giovedì 27 settembre 2018

Schemi mentali prefissati

Sarà capitato anche a te, se frequenti almeno un minimo i social: hai scritto uno status o un commento, magari anche pacato, e qualche sconosciuto è arrivato a insultarti. Ma la cosa che ti ha stupito non è questa - il fatto che il web sia pieno di cretini non credo sia qualcosa che scopri ora per la prima volta: piuttosto, sei rimasto stupito dal fatto che l'idiota il tuo insultatore ti abbia attribuito pensieri o posizioni che tu non hai mai avuto, né tanto meno espresso - il che spesso è più fastidioso di un semplice insulto volgare.

Un cortocircuito comunicativo del genere può accadere facilmente se parli in special modo di argomenti delicati, come la politica: lì è facile che qualcuno ti attribuisca idee anche lontane da te. Ma non è detto: fatti simili possono capitare anche quando il tuo discorso verte sul mondo del cinema o della letteratura - e in generale, nessun argomento ne è immune. al cento percento Ma per quale ragione succede tutto questo? Non sono uno psicologo, ma conoscendo a fondo le dinamiche dei social ho provato lo stesso a rispondermi.

martedì 25 settembre 2018

10 miti che non mi piacciono

Un paio di settimane fa, il "compagno di blogging" MikiMoz ha postato, sul suo Moz o'Clock, un articolo che mi ha colpito. Un articolo intitolato "gli intoccabili: i grandi miti che proprio non mi piacciono" in cui parla di quelle opere/personaggi, considerati capolavori/grandi nomi nel loro campo, che lui non riesce ad apprezzare.

Con molte delle sue scelte non mi trovo d'accordo: tra quelli che lui non ama, io per esempio sono un fan di Il Signore degli Anelli, Star Wars, Stephen King e Aldo Giovanni e Giacomo. Ma di sicuro, non mi sento di fare polemica sulle opinioni di Moz: del resto, da sempre sono convinto che su gusti e opinioni personali non si possa sindacare. E poi se non altro non sarei molto giusto: ci sono molti, moltissimi miti che non amo a mia volta. Da cui l'idea per questo post, che riprende proprio il format (o il meme, se preferisci) di quello apparso su Moz o' Clock.

giovedì 20 settembre 2018

"La neve se ne frega": un fatto triste e un dribbling fallito

Se mi conosci almeno un po', sono sicuro che non ti stupirà sapere che non sono un grandissimo fan di Luciano Ligabue, per usare un eufemismo. La mia modesta opinione (che vale come quella di chiunque altro, quindi non prenderla sul personale) è che la sua musica sia scontata, ripetitiva e con poca anima, poca sinceri. Di sicuro, è molto lontana da ciò che ascolto di solito.

Visto che però non sono come certi metallari abbastanza fanatici, se uno fa musica che non mi piace non diventa in automatico "il nemico", o uno da disprezzare. E così, quando mi è capitato tra le mani "La neve se ne frega", romanzo scritto proprio da Ligabue, non mi sono fatto problemi a leggerlo. E ho fatto bene.

martedì 18 settembre 2018

Facile come un cubo di Rubik

Forse l'avrai vista anche tu qualche mese fa: in televisione, passava spesso questa pubblicità di un talk-show di attualità. Parlo di quella in cui il conduttore (mi pare fosse Massimo Giletti, ma non vorrei dire una scempiaggine) sosteneva che la confusa situazione politica di allora (era il periodo di prima del governo) fosse intricata e difficile "come un cubo di Rubik". E a distanza di mesi, ricordo ancora come questa affermazione mi avesse un po' stupito allora.

Non è solo la maniera tragicomica il conduttore teneva in mano quel povero cubo, quasi fosse un artefatto alieno invece che un giocattolo di plastica colorata costruito in Cina. No, la perplessità maggiore è che per me il cubo di Rubik non è affatto difficile da risolvere: sono capace di farlo in pochi minuti e senza difficoltà. E visto che messa così sembra una vanteria - un po' vuota, per giunta - mi è venuta un'idea. E così, per la prima volta nella storia di Hand of Doom, ho fatto un video. Quello che puoi vedere qua sotto.

giovedì 13 settembre 2018

Furto d'auto

Quello che leggi è il post numero seicento di Hand of Doom. Forse non è un risultato molto significativo, ma a me le cifre tonde sono sempre piaciute: ecco perché ho deciso di festeggiare questo piccolo evento. E quale modo migliore di farlo, se non con un bel racconto?

Questo l'ho scritto ad agosto, mentre facevo la fila dal medico (sì, il mio medico ha dei tempi abissali, sono riuscito a cominciarlo e a finirlo mentre aspettavo lì). È uno dei miei racconti brevi, surreali e fulminanti: in questo caso, ironizza sul fatto che molti scrittori alle prime armi non abbiano la più pallida idea su come far parlare i propri personaggi.

martedì 11 settembre 2018

Don't worry, be happy

Ti è mai capitato di leggere, in un blog, uno sfogo di tono negativo su quanto le persone/il mondo/tutto faccia schifo? Sono sicuro di sì: se non altro, se mi segui da più di un anno, ne avrai letto qualcuno apparso qui su Hand of Doom. Anche se poi in virtù del mio cambio di mentalità dell'anno scorso (di cui ho parlato fino alla nausea) ho smesso di pubblicarne.

Ci sono però blogger che - ovviamente - continuano a farlo tutt'ora. Mi capita spesso di leggere, nei loro luoghi digitali, di come per esempio per il mondo del blogging (o per la scrittura) in Italia non c'è speranza: tutto va male, e in futuro di sicuro andrà anche peggio. Vuoi sapere la verità? Hanno pienamente ragione. Ma non in generale: soltanto riguardo a loro stessi.

giovedì 6 settembre 2018

"Nicolas Eymerich" e i miei pregiudizi

Nella mia vita, cerco di non avere pregiudizi di alcun tipo, verso nulla e nessuno. In molti casi è semplice: per esempio tutti i preconcetti razziali che moltissimi italiani hanno sono lontani mille miglia dal mio sentire. A volte però mi capita anche, in maniera involontaria, di cadere in pregiudizi (e di pentirmene, visto che nella maggior parte dei casi sono sbagliati). Pregiudizi che non pensavo nemmeno di avere, ma che scopro quando accadono determinati fatti.

È successo per esempio quest'estate, quando, tra i tanti libri che ho letto, mi è capitato di leggere Nicola Eymerich, inquisitore di Valerio Evangelisti. Conoscevo la fama di questo personaggio e dello scrittore, come il fatto che fosse uno dei pochi casi - anzi, forse l'unico - di autore italiano divenuto famoso con un'opera almeno in parte di fantascienza. A parte questo, però, non avevo grandi aspettative su questo romanzo: e invece, ne sono rimasto molto stupito in positivo.

martedì 4 settembre 2018

Scrittura e misantropia

Uno dei consigli più diffusi, all'interno dei manuali di scrittura è: per creare una storia efficace, immedesimati nel tuo lettore, conosci chi è e che cosa vuole, e poi scrivi la storia che desidera. Si tratta di un consiglio valido sotto molti punti di vista: se scrivi per essere letto, di sicuro non puoi fare come ti pare. Penso però che sia necessario attuarlo entro certi limiti: il "troppo" può essere dannoso quanto il non tenere conto affatto del proprio pubblico.

Non è solo una questione di creatività - scrivere solo per il pubblico e non per te stesso può essere mortificante (a meno che non lo fai con l'unico obiettivo di vendere, nel qual caso è proprio ciò a cui punti e quindi può andare bene). Soprattutto, pensare troppo a chi leggerà la storia invece che alla storia stessa non può che rendere la trama piatta, fiacca. Vuoi sapere perché?