martedì 2 ottobre 2018

A chi dare la colpa

Se leggi questo blog, forse non hai una grande conoscenza del mondo metal. Non te ne faccio una colpa: anche io ultimamente cerco di frequentarlo il meno possibile, almeno se parliamo di contatti con altri fan del genere. Il perché è presto detto: negli ultimi anni in questo ambiente è aumentata ancor di più la tendenza alla lamentela compulsiva, sempre sugli stessi argomenti.

Per esempio, molti sostengono che ormai nel metal non ci sono più i grandi gruppi di una volta. Nonostante i mezzi migliori, nessuna band odierna sarebbe paragonabile a quelle vecchie per talento, come se la magia fosse sparita. Ma è vero? Per quanto mi riguarda è una stupidaggine: di grandi band ne esistono ancora tante, anche giovani. Non è il talento a essere venuto meno, ma solo la volontà di supportarlo. E di chi è la colpa di questa situazione?

Ecco qui un utile strumento per capire di chi è la colpa dei
tuoi problemi. E il bello è che non devi nemmeno comprarlo:
di sicuro anche tu ne avrai almeno uno in casa tua!
Negli anni ottanta - che sono il decennio d'oro del metal classico, rimpianto da molti - i gruppi più celebri (e spesso anche quelli emergenti) partivano in tour infiniti e si presentavano sul palco con coreografie ricchissime. Riuscivano insomma a creare un immaginario che le caratterizzava e stuzzicava la fantasia dei fan: qualcosa che oggi nessuno fa più.

Sarebbe facile dare la responsabilità di questo alle case discografiche: del resto una volta spendevano molti più soldi, mentre oggi i cordoni della borsa sono parecchio più stretti. E questo significa non solo meno tour, ma anche che molte band promettenti non possono più stare chiuse in sala prove per buona parte del loro tempo e affinare le loro canzoni. I big lo fanno ancora, ma i membri di tutte le altre band devono fare altri lavori per vivere, e il tempo da dedicare alla musica è molto meno.

Ma questa situazione è davvero colpa delle etichette brutte e cattive? In parte sì, ma secondo me la colpa maggiore non è la loro. Perché in fondo una casa discografica è un'azienda come le altre, per cui il primo interesse è il profitto. Di conseguenza, in teoria avrebbe tutto l'interesse di fare in modo che i propri gruppi esprimano la musica migliore che possono e facciano tour che rimangano impressi nell'immaginario degli ascoltatori. E allora perché quasi nessuno lo fa?

Semplice: perché spendendo così tanti soldi, un'etichetta non riuscirebbe a rientrare dei costi, come invece avrebbe potuto fare negli anni d'oro. E vuoi sapere perché? Semplice: perché la gente non va più ai concerti e preferisce scaricare illegalmente un disco, invece di comprarlo. Ecco quindi di chi è la colpa se non ci sono più gruppi capaci di creare musica eccezionale e concerti stratosferici: andando alla radice, spesso è proprio di chi si lamenta!

Ma questo caso musicale non è l'unico. In realtà, sono molte le situazioni in cui i nostri mali sono causati da noi stessi, per quanto spesso non ce ne rendiamo conto. Da un certo punto di vista è anche comprensibile: come ho già detto spesso in molti miei post, il mondo è incredibilmente complesso, molto più di quanto uno può immaginare. Perciò, non è facile collegare tra loro le migliaia di fatti che ci capitano ogni giorno.

Eppure, tutto è collegato. E non è una questione di karma, o di chissà quale altro concetto metafisico: al contrario, è un fatto scientifico. In particolare, è un'astrazione del terzo principio della dinamica di Newton: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Il che è vero per corpi e forze, mentre per la società umana non è del tutto esatto in maniera rigorosa, ma riesce lo stesso ad approssimare abbastanza bene la situazione.

Giusto per fare un altro esempio: una volta io soffrivo di solitudine, e di questo davo la colpa agli altri, perché all'epoca secondo me erano "tutti stronzi". Ma poi ho capito che già con questa semplice frase uno si rende odioso: figurarsi poi certi comportamenti che tendevano ad allontanare il prossimo. Parlo di scarsa empatia, poca attenzione, volontà nulla di entrare anche solo un pelo in intimità con chiunque e così via: tutte cose che ho messo in atto, e non mi rendevo conto di quanto potessero allontanare gli altri.

Ora invece sono consapevole che se ho pochi amici, la colpa è solo mia. Certo, non è che sia cambiato molto, da quando ne ho preso coscienza: ma è solo perché nel frattempo ho imparato a non soffrire la solitudine, a bastarmi, a stare bene da solo, e quindi non sento più un grande bisogno di fraternizzare. Se così non fosse, oggi lotterei per cambiare la situazione. E non sarebbe una lotta per vincere la diffidenza degli altri: no, sarebbe soprattutto contro me stesso, e i miei difetti caratteriali.

Del resto, questo è il modo per risolvere molti problemi. Sì, so bene che non è facile: spesso se ti rendi conto che un problema è causato da te, la reazione più naturale è  di sentirti in colpa, il che però serve solo a stare male. La reazione più giusta, è un'altra: comprendere che se sei tu alla radice di un problema, allora la soluzione non è mai impossibile da raggiungere. Perché non dipende più da fattori esterni su cui non hai controllo: dipende da te, e su te stesso ne hai molto di più.

Si tratta di qualcosa di così difficile che può spaventare: dopotutto lottare contro i lati peggiori di sé stessi per cambiare non è cosa da poco. Ma i risultati sono eccezionali. E non è una frase fatta: è stato questo il modo con cui, per esempio, ho terminato il mio primo romanzo oppure ho sconfitto la depressione. Non ho fatto altro che capire che i problemi che mi impedivano di raggiungere questi due traguardi erano colpa mia: di conseguenza sono cambiato, e alla fine ho vinto su entrambi.

Ecco perché, quando riconosci che molti dei tuoi problemi sono causati da te stesso, hai già fatto un bel passo in avanti sulla via migliore per risolverli. Ma come ho già detto, non è facile: molto di più lo è continuare a dare la colpa alla società, all'universo, o a chi ti pare. Del resto in Italia lo scaricabarile è quasi uno sport nazionale. E non è un caso che siamo pieni di problemi e non sappiamo risolverli: del resto se non capisci qual è la loro origine profonda, come puoi pretendere di trovare una soluzione?

La domanda: e tu a chi dai la colpa di solito per i tuoi fallimenti e i tuoi problemi? A te stesso e agli altri?

4 commenti:

  1. Ma soprattutto, la domanda è: che fine hanno fatto le g in grassetto? :D
    Al di là di questo: se la colpa è mia, me la prendo e ci rifletto. Ma se è degli altri, mi batto perché sia riconosciuto ciò XD

    Moz-

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    1. Certo: non sempre la colpa è proprio tua, a volte altri hanno responsabilità di fatti che ti accadono. Ma sono abbastanza sicuro di affermare che molti dei problemi che riguardano una persona derivano proprio da essa :) .

      Quella delle g in grassetto comunque non l'ho capita D: .

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    2. Ieri le tue g in grassetto non si vedevano ahaha XD
      Comunque sì: la maggiorparte dei problemi sono nostri, sia chiaro. Spesso di cattiva comunicazione.

      Moz-

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    3. Nonostante quanto affermato nel post, le g che non si vedevano non erano colpa mia! Probabilmente è stato un bug di Blogger :D

      Tornando seri, hai centrato un altro punto: sicuramente la cattiva comunicazione conta parecchio, in certe situazioni. Ora che mi ci fai pensare, avrei anche diverse cose da dire sull'argomento: magari nelle prossime settimane ci faccio un post su :P .

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