non voglio pensare male, ma ho come l'impressione che Larsson sia tanto osannato perché è morto giovane: un po' come Amy Winehouse, con la differenza che lei, per quanto facesse canzonette, era almeno intonata. L'equivalente dello scrittore svedese nella musica sarei invece io che prendo ogni tipo di stonatura sotto la doccia.   
  • Herman Hesse: ho provato per ben due volte a leggere due suoi libri. E anche se non abbandono facilmente un libro, i suoi li ho lasciati perdere dopo pochissime pagine - più o meno quando la nausea e la voglia di spararmi raggiungevano picchi troppo alti per essere tollerati. Io posso capire i libri con poca azione e molta riflessione: alcuni mi sono piaciuti, anche molto a volte. Ma libri in cui non fanno altro che parlare e parlare, in un vortice di seghe mentali in cui non succede nulla? Perché lo dovrei leggere? Se voglio leggermi riflessioni libere senza trama, mi leggo un trattato filosofico (ma anche i trattati filosofici possono avere una trama e per giunta appassionante, come dimostra Jostein Gaarder): se invece scelgo di leggere un romanzo, qualcosa deve succedere. Ed ecco perché sono anni ormai che evito come la peste anche solo di avvicinarmi a un qualunque libro di questo autore tedesco, osannato in una maniera che continua a sembrarmi pura insensatezza. 
  • Delitto e castigo: qui sicuramente spalancherai gli occhi e comincerai a pensare di commentare con un insulto. Eppure è così: io il romanzo principe di Dostoevskij non l'ho sopportato. L'ho già detto: per quanto mi riguarda un romanzo deve avere una trama. E che trama è quella in cui all'inizio uno uccide due vecchie e per tutto il resto del romanzo non fa altro che sentirsi in colpa e aver paura della polizia? Ma poi, avesse fatto questo almeno in un italiano comprensibile! Questo ovviamente non è colpa di Dostoevskij, ma della traduzione super-vecchia: ma anche così, che senso ha proporne una così aulica? I libri di Manzoni sono pure più antichi di quella traduzione, e per quanto possano risultare prolissi, al suo interno non trovi millemila ghirigori e termini astrusi in quella maniera assurda, che ti confonde e non ci capisci più nulla. Ecco perché l'ho odiato: ho sempre pensato che intelligenza sia non solo la capacità di formula idee, ma anche quella di capire e soprattutto farsi capire. Mentre chi parla difficile di solito è perché non vuole farsi capire o perché non ne è capace: in entrambi i casi, lo trovo stupido. Ed ecco perché la mia opinione è che Delitto e castigo sia un romanzo molto stupido: che sia per colpa dell'autore russo o della traduzione è secondario, in fondo! 
  • Cuore di Tenebra: l'orrore, l'orrore... ma de che? L'unica cosa orribile che ho trovato in questo libro di Joseph Conrad è il libro stesso. Non fa altro che cercare di creare un senso di orrore, ma non ci riesce: l'autore inglese ha il vizio di raccontare e non mostrare, e ripetere duecento volte parole come "orrore" e altre simili non si genera atmosfera, si risulta solo finti e poco onesti. E poi, appunto: terrore di cosa? Alla fine non succede nulla: si vocifera di cose assurde di cui non si vede nulla, poi vanno a prendere Kurtz, che sta male di mente e muore, fine. Ma dai, che roba è? Dove sta quel senso opprimente che molti dicono? Io non l'ho sentito, ed è per questo che anche in questo caso la lettura è stata pesante e fastidiosa, mente l'unico momento davvero positivo è stato quando ho finito di leggerlo!
  • Buona parte dei vecchi anime: se fin'ora non l'hai ancora fatto, sono sicuro che qui comincerai a pensare di prendere un forcone o una torcia. Uccidimi pure, se vuoi, ma ciò non cambia il fatto che trovo molti dei cartoni con cui sei cresciuto se hai più di una trentina di anni banali, bambineschi, ingenui, con trame noiose e sempre uguali tra le varie puntate/saghe. Parlo in particolare di quei tanti mecha (gli anime coi robot giganti), ma anche di roba sportiva tipo Holly e Benji, e finanche dei Cavalieri dello Zodiaco (se te lo stai chiedendo: sì, sento la tua volontà di insultarmi da qui!)  Alcuni di questi mi piacevano pure da bambino: ma rivisti  da adulto, non mi hanno più detto nulla. Oh, magari non è colpa delle opere in sé: magari è la versione italiana, iper-censurata e doppiata da schifo, o addirittura è colpa dell'anime in sé - anche quelli di manga che mi piacciono tendono a non essere al livello della loro versione cartacea. Fatto sta che ciò che mi piace dell'animazione giapponese va da Dragonball in poi. E, per la mia modesta opinione, pochi di quei vecchi cartoni raggiungono i livelli di uno qualunque tra One Piece, L'Attacco dei Giganti, One Punch Man o The Promised Neverland. Oh, non voglio fare di tutto l'erba un fascio e dire vecchio=brutto e nuovo=bello: ci sono anche tante cose belle tra i vecchi anime e manga. Sostengo soltanto che non trovo così eccezionali molti di quelli più osannati, quelli che "ommioddio, storia, ci sono cresciuto!!!", tutto qui. 
  • Neon Genesis Evangelion: olè, sputtaniamoci definitivamente! Ma è vero che questo anime l'ho visto qualche anno fa, quando c'era l'Anime Night di MTV (quanti ricordi!) e mi ha fatto soltanto un'impressione negativa. Come ho già detto, i normali mecha per me hanno trame deludenti: come risolvere il problema? Io avrei detto "scrivendo una trama intelligente": ma dev'essere stato troppo difficile per gli autori di Neon Genesis, che invece sono andati nella direzione opposta e hanno abolito del tutto la trama, sostituendola con seghe mentali a profusione. Oltre a questo, più avanzavano le puntate, e meno ci capivo: e visto che, come detto per me l'intelligenza in primis farsi capire, ho trovato questa scelta davvero stupida. Oh, magari non è così, magari sono io limitato e Neon Genesis Evangelion è l'anime più intelligente di tutti i tempi. Quel che è certo, è che non sarà mai l'anime che farà per me. 
  • Il Trono di Spade: ho lasciato il carico di novanta per la fine in maniera voluta, stavolta. Ma è così: io questa serie TV la trovo davvero insopportabile, scritta male a livello di trama, piena di scene inutili, e con scelte così insulse che a un certo punto, anni fa, ho deciso di smettere di vederla. Ma la cosa peggiore è che uno schifo del genere è stato fatto partendo da una base che invece è oro. Non per dire, ma le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin al contrario sono addirittura tra le mie opere fantasy preferite di tutti i tempi: ci si sono dovuti davvero impegnare al massimo, per rovinarle in una maniera così deleteria. Perché chiunque abbia letto sa che tra la saga di libri da cui è tratto e Il Trono di Spade ci passa la differenza che c'è tra un maestoso pastore tedesco di razza e un chihuahua rachitico: sono entrambi cani, ma le somiglianze finiscono lì. E ogni volta che sento qualcuno dire "la miglior serie fantasy mai vista", mi viene solo da ridere: probabilmente se dici così è perché è anche l'unica serie fantasy che tu abbia mai visto e letto!
La domanda: e a te quali opere o personaggi considerati da tutti miti non piacciono? (No, rispondere "tu, Mattia, dopo questa classifica mi sei scaduto" non vale: mai stato un mito, io!)

2 commenti:

  1. Grazie per la citazione!
    Allora, ovviamente non condivido tutto ma ti stupirà sapere che anche a me non piace GoT, sia libro che serie.
    Non amo la letteratura russa, completamente distante dai miei gusti letterari. E non amo molto Fazio, forse solo ultimamente (e a inizio carriera) riesco/riuscivo a sopportarlo... ma per anni lui e la Litizzetto mi facevano venire i nervi :)

    Moz-

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    Risposte
    1. Beh, la citazione era obbligata, visto che l'idea l'hai avuta tu per primo :D .
      Comunque non mi stupisce che non ti piaccia GOT. E capisco la reazione nervosa a Fazio e alla Littizzetto. Oddio, lei ancora ancora è divertente: sono le gag che fa con lui - e soprattutto il modo in cui lui fa finta di essere indignato, come se non avesse approvato lui quelle battute prima di registrare il programma - a infastidirmi a morte :D .

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