martedì 6 ottobre 2020

La spietata giustizia del coronavirus


È notizia ancora recente: l'ultima vittima illustre a risultare positiva al coronavirus è stato nientemeno che il presidente americano Donald Trump. Si tratta inoltre dell'ultimo caso di un curioso fenomeno: l'infezione di una lunga serie di personaggi che prima del contagio hanno negato o minimizzato la portata di questa epidemia.

Ci sono complottisti secondo cui questo fatto non è una coincidenza: secondo loro, è un piano ben preciso per mettere a tacere chi dice la verità, ossia che la malattia non esisterebbe, tramite l'infezione (che ora esiste: manco il gatto di Schrödinger si contorce così). Al di là di simili deliri, però, devo dire che per una volta su almeno una premessa sono d'accordo con loro: il fatto che tutte queste persone si siano ammalate non è per nulla un caso.

giovedì 1 ottobre 2020

"Il mio nome è rosso" e un Nobel inspiegabile


Dal punto di vista letterario, l'estate che si è conclusa appena un paio di giorni fa non è stata bellissima, ma neppure scadente per me. Al contrario, mi è capitato di leggere diversi buoni libri e un paio addirittura eccezionali. Ma c'è stato anche un libro che mi ha lasciato così perplesso (per usare un eufemismo) che sentivo il bisogno di parlarne, anche se è passato oltre un mese dalla sua (faticosa) lettura. Sto parlando di Il mio nome è rosso di Orhan Pamuk

Autore turco tra i più famosi della sua nazione (forse il più famoso in assoluto), nel 2006 ha addirittura vinto il premio Nobel per la letteratura. Contando poi che Il mio nome è rosso è un romanzo storico, un genere che come ho già detto altre volte amo se fatto bene, mi ci sono avvicinato con curiosità. Ma già dopo qualche giorno di lettura, il mio entusiasmo era sparito del tutto.