martedì 23 ottobre 2018

Lode ad Alberto Angela

È un fatto ben noto: gli italiani non sono persone acculturate. E non è un pregiudizio: se non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, visto che esistono molti nostri conterranei eruditi, la maggior parte non lo è. Basta andare sui social per capirlo: gli strafalcioni partono dalla grammatica, ma il peggio sono gli errori (anzi, gli orrori) di carattere scientifico, storico, culturale e di altri tipi ancora che puoi trovare ovunque. E in generale, non è un caso se la locuzione "italiano medio" è sinonimo di "sempliciotto".

Ma di chi è la responsabilità di questa situazione? Alcuni (anzi molti) intellettuali puntano il dito proprio contro il "popolino", che sarebbe incompatibile con qualsiasi tipo di istruzione. E visto che sia la cultura classica che quella scientifica sono materie complesse e troppo elevate a livello intellettuale, sarebbe impossibile semplificarle in una maniera comprensibile dall'uomo comune. Ma è davvero così? No, non lo è, e per dimostrare il contrario bastano due parole: Alberto Angela.

Non ho mai avuto tendenze omosessuali, ma quest'uomo lo
amo lo stesso!
Attraverso tutti i programmi che ha realizzato - Passaggio a Nord Ovest, Ulisse, Una notte a... - Alberto (sì, lo chiamo per nome: è da bambino che vivo seguendo lui e suo padre, li considero quasi di famiglia) ha dimostrato che si può spiegare la scienza, la storia, la natura in maniera efficace. E farlo anche nei confronti di chi non ha una grande cultura in merito.

Come ci riesce? Non solo trattando concetti anche complessi in maniera semplice e avvincente: soprattutto, ha il merito di farlo in una maniera che colpisce a livello emotivo. Se hai visto la puntata di Ulisse di due settimane fa sul rastrellamento del Ghetto di Roma, sai di cosa parlo. E non è un caso che questa bravura è stata premiata con la prima serata su Rai Uno - dove peraltro Alberto ha fatto ascolti importanti.

Insomma, Alberto Angela è un divulgatore bravissimo: a mio avviso lo è persino più di suo padre - e non era affatto facile, visto che Piero è un titano in questo campo da decenni. Ma è davvero un'abilità unica (sua e degli autori, che ovviamente lo aiutano a realizzare i suoi programmi) a renderlo capace di svolgere con successo il suo lavoro?

Senza voler nulla togliere ad Alberto (che, come ho già detto, è davvero un campione nel suo ambito), io direi di no. Se non è affatto facile proporre argomenti come la scienza o la cultura classica in maniera semplice, non è nemmeno impossibile. E, in effetti, se uno si guarda un po' attorno, scopre che di bravi divulgatori ne esistono parecchi, anche in lingua italiana. Uno su tutti, Paolo Attivissimo, che ho avuto il piacere di vedere dal vivo, e di cui posso testimoniare la bravura.

A mio avviso, quindi, non sono le persone abili nel fare cultura a mancare: piuttosto, io vedo che la grande assente è la volontà di farlo. Una volontà che non può venire dal basso - perché in quanto tale un ignorante nella maggior parte dei casi ignora anche di esserlo - e che quindi dovrebbe arrivare dall'alto. Peccato che la nostra classe dirigenziale e politica sia a sua volta ignorante, ma a suo modo furba: si rende così conto che senza ignoranti, nessuno la sceglierebbe/voterebbe più. Triste, ma è così.

Di conseguenza, non è un caso se Ulisse, per quanto faccia ascolti record, è finito dopo solo quattro puntate (e verrà sostituito da Portobello, che a quanto ne so è un gioco in cui si tenta di far parlare un pappagallo: per carità, sarà uno show storico, ma non mi sembra abbia granché di culturale o profondo). E non è un caso che Superquark vada in onda d'estate, quando tutti sono in vacanza e nessuno guarda la tv. E questo, anche se può non sembrarlo, è un bel problema.

Perché al di là di Ulisse e Superquark, che sono soltanto programmi TV, la cultura potrebbe migliorare la vita di tutti. Se non altro, con la cultura si mangia (checché ne dica un ministro di qualche legislatura fa e i suoi seguaci), specie da noi. Noi che di cultura storica, letteraria, musicale ma anche scientifica ne abbiamo da vendere, tanto che potremmo chiudere tutte le fabbriche e vivere alla grande col turismo, se sapessimo valorizzarci.

Ecco perché Alberto Angela e chiunque altro faccia il divulgatore in un qualsiasi campo del sapere sia solo da lodare. Perché quando parla della storia degli antichi romani o della fisica dei colori non sta solo spiegando dei concetti: sta illustrando la via della cultura. Peccato che lo si faccia troppo poco, visto che è una via che può portare lontano non solo una persona, ma un intero paese.

La domanda: e a te piace Alberto Angela? E chi, come lui, fa divulgazione scientifica o culturale?

4 commenti:

  1. Beh, Portobello è storia della tv italiana, e a suo modo è cultura anche quella: non mi stupirei se proprio gli Angela facessero divulgazione televisiva in questo senso :)
    In ogni caso, è giusto che programmi del genere durino POCHE puntate, perché significa che la qualità è alta.
    E poi, comunque, non si rischa di annoiare lo spettatore.

    Ecco, hai detto bene: sia padre che figlio (e manca lo spirito santo) sanno parlare a tutti, in una Italia non troppo a suo agio con certi argomenti. Ma lo fanno da sempre, perché ricordo che sin da piccolo Quark era un'istituzione.
    Oggi il successo di Alberto è testimoniato anche dai meme e dai plausi che riceve sul web... insomma, è diventato un simbolo delle cose fatte bene che possono attecchire anche nei tessuti culturalmente più deboli.

    Gli Angela hanno vinto.

    Moz-

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    1. Mi spiace, ma stavolta non mi trovi d'accordo :) . Portobello sarà anche storia, ma io non lo guarderei. Preferisco di gran lunga un qualsiasi documentario, che almeno aumenta la mia cultura. Poi magari mi sbaglio, visto che non ne ho vista una puntata, ma invece Portobello mi sa molto di frivolo, di tipico varietà Rai vuoto.

      Sono d'accordo invece sulla bravura degli Angela e sul successo che Alberto riscuote. Ma non sono proprio sicuro che abbiano vinto. Forse è vero che poche puntate siano sinonimo di qualità, ma come ho detto nel post non è che gli Angela abbiano il monopolio mondiale della cultura. Sicuramente si potrebbe sostituire Ulisse con qualche altro programma divulgativo fatto da qualcun altro - e che, se gli si desse visibilità, potrebbe raccogliere un successo simile a quello di Alberto. Come ho detto, quel che manca è la volontà di farlo, non certo la possibilità :) .

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  2. Tra Piero e Alberto io preferisco leggermente Piero perché è un po' più "umoristico". Alberto è un po' più rigido.
    La bravura di entrambi è indiscutibile.

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    1. Io Alberto non lo vedo così rigido, in realtà. Ma in fondo non è importante: come sottolinei tu, alla fine per quanto uno possa preferire uno o l'altro, la bravura di entrambi è oggettiva, ed è questo che conta ^_^ .

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