martedì 31 gennaio 2017

Per chi si deve scrivere

Per chi si scrive? Dietro a questa domanda, semplice e in apparenza banale, si nasconde un mondo. Penso infatti che chiunque si sia mai cimentato in maniera seria con la scrittura, prima o poi si sia scontrato con questo dilemma, e sa che non c'è una risposta facile. Solo con esperienza e riflessione si può riuscire a trovare una propria posizione sensata.

Come di certo saprete, esistono principalmente due scuole di pensiero rispetto a questa domanda. La prima sostiene che bisogna scrivere soprattutto per sé stessi: se poi si piace anche ad altre persone, sarà stato un processo spontaneo, non cercato. L'altra invece sposa la posizione opposta: bisogna farlo per il pubblico. In fondo scrivere è in primis comunicare: se non lo si fa verso altri, che senso ha?

venerdì 27 gennaio 2017

Your Name. di Makoto Shinkai

Come sapete se non mi seguite da ieri, sono un accanito lettore, ascoltatore di musica e, perché no, anche un discreto cinefilo - magari non un esperto, ma mi piace andare al cinema di tanto in tanto. E visto che sono una persona di manica larga, in tutti e tre i campi ho trovato spesso opere che mi sono piaciute al punto da considerarle veri e propri capolavori.

Tuttavia, le opere che sono riuscite a cambiarmi dentro, nel profondo, sono state molte di meno. Negli ultimi anni, poi, le posso contare sulle dita di una mano (forse perché ormai resto impressionato meno facilmente). Eppure, ogni tanto mi succede ancora di rimanere estasiato, a volte in maniera inaspettata. È quel che è successo lo scorso mercoledì, quando sono andato a vedere Your Name. (sì, il punto finale fa parte del titolo), film d'animazione del regista giapponese Makoto Shinkai

martedì 24 gennaio 2017

"Dracula" e la percezione di un'opera

Personalmente, penso di essere un tipo di lettore un po' strano. Per esempio, non sono un grande fruitore di classici della letteratura, preferisco comprare e leggere romanzi più moderni. Eppure, non li disdegno nemmeno, e se mi capita l'occasione di leggerne uno non mi tiro indietro. È per questo che a cavallo tra la fine del 2016 e la prima settimana di gennaio mi sono ritrovato a leggere Dracula di Bram Stoker.

Nonostante il romanzo sia un po' prolisso e risenta dell'epoca in cui è stato scritto, l'ho trovato una lettura molto piacevole: per esempio, ho apprezzato la trama, molto interessante, e l'ambientazione suggestiva in cui svolge. Tuttavia, il particolare migliore di questa esperienza è il fatto che mi abbia fatto riflettere, non tanto sul libro ma su quanto i luoghi comuni, la cultura generale e le aspettative possano influenzare la percezione di un'opera.

venerdì 20 gennaio 2017

La voglia di essere letto

Ultimamente, mi sto dando parecchio da fare per quanto riguarda la mia attività letteraria. Come ho già detto la scorsa settimana, da qualche tempo ho più energie del solito, e le impiego per scrivere di più, ma non solo. In questi giorni, ho anche iniziato a setacciare la rete in cerca di contenitori per ciò che scrivo.

Che si tratti di un concorso, di blog letterari o riviste, sono sempre alla ricerca di nuove entità a cui mandare i miei racconti. Sto persino valutando se iscrivermi a qualche forum per questo scopo: un fatto un tempo impensabile, visto che da qualche anno non sono un amante di questo tipo di sito, per usare un eufemismo, eppure al momento lo trovo accettabile. Sapete perché? Non saprei spiegarlo bene, ma posso dire che al momento sento una fortissima voglia di essere letto.

martedì 17 gennaio 2017

Il conservatorismo del pubblico

Nelle scorse settimane mi è capitato di vedere due film di fantascienza, uno dietro l'altro. Appena prima della fine dell'anno, sono andato ad assistere a Rogue One di Gareth Edwards, spin-off della saga di Star Wars di cui sicuramente avrete letto, qua e là per la rete. La scorsa settimana è stato invece il turno di Passengers di Morten Tyldum, film che ha avuto molta meno eco, nonostante il cast di alto livello.

Avevo alte aspettative per entrambi, ma soprattutto per il primo. Non sono il tipo di fan sfegatato di Star Wars che colleziona memorabilia e conosce il nome di ogni personaggio minore che appare nei film. Amo però la saga e ho visto i primi sei film tante volte da poterli quasi citare a memoria. Mi piacciono molto sia la trilogia originale che quella prequel (ingiustamente sottovalutata, secondo me), e ho apprezzato anche il bistrattato Il Risveglio della Forza. Ma stavolta, nonostante tutto, per la prima volta un film della serie mi ha deluso.

venerdì 13 gennaio 2017

Nuova energia

Vi è capitato un periodo in cui avete mille energie e riuscite a fare tutto quello che volete? A me quasi mai, negli ultimi anni: tra depressione, insonnia, stress, problemi vari e condizioni di salute non ottimali, è da tantissimo che sono una persona poco vitale, con giusto qualche sprazzo ogni tanto. Di fatto, quasi non ricordo più quando ero giovane e riuscivo a seguire tante più cose, nella vita ma anche online, come per esempio i forum (che ho disertato totalmente da qualche anno a questa parte).

Da diversi giorni però sto sperimentando una condizione diversa. Mi è capitato raramente, infatti, di riuscire a portare avanti così tanto i miei progetti come in questo periodo, soprattutto senza farmi distrarre da ciò che invece di solito mi mette i bastoni tra le ruote. In particolare, nonostante lavoro e vari impedimenti, sono riuscito a scrivere molto ultimamente, come non mi riusciva da tempo. E in generale, sento di avere in me molta più energia di quanto sono abituato.

martedì 10 gennaio 2017

"Uomini che odiano le donne" e lo stile

Alla fine dell'anno appena concluso, spinto da una richiesta di Monica, ho deciso di leggere Uomini che odiano le donne dello svedese Stieg Larsson. Come forse saprete, si tratta di un piccolo caso letterario che è venuto fuori intorno a metà degli anni duemila, subito dopo la morte dell'autore, e ha dato il la a una serie di giallisti scandinavi che hanno ripreso la sua eredità.

È stata una lettura tutto sommato interessante e piacevole, anche se non sono proprio un gran lettore di gialli. Il romanzo è piuttosto scorrevole, specie passata la metà: ho letto le quasi settecento pagine in giusto due settimane, nonostante i tanti problemi a cui ho accennato anche qui e i preparativi per le vacanze natalizie. Eppure, nonostante l'esperienza positiva c'è qualcosa del libro che mi ha lasciato insoddisfatto: parlo dello stile.

sabato 7 gennaio 2017

Otto

E così, un altro anno è passato, rispetto a quel sette gennaio del 2009 malinconico in cui, senza un'idea precisa né una direzione, aprivo il mio "blog di un solitario". Sono passati otto anni da allora, e sono successe un sacco di cose: il blog ha cambiato nome, io pian piano ho fatto esperienza, sono arrivato a comprendere le dinamiche del blogging e a cercare di dargli una certa direzione, e così via. Di sicuro, adesso Hand of Doom è molto migliore, rispetto a quello di otto anni fa. O almeno, lo spero.

Come sia e come non sia, in ogni caso posso solo fare i auguri di compleanno, ancora una volta, a Hand of Doom! Se volete, potete unirvi anche voi in questa felice occasione, nell'attesa che, come ogni anno, dalla settimana prossima il blog torni alla sua normalità.