martedì 28 aprile 2020

L'infelicità di chi ha fretta di uscire

Lo sto notando attraverso i social, e non solo: man mano che il lockdown va avanti, sempre più persone sono insofferenti a questa situazione. Ci sono diverse iniziative del tipo "esco il 4 maggio": iniziative che trovo un po' assurde, visto che in quella data ci sarà probabilmente giusto un piccolo allentamento, ma la quarantena è ben lontana dall'essere alla fine.

All'inizio apprendere di queste iniziative mi ha fatto addirittura arrabbiare. Non potevo credere che qualcuno potesse davvero mettere in pericolo non solo sé stesso ma anche gli altri solo per poter respirare un po' d'aria: è un comportamento troppo egoista e antisociale perché io possa anche solo tollerarlo. In questi ultimi giorni, la reazione emotiva è un po' scemata: continuo però a provare parecchia insofferenza nei confronti di certe idee deleterie che leggo in giro.

martedì 21 aprile 2020

Fatica

Qualche settimana fa, in una vecchia riflessione parlavo del fatto che la mia vita nell'emergenza coronavirus non è molto diversa rispetto a com'era prima. Oggi però posso dire che, seppur in generale sia un'affermazione abbastanza corretta, qualcosa è cambiato anche per me. Anche se il motivo è proprio l'opposto rispetto a quello della maggior parte delle persone.

Se molti si annoiano, non sanno cosa fare in casa, a me spesso manca il tempo per fare tutto ciò che vorrei. I miei progetti sono numerosi, e visto che posso portarli avanti quasi tutti da casa, nessuno di essi è venuto meno dall'inizio della quarantena. Al contrario, in queste ultime settimane gli impegni sono aumentati: mi ritrovo così in un periodo di cronica mancanza di tempo.

martedì 14 aprile 2020

L'epidemia e il peggioramento delle pubblicità

Pubblicità: un argomento di cui spesso, qui su Hand of Doom, ho parlato in maniera critica, quando non infastidita. Nel corso degli anni, ho sviscerato diversi problemi che ho con questo mezzo espressivo: da quanto le trovi brutte, stupide oppure addirittura offensive a volte, a quanto siano irritanti quelle che spuntano fuori sul cellulare/tablet e ti fanno interrompere ciò che stai facendo.

Sono insomma qualcosa di così fastidioso da sposarsi molto male con un periodo stressante e poco felice come quello che stiamo vivendo. Di fatto, credo che, se avessero un po' di coscienza, le agenzie pubblicitarie sospenderebbero le loro campagne finché la situazione non possa tornare almeno un po' alla normalità. Ma è chiedere troppo, mi sa, visto che da quando è cominciata l'emergenza coronavirus, le pubblicità non sono solo rimaste. Sono anche peggiorate.

giovedì 9 aprile 2020

Una piccola consolazione

Devo confessarti un segreto: è dall'inizio di questa epidemia che penso di scrivere un racconto breve sul coronavirus. Nel corso di queste ultime settimane, ho vagliato diverse idee in merito, ma nessuna mi soddisfaceva: pochi giorni fa, però, è arrivata l'ispirazione giusta. E così, da ieri a oggi ho buttato giù questo mini-racconto, così corto da averlo già potuto correggere le giuste volte per poterlo pubblicare qui.

Si tratta di uno dei miei soliti racconti "fulminanti", forse il più breve che io abbia mai scritto. Per darti un dato numerico, arriva a malapena a quattrocentocinquanta parole: la gran parte dei post che pubblico qui su Hand of Doom è più lunga. Inoltre, come quasi tutti i miei racconti fulminanti, ha un che di comico. Anche se, come detto, il tema è l'emergenza.

martedì 7 aprile 2020

Il problema è il sistema

In queste settimane di emergenza coronavirus, si è discusso molto sulla quarantena attuata in Italia (e non solo) per risolverla. Le idee espresse in merito sono state innumerevoli, ma le posizioni principali che ho sentito sostenere sono due: a grandi linee, da una parte c'è chi vorrebbe un lockdown anche più stretto, o comunque confermare quello già in atto fino alla fine dell'epidemia. E chi invece, dall'altra parte, spinge per un allentamento che conduca, nei minori tempi possibili, a un ritorno alla normalità.

Spesso, chi sostiene quest'ultima posizione non lo fa per una questione di libertà, o per il logorio di star chiusi in casa: di solito anzi i suoi motivi sono di natura economica. Sono preoccupazioni che posso capire, visto che in passato anch'io sono stato un piccolo imprenditore, e sarebbe stato deleterio questo periodo se lo fossi stato ancora. Dall'altro lato, però, sono argomenti con cui mi sento di dissentire a livello morale, filosofico.

giovedì 2 aprile 2020

"The Witcher" e l'efficacia della banalità ben fatta

Le buone idee battono sempre l'originalità: questo era l'argomento di un mio post di alcuni mesi fa. Lo considero un po' uno dei miei post cardine, peraltro: è una posizione che sostengo da tanto tempo, e che nel corso di questi anni ha dimostrato la sua validità molte volte, all'interno della mia esperienza. L'ultima delle quali molto di recente, quando ho recuperato The Witcher.

Serie TV di Netflix tratta dai libri dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski (che hanno ispirato anche una famosa saga di videogiochi), è diventata un piccolo fenomeno lo scorso anno. Anche per questo, avevo già da tempo l'intenzione di guardarla: purtroppo però non ho avuto modo di vederla fino alla scorsa settimana, quando mi sono ritrovato davanti un telefilm fantasy molto scontato. Ma nonostante questo, molto buono.