giovedì 19 settembre 2019

Abbasso Stranger Things!

Ho avuto qualche dubbio, prima di scrivere un post su Stranger Things. E no, non è perché potrei scontentare qualche fan di questo telefilm tanto amato (anche se in effetti potrebbe essere proprio così): soprattutto, c'è il fatto che io non l'ho visto. Non del tutto, almeno: ho avuto modo tuttavia di vedere alcune puntate qua e là, senza seguire la trama, e anche se non posso giudicarla come opera in toto, un'idea me la sono fatta. Un'idea negativa.

Non è solo perché la storia dei ragazzini amici intimi che combattono mostri è vecchia di decenni (It è del 1984, e ci sono così tanti riferimenti ai libri di King che spero i creatori di Stranger Things gli paghino i diritti). Quello che mi ha fatto storcere il naso di più prescinde dalla trama e dall'originalità (su cui del resto, come detto, non posso dare che un'opinione parziale e imprecisa): non sopporto il suo continuo ed esasperato puntare sulla nostalgia.

Anche a me piacerebbe tornare agli anni ottanta: dopotutto
sono stati anni ruggenti per il metal. Ma per quanto chiunque
lo può volere, gli anni ottanta non torneranno indietro,
bisogna mettersi il cuore in pace. 
Anche io, che ho visto così poco, ho comunque compreso che mostri e dimensioni parallele sono solo un pretesto. Il vero fulcro della storia è chiaramente la storia di amicizia tra i ragazzi protagonisti, e l'ambientazione anni ottanta in cui è ambientata.

Del resto, quest'ultimo dettaglio mi è sembrato inutile ai fini della trama: se le vicende si svolgessero oggi, credo funzionerebbe tutto lo stesso senza problemi. A non venire evocato sarebbe però il senso di nostalgia per il passato, motivo per cui Stranger Things viene guardato sia da chi è cresciuto negli anni ottanta, sia da chi è più giovane e avrebbe voluto farlo. E a me questo non piace.

Ne ho parlato già su Hand of Doom: guardare al passato con amore e al presente con diffidenza non è bene per il cinema e per l'arte. Ma non è di questo che sto parlando, anche visto che Stranger Things non è una cosa vecchia, anzi: penso che questo tipo di conservatorismo vada oltre l'arte, e sia un problema in generale. Del resto, oggi la gente non fa altro.

Capisco che sia bello rifugiarsi in un passato piacevole per sfuggire a un presente percepito (spesso anche a ragione) come negativo. Ma avere questo atteggiamento non solo per quanto riguarda la musica, il cinema, la cultura, ma anche come stile di vita è deleterio: non è meglio lavorare per risolvere i problemi di oggi? Anche perché ignorandoli, questi problemi non spariscono, anzi si ingigantiscono: il risultato è che il futuro non potrà che essere ancora peggio di questo presente tanto odiato.

Ecco perché io sono contro Stranger Things. Ma non tanto contro la serie televisiva in sé, sul cui valore effettivo non mi esprimo, non avendola vista, quanto per l'attitudine di guardare al passato che trasmette. Attitudine che non ha certo inventato la serie, e che anzi viene usata in maniera anche intelligente per attrarre spettatori: non è Stranger Things il problema, ma la mentalità di molti di quelli che la guardano.

La domanda: anche secondo te guardare troppo al passato è sbagliato?

2 commenti:

  1. Ciao Mattia, secondo me dipende dal modo in cui si guarda al passato.
    Se tale modo è nostalgico allora è sicuramente controproducente, mentre se si guarda agli sbagli che si facevano nel passato per migliorare il presente (azione rarissima) allora è lì che uno sguardo al passato avrebbe senso.

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    1. Ma certo! Come ho scritto in tanti altri post, imparare dal passato è importantissimo: anche per questo secondo me viverci è sbagliato. Perché se invece di usare gli errori come lezione per migliorare lo si considera il periodo migliore della propria vita, si continueranno a fare gli stessi errori. Il che blocca la crescita personale a cui ognuno di noi dovrebbe puntare :) .

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