martedì 11 settembre 2018

Don't worry, be happy

Ti è mai capitato di leggere, in un blog, uno sfogo di tono negativo su quanto le persone/il mondo/tutto faccia schifo? Sono sicuro di sì: se non altro, se mi segui da più di un anno, ne avrai letto qualcuno apparso qui su Hand of Doom. Anche se poi in virtù del mio cambio di mentalità dell'anno scorso (di cui ho parlato fino alla nausea) ho smesso di pubblicarne.

Ci sono però blogger che - ovviamente - continuano a farlo tutt'ora. Mi capita spesso di leggere, nei loro luoghi digitali, di come per esempio per il mondo del blogging (o per la scrittura) in Italia non c'è speranza: tutto va male, e in futuro di sicuro andrà anche peggio. Vuoi sapere la verità? Hanno pienamente ragione. Ma non in generale: soltanto riguardo a loro stessi.

Anche Bobby McFerrin pensa positivo. E questo nonostante
tutti credano che il suo pezzo più famoso sia di Bob Marley!
Una tra le idee in cui ho sempre creduto, anche prima dello scorso anno, è che lamentarsi non serva a nulla, anzi sia soltanto dannoso. E non solo perché chi si lamenta potrebbe passare per "piagnucolone" - non è sempre così, e se anche fosse non è comunque un gran danno d'immagine, ce ne sono di peggiori.

No, il problema principale è che la lamentela è una scusa che il proprio io trova per evitare di dover affrontare un problema. Ed è una mentalità limitante e persino pericolosa, perché non ci consente di vedere il semplice fatto che ogni problema, se affrontato nella maniera giusta, ha una soluzione. E, in generale, che quasi nessun obiettivo è irraggiungibile.

Anche io, quando mi lamentavo, sottovalutavo moltissimo le potenzialità della mente umana, e la loro incredibile capacità influire sulla realtà esterna. Si tratta di una potenzialità enorme, ma che quasi nessuno riesce a riconoscere. Ed è reale: non parlo di magia, di soprannaturale o chissà quale altra panzana spirituale o paranormale: a queste cose non ho mai creduto, e anche ora che sono cambiato continuo a non farlo.

No, quella di cui parlo è un concetto del tutto razionale, persino scientifico se vuoi. Perché è vero che sforzandosi di vedere il mondo sotto una luce diversa e non negativa, tutto cambia: non è una semplice questione di ottimismo. Al contrario, il pensiero positivo ti consente di trovare le soluzione ai problemi, e di sfruttare meglio le occasioni che la vita ti offre.

Per chiarire meglio il concetto - che mi rendo conto essere un po' nebuloso, messo così - farei l'esempio di un concorso letterario: con che mentalità affrontarlo? Di sicuro, non quella di pensare "non vincerò mai, quindi è inutile persino partecipare". Se lo facessi, l'unica consolazione sarebbe di avere ragione: l'unico modo sicuro al cento percento di non vincere un concorso è proprio non presentarsi affatto. 

Allo stesso modo, se decidi di partecipare ma sei pessimista, la tua mente ti porterà a impegnarti meno di quanto potresti - magari anche in maniera inconscia. E il risultato, ovviamente, sarà una storia di qualità minore, che difficilmente vincerà. Non che il pensiero positivo sia una garanzia di trionfo, visto che un concorso letterario non dipende solo da te: ma di sicuro non avere ansie e scrivere in maniera serena aiuta a fare meglio, e ti dà quindi più possibilità di successo.

Ma questo è un esempio abbastanza banale, persino stupido: questo tipo di mentalità funziona in moltissimi ambiti della vita, molti dei quali più importanti di un semplice concorso. In generale, consente di sfruttare al meglio le proprie capacità per raggiungere i propri obiettivi. E, soprattutto, di non lasciarsi abbattere dai propri fallimenti, che fanno parte della vita e come ho detto spesso in passato, hanno sempre qualcosa da insegnare. Perché col pensiero positivo, in sintesi, non c'è sconfittao vinci o impari.

Io posso testimoniare bene questi effetti benefici: da quando ho cominciato a sperimentarlo, dopo anni di tentativi falliti ho scritto un romanzo in quattro mesi e il secondo è a buon punto. Ho fatto tutto questo perché il mio sogno è diventare famoso con la mia scrittura. Difficile? Lo è molto, specie in Italia. Ma questo non può essere un alibi: di sicuro se non ci provi da difficile diventa impossibile.

La verità è che se avessi continuato come prima non sarei mai andato da nessuna parte, né avrei raggiunto i risultati già conseguiti ora - tanti, anche se il tempo è stato poco. Se avessi avuto sempre scarsa autostima, avessi pensato soltanto "tanto nessuno legge in Italia" e così via, avrei continuato ad abbandonare una bozza di romanzo dietro l'altra, come facevo in passato, e non avrei concluso niente. Quanti scrittori sono diventati famosi facendo così? Esatto, nessuno mai.

Ecco perché dico che il pensiero positivo è il mezzo con cui si può andare lontano nella vita con più facilità - forse addirittura l'unico per riuscirci. Ed è per questo che mi piacerebbe che lo abbracciassero sempre più persone, e in particolare i blogger di cui parlavo all'inizio: non sono d'accordo con gli sfoghi che pubblicano, ma sono persone che stimo. Di sicuro, persone a cui non auguro di vivere con la negatività addosso, una situazione brutta e logorante - e lo so benissimo, per esperienza personale. È solo una via più breve, più facile, meno impegnativa. Ma che alla fine non porta ad altro che a soffrire.

La domanda: e tu pensi positivo, o ti lasci andare alla negatività?

4 commenti:

  1. Verissimo, Mattia. La vedo come te.
    Inutile essere pessimisti, non serve a niente ed è l'unico modo per ottenere NIENTE.
    Noi purtroppo abbiamo inculcata la cultura del fallimento: se non vinci, hai finito. Ciao.
    Nessuno crede più in te.
    Altrove non è così, si torna subito in pista :)

    Moz-

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    1. Il fallimento non è l'unica cosa che abbiamo inculcata. Ne abbiamo tante, troppe, tra ansie e idee limitanti. E non è per niente facile liberarsene: nemmeno io, dopo tutti gli sforzi che ho fatto, ci sono ancora riuscito in maniera completa. Ma sono ottimista che, continuando a lavorare, pian piano migliorerò fino a riuscirci ^^.

      Concordo comunque col fatto che uno deve tornare subito in pista. E anche sull'inutilità del pessimismo :) .

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  2. Penso positivo, sicuramente, salvo cadute occasionali; ma anche quelle cambiano quando si cambia il modo di vederle. :)

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    1. Sì, qualche ricaduta capita anche a me. Non è niente di cui preoccuparsi in fondo: nessuno può stare sempre bene e al top delle sue energie ogni giorno della sua vita, qualche momento no può capitare anche se pensi positivo. L'importante è reagire e uscire al più presto possibile dal momento no :) .

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