martedì 16 aprile 2019

La relatività del tempo

Che il tempo non fosse lo stesso per tutti nell'universo fu Einstein a ipotizzarlo, oltre un secolo fa. Nella sua teoria della relatività, tra i vari concetti c'è quello che il suo scorrere può accelerare o rallentare a seconda delle condizioni fisiche e di moto dell'osservatore. Tuttavia, non è di Einstein o del suo lavoro che voglio parlare oggi.

Se infatti gli effetti fisici misurabili di questa teoria scientifica si possono sperimentare solo in condizioni di alte velocità, o gravità molto più intense di quelle terrestri, il tempo percepito è un'altra storia. Credo che tutti, una volta o l'altra, abbiamo notato come il tempo passi in un lampo quando ti diverti, mentre se sei a disagio l'orologio sembra quasi fermarsi, ogni secondo dura una vita. Tuttavia, a me di recente è capitato di rendermi conto di un altro esempio di distorta percezione del tempo,  non tanto relativa al presente, quanto al passato.

Come ho avuto già modo di raccontare su questo blog, almeno fino alla fine del 2017 ho vissuto anni davvero difficili. E direi che almeno per altri dodici mesi da allora ho avuto un bello strascico di problemi. Problemi che ancora ora mi porto dietro, ma da cui, lentamente, mi sto risollevando.

La maggior parte di questi problemi, manco a dirlo, erano legati alla mia attività di gelateria. Un'attività che come forse sai se hai seguito un po' il mio blog negli ultimi tempi, mi ha portato via tempo, impegno e soldi, e alla fine è esplosa in una bolla di sapone, lasciandomi solo debiti, fastidi, misantropia e tanta rabbia.

Non è stata un'esperienza del tutto deleteria, questo no: come non ho mai mancato di sottolineare, anche la situazione più negativa può essere utile, e insegnarti tanto. Di sicuro, se mai mi capiterà di aprire una nuova attività, non farò gli stessi errori. A parte questo, però, non posso fare a meno di considerare quelli della gelateria anni persi, in cui avrei potuto fare molto di più.

Sarà proprio per questo che, come mi sono reso conto di recente, faccio fatica a collocare gli avvenimenti accaduti nel periodo in cui avevo la gelateria. In effetti, in ben due occasioni negli ultimi tempi ho sperimentato questa incapacità: il primo è un concerto a cui credevo di aver partecipato nel 2018, invece è stato nel 2017. Mentre l'altro è ancora più impressionante: il mese scorso ho festeggiato tre anni di matrimonio con Monica... ma ero convinto che fossero appena due.

In generale, riesco con facilità a ricordare almeno l'anno in cui è avvenuto qualcosa nel periodo prima della gelateria. Ma poi gli anni si confondono, diventano nebbiosi: ricordo i fatti, ma non quando sono avvenuti. E questo si accentua ancora di più tra il 2017 e il 2018: gli anni peggiori della gelateria, con il fallimentare trasferimento a Senigallia culminato con la chiusura. Un lasso di tempo in cui francamente non saprei distinguere un mese dall'altro.

Perché ho questi problemi? Sono quasi sicuro che sia per la natura stessa del periodo in questione: un periodo in cui nulla si è mosso, in cui non sono riuscito a concludere niente, né a realizzare nessuno degli obiettivi che mi ero prefissato. In gran parte è stata colpa mia, ovvio, ma questo in fondo non è importante: quel che conta è che è stato un periodo così di stasi, così morto che un anno o l'altro fa poca differenza.

Per fortuna, è anche un periodo che ormai mi sono lasciato alle spalle. Non è un caso che ora riesco meglio a ricordare le date, almeno nell'ultimo anno e mezzo. Sarà perché sento che il tempo ha ricominciato a scorrere, e le cose a cambiare. All'inizio molto piano, qualche mese è stato ancora monotono. Ma da qualche tempo, la mia situazione sta migliorando sotto ogni aspetto: i problemi pian piano si risolvono, io riesco a concentrarmi di più sugli obiettivi e a portarli avanti.

Soprattutto, c'è il fatto che grossi cambiamenti sembrano alle porte: cambiamenti in meglio, ovvio. Non voglio farmi prendere dal facile entusiasmo, ma sono molto ottimista: forse il periodo buio è alle spalle in maniera definitiva. Gli anni di immobilità totale da cui sono uscito non sono stati i primi, nella mia vita: ora però posso sperare legittimamente che siano stati gli ultimi.

La domanda: è mai capitata anche a te questa distorsione di percezione? E in generale, hai mai vissuto anni di stasi come me?

2 commenti:

  1. È chiaro che il problema era nella gelateria in sé: la situazione, ovviamente. Eri così innaturale che il tempo stesso ti si è distorto, sarà stata una esperienza brutta, immagino. Purtroppo succede.
    Esistono diverse annate "brutte", per me.

    Il tempo, però, non è mai distorto in quel senso... o almeno non mi sembra.

    Moz-

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    1. Non è stata nemmeno un'esperienza così brutta: a tratti mi ha dato anche alcune soddisfazioni. Semplicemente, il fatto è che è stato un periodo in cui tutto è sempre stato uguale, e gli obiettivi minimi sono sempre rimasti fuori portata - ossia, soprattutto l'indipendenza economica: altrimenti uno che lavora a fare :) ?

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