martedì 5 novembre 2019

Come NON fermare il declino della blogosfera

Anche se lo pubblico solo ora, questo non è un post nuovo. O meglio, in realtà lo è, visto che mentre lo scrivo è domenica, tre novembre: tuttavia, l'idea originale di questo post risale alla fine di settembre. Allora avevo scritto un post più o meno con le stesse argomentazioni, ma di tono abbastanza forte e sarcastico: troppo forte, ho deciso nei giorni successivi, il che mi ha portato ad accantonarlo in via provvisoria.

A farmi scattare è stato il post su un blog che seguo: parlava di declino della blogosfera, un fenomeno su cui in effetti l'autore aveva ragione. Tuttavia, invece di chiedersi come contrastare questo fenomeno, nello stesso articolo annunciava che da quel momento avrebbe smesso di leggere ogni blog il cui proprietario non commentava di frequente il suo. Il che mi ha fatto ridere: è come denunciare, per esempio, il problema del mare inquinato e poi andarci a rovesciare di proposito un container pieno di rifiuti di plastica!

Dietro alla battuta, però, la situazione è abbastanza triste. E non lo dico perché tra i blog che l'autore - che non citerò, quindi non chiederlo - ha eliminato c'era anche il mio: non nego che sul momento ci sia rimasto male, ma oggi quello è un fatto a cui ripenso senza fastidio. Anzi, credo abbia fatto bene.

Uno potrebbe pensare che, visto che ho già un numero abbastanza ristretto di follower, per me perderne uno possa essere quasi una tragedia. In realtà non è così: mi può dispiacere un po' nel caso di una persona con cui ho interagito spesso e verso cui ho sviluppato stima (la persona in questione lo è, anzi per la precisione lo era), ma non mi straccio le vesti se succede. Anzi, alla fine è meglio per me.

Questo perché Hand of Doom non ha bisogno di un milione di fan inerti: ne bastano anche dieci - o anche nessuno, al limite - purché siano interessati davvero a quello che scrivo. Chi non lo è invece meglio perderlo che trovarlo: non è una frase fatta, ma un dato matematico! Se non altro, quando il blogger di cui sopra mi ha tolto il "like", è aumentata la percentuale di fan interessati rispetto al totale. Questo senza considerare che il defollow vuol dire anche la fine di una situazione poco costruttiva: se mi segui ma non ti interesso, è un po' una presa in giro nei miei confronti; meglio che finisca presto, quindi.

La cosa triste però è che siamo rimasti in pochi a pensarla così, oggi. Almeno, vedo che molti blogger sono invece interessati solo ad avere grandi numeri di follower, di interazioni, di visualizzazioni, di commenti: una mentalità nemmeno sbagliata, anche a me piacerebbe che Hand of Doom crescesse più di così. Il problema sorge quando i follower diventano l'unico obiettivo, per raggiungere il quale si seguono metodi sbagliati. E il do ut des del genere "ti seguo per farmi seguire" è il più sbagliato che ci sia.

Ne ho già parlato in diversi post, quindi forse non serve ribadire. Ma lo faccio lo stesso, perché è evidente di come moltissimi là fuori non si rendano conto di quanto sia poco costruttivo questo modo di agire. E non serve un genio per capirlo: se tutti vogliono follower e sono disposti a seguire chiunque allo scopo, ma nessuno vuole essere interessato al blog altrui, il risultato è che potrai avere tantissimi follower ma nessuno sarà mai interessato davvero a te. Magari questo a qualcuno piacerebbe pure, ma è una situazione in cui io non vorrei mai trovarmi.

A parte questo, credo che il do ut des sminuisca i propri lettori, e faccia venir meno il rispetto reciproco che dovrebbe essere alla base di ogni sano rapporto blogger-pubblico. Non lo dico per farmi bello, ma io stimo molto i pochi interessati a quello che scrivo qui: li considero importanti, e mi impegno a creare i post migliori che posso. E se non riesco a farlo, è giusto che mi ignorino, che non interagiscano, che mi critichino, non è che mi arrabbio se succede. Questo perché li vedo come singole persone mie pari, non come automi tutti uguali al mio servizio che devono seguire e commentare per forza.

Ma come io penso questo dei miei lettori, pretendo che gli altri mi accordino la stessa dignità, e mi arrabbio se non succede. Ecco perché, se segui questo blog perché ti piacciono i miei post, sei il benvenuto qui, qualsiasi cosa tu faccia. Se commenti ogni volta o di rado, se lurki, se leggi tutti i post o solo alcuni, se sparisci per un breve o un lungo periodo: va tutto bene, sei lo stesso il benvenuto, io non ti dirò mai di no, né smetterò di seguirti se già lo faccio. Ma se mi aggiungi solo perché vuoi che ti segua, è meglio che non ci provi per niente: mi spiace,  ma l'unico modo che hai per farti seguire da me è propormi contenuti che possano interessarmi, altrimenti sprechi tempo.

E ti dirò di più: forse, se appartieni a questa  secondo categoria, sarebbe il caso di aprire gli occhi e cambiare mentalità. Puoi lamentarti quanto vuoi del fatto che la blogosfera si sta spopolando, ma se poi non hai intenzione di leggere gli altri non sei una vittima di questo spopolamento, sei parte del problema. Perché tutte le persone che l'hanno abbandonata provavano il tuo stesso disinteresse; almeno però sono state coerenti e se ne sono andate, non sono rimaste a pretendere qualcosa che in primis esse stesse non sono disposti a dare.

Ecco, il vero do ut des nei blog non dovrebbe essere lo scambio di follow: dovrebbe essere "sono interessato ad arricchire la mia cultura, a fare esperienza, a divertirmi leggendo gli altri blog, perciò sono degno che gli altri leggano il mio". Se funzionasse così, la blogosfera sarebbe molto migliore: non solo attirerebbe più pubblico, ma sarebbe un luogo più vivibile e tranquillo, senza  meschinità del tipo "ecco, non mi commenti mai, ti tolgo il follow".

Purtroppo però, come dicevo, siamo in pochi a pensarla così: per quanto mi riguarda, anche questo è uno dei motivi del declino della blogosfera, forse il principale. Come fare a contrastarlo? Sinceramente, non ho una risposta: sono sicuro però che non puoi farlo col do ut des, con l'egocentrismo, col mancare di rispetto ai propri fan. Quello semmai è il giusto modo per accelerare la decadenza e, di conseguenza, farci perdere tutti.

La domanda: sei d'accordo anche tu sulle cause del declino della blogosfera e sulla dannosità del do ut des?

32 commenti:

  1. Argomento particolare.
    Ti espongo il mio punto di vista, che comunque ho già più volte reso pubblico.
    La blogosfera e come la intendi e la vivi. Dipente tutto da questo.
    È innegabile che esista un do ut des (perché era una pratica sin dagli albori del blogging) e che sia dannosa, portando o al fenomeno che citi, o all'esatto contrario (sempre dannosissimo) del commento forzato, buttato lì per ricambiare.
    Siamo noi che dobbiamo impegnarci per "migliorare" il do ut des, che per me NON deve morire come fenomeno in sé: ci si basa la blogosfera.
    Ovviamente, se intendi viverla.
    Lo blogosfera è esserci, fare rete, rispondere e andare anche a casa degli altri.
    Non per forza tutto deve interessarci, ma la questione è ancora più sottile.

    Io commento anche blog di calcio e a volte pure di prodotti di bellezza. Due argomenti distanti anni luce da me, e che non mi cercherei mai di mia iniziativa.
    Perché lo faccio? Perché sono su alcuni blog che conosco.
    Do ut des? No.
    Semplicemente, facendo rete da tanti anni, succede che ti affezioni al blog ma ancora di più al blogger. Si diventa persino amici, seppur nel virtuale.
    E allora un commento è anche uno scambio, un sorriso, una battuta.
    È gente che poi va ben al di là del blog, perché magari la incontri, perché magari la senti anche ogni giorno al telefono.

    La blogosfera è come un enorme magazine: anche se fosse qualcosa di un argomento che amiamo, non credo che ci interesserebbe TUTTO il suo contenuto. Eppure, finiamo spesso per leggere anche quegli articoli che non ci intrigavano molto. Perché siamo affezionati al magazine, alle firme, al mood generale.

    Ultima ma non ultima, una questione importante: perché la gente dovrebbe leggerci? Cioè, né io né tu né nessun altro dei blogger che conosco siamo vip. Di quelli che tu leggi a prescindere.
    Le cose che scrivo io potresti anche trovarle altrove, scritte da altri, per quanto magari mi sforzi di renderle uniche e inedite.
    Ma questo è. Non siamo vip, scrittori o grandi penne.
    Ci si legge anche per fare rete, e sì... a tratti è come un circolo. Ma quale associazione non lo è? E partendo dal circolo, sicuramente arriveranno a leggerci (in tanti, magari) anche da fuori :)

    Moz-

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    1. Aspetta, però: io non sono per niente contrario allo stringere amicizia tra vari blogger, anzi. Secondo me i rapporti che si creano qui tra autori sono tra le cose più positive dell'intera blogosfera. Ed è anche per questo che sono contrario a una certa forma di do ut des: se l'interesse non è nell'avere un rapporto sano ma solo di farsi seguire, può anche nascere un'amicizia, ma sarà sempre una cosa finta, artefatta. E prima o poi finisce: mi è successo, un paio di volte, che persone "amiche" (che poi non lo erano davvero) mi rinfacciassero che non le seguissi, o addirittura che non lo facessi nella giusta maniera. Che razza di amicizia è quella? Se c'è interesse, non una vera :) .

      Per il resto ti do ragione su tutto, o quasi. Per quanto mi riguarda però non vado a commentare i post di persone che stimo se non ho nulla da aggiungere. In compenso però cerco di leggere e commentare i loro blog il più spesso che posso. Ma anche lì, non mi sento in dovere di farlo perché loro facciano lo stesso: è una cosa spontanea, basata su un rapporto di stima che spesso io per primo ho cominciato a creare - all'inizio non mi seguiva nessuno, sono io che ho cominciato a seguire tanti di quelli diventati poi blogger amici. Di sicuro, né da parte mia né loro c'è mai stato interesse ad avere il semplice follow, quanto qualcosa di più pulito e costruttivo :) .

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    2. Guarda, ti faccio degli esempi concreti.
      -escono 5 recensioni dello stesso film. E le ho tutte sul blogroll, ma poco tempo per leggerle. Devo fare una scelta: leggo il blogger con cui ho un rapporto più forte (che, spesso significa, mi commenta sempre).
      -ho poco tempo e tante letture di blog da recuperare. Ma non potrò recuperarle tutte. Quali leggo e commento?
      Ovviamente i blog di chi mi legge e commenta sempre.
      E, per assurdo, arrivo anche a comprendere la scelta di quel blogger lì che citi.
      Il problema è che spesso ci si trova costretti a operare dei tagli, a tagliare cioè delle teste... e chi è fuori dalla rete ci rimette, perché con gli altri c'è un rapporto (seppur finto, a volte, non lo nego: ma il più delle volte vero e sincero).
      Ma perché tutto questo? Perché né io, né tu, né altri qui in queste lande, siamo penne autoriali, siamo vip o personaggi degni di nota.

      Se devo leggermi la recensione di un film, compro Nocturno o Ciak o FilmTv, per dire ;)

      Moz-

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    3. Capisco il tuo discorso e rispetto il tuo punto di vista. Ma per me è semplicemente diverso: posso leggere qualcuno perché lo stimo, ma magari saltare qualche post che capisco che non mi interessa dal titolo o dalle prime righe. Il mio tempo è così limitato che scegliere di leggere e persino di commentare deve essere ben ponderato: ecco perché in molti casi ormai leggo qualcuno solo se scrive cose davvero interessanti ai miei occhi.

      Sono d'accordo comunque che gli stessi tipi di contenuti che ci sono su qualunque blog si possono trovare almeno su un altro - o su molti altri - online, e anche su altri supporti. Ma visto che come ho detto il mio tempo è limitato, se intanto leggo quell'argomento su un blog che conosco e seguo, per me va bene lo stesso: non è che devo andare a cercare tutti quanti i post simili online. Forse sarà una cosa un po' pigra, ma così è per me :) .

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    4. Appunto, anche tu operi dei tagli.
      Il tempo risicato non ti permette di essere ovunque, e fai delle scelte su chi o cosa leggere.
      Siccome io, navigando nella blogosfera da anni, vedo che comunque le cose proposte sono pressoché quelle (e non ne sto parlando male, spesso il livello è alto), preferisco andare -quando il tempo mi manca- da chi è presente da me.
      O ancora, preferisco comunque andare da chi mi è amico, da chi ha instaurato con me un rapporto oltre il blog, perché con queste persone mi trovo bene :)

      Moz-

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    5. Anche a me piace commentare chi mi commenta, se trovo qualcosa da dire. Ma il fatto è che non sempre succede, o perché il blog non mi piace, oppure perché è uno di quei blog di cultura, con post che raccontano storia, arte, ecc, e io da appassionato ma non esperto non saprei cosa aggiungere, e mi limito solo ad arricchire le mie conoscenze.

      In generale, non sento proprio questo bisogno così impellente di commentare per forza. Se uno mi stima e io stimo lui, posso anche solo io commentare il suo blog e viceversa: c'è comunque un contatto positivo, per quanto mi riguarda :) .

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    6. Vedi, il discorso è un po' più articolato, secondo me.
      Ti avevo fatto già un esempio che calza a pennello: ci sono due blogger che trattano di calcio (in modo fisso) e di cosmetici (saltuariamente).
      Il primo, ogni tanto, si concede il calcio anche in modo "pop" (quindi tv, cinema, fumetto... sempre a tema).
      Il secondo, parla di cosmetici una volta su tre, per dirla con una statistica.
      In entrambi i casi, comunque, a me sia di calcio che di cosmetici non me ne fotte uno stracazzo: loro lo sanno, in tranquillità.
      Ma loro sono anche miei due amici, seppur virtuali.
      Il nostro rapporto, nato sui blog, è diventato da subito "altro". Ci si scrive, ci si telefona, ci si spedisce anche delle cose.
      Ora, io non mi andrei mai a cercare articoli sul Milan o la Juve, così come non mi andrei mai a cercare articoli sull'acido ialuronico.
      Eppure, proprio perché ERANO LORO, ho letto vari loro articoli su queste cose. Commentandoli anche.

      Per me è questa la BLOGOSFERA, è come una grande rivista redatta da gente che comunque stimi, e in una rivista non sempre ti interessa tutto, ma alla fine probabilmente leggi tutto ugualmente. Per stima o per curiosità? No, per un insieme di cose che si chiama "rete" :)

      Moz-

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    7. Avevo già capito il tuo esempio.Di sicuro trovo il tuo comportamento nei confronti dei tuoi amici positivo, con nulla di sbagliato. Dico solo che io sono fatto in un'altra maniera, e preferisco non commentare né leggere i post che non mi interessano. Ma non lo faccio per cattiveria: conto sul fatto che gli altri capiscano che non possono essere sempre interessanti per ogni lettore con ogni post.

      Del resto, io non lo pretendo. Per esempio, so che se parlo di fantascienza attiro certi commentatori, se invece parlo di cose più popolari altri, se parlo di scrittura altri ancora. E non è che se uno di quelli della fantascienza non mi commenta un post su una "cosa popolare" mi offendo, né perdo la stima in lui, né mi sembra che non stia "facendo rete". Anzi, preferisco questo che un commento vuoto del tipo "bel post", fatto solo per farmi piacere ma che piacere non mi fa affatto :) .

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    8. Ma infatti su questo la vediamo allo stesso modo: non si deve commentare per forza, assolutamente. Né, soprattutto, leggere.
      Ma appunto, se avessi poco tempo anche solo per le cose che mi interessano e dovessi fare delle scelte, sceglierei di leggere i blogger con cui ho più feeling, con cui faccio rete, con cui mi sento anche al di là del blogging.

      Moz-

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    9. Su questo siamo abbastanza d'accordo, almeno a livello di commenti: di sicuro, è bene dedicarsi ai blogger con cui hai un rapporto migliore. E' anche vero che se, scorrendo qualche social, trovo un articolo interessante, lo leggo anche se non conosco l'autore, ma questa credo sia una questione un po' diversa :) .

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    10. Sì, ovvio, anche io leggo delle cose SOLO perché mi interessano :)

      Moz-

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  2. "se tutti vogliono follower e sono disposti a seguire chiunque allo scopo, ma nessuno vuole essere interessato al blog altrui, il risultato è che potrai avere tantissimi follower ma nessuno sarà mai interessato davvero a te" è un discorso che si può applicare ovunque, qui sulla blogosfera, sui social e anche nella vita di tutti i giorni. Per quanto mi riguarda, le relazioni devono avere uno scopo. Se seguo qualcuno, se interagisco con lui o lei, lo faccio perché condividiamo interessi comuni. Altrimenti è solo un ammucchiare numeri, nomi e voci, senza senso e nessuno scopo.

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    1. Ciao e benvenuta da queste parti ^_^
      Concordo in pieno col tuo discorso. E in effetti, un errore che molti di quelli che attuano il "do ut des" fanno è proprio non considerare questo fatto. Per fortuna è successo solo di rado, ma ogni tanto è capitato qualcuno che voleva che lo seguissi anche se il suo blog era quanto di più lontano ci potesse essere dai miei interessi. Già contattare qualcuno solo per farsi seguire è brutto, ma scegliere anche le persone a caso, come se uno valesse l'altro, è ancora peggio :D !

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  3. Il finto interesse va poco lontano, e non può certo salvare il blogging dal declino, ammesso che sia opportuno farlo. Ho sempre l'impressione che volere impedire il cambiamento sia sciocco. Sul do ut des, come forse ricordi, non la penso proprio come te. Tutto dipende da cosa si cerca frequentando un blog. Sono contenuti che percepisci come originali e importanti, e non te li vuoi perdere? Allora se il blogger non restituisce il favore non ti arrabbi. Vuoi fare due chiacchiere in amicizia? In questo caso non ti farà piacere essere ignorato. Come in ogni rapporto, più o meno stretto, c'è uno scambio nei due sensi. Se una persona ignora il tuo blog, di fatto sta ignorando l'unica parte che conosce di te, ergo il rapporto non esiste. Penso che non ci siano molti in giro dai contenuti così speciali da rientrare nel primo gruppo.

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    1. Come dicevo anche a Moz, io sono del tutto d'accordo che i rapporti di stima tra blogger vadano coltivati: non è questo il do ut des che stigmatizzo, anzi sono convinto che rapporti simili siano più che positivi. Tuttavia, non sono così radicale nel pensare che richiedano per forza il reciproco seguirsi a vicenda o commentarsi a tutti i costi, anzi.

      Insomma, io non seguo tutti i blog dei miei follower, ma questo non vuol dire che non li stimi, né che non mi faccia piacere se mi leggono o se mi commentano. Anche per questo tengo a rispondere a tutti i commenti nella maniera migliore; se posso, poi, è anche bello andare a commentare a mia volta, ma non lo ritengo necessario. Ci sono tante forme con cui comunicare, anche al di fuori dei blog (Facebook, per esempio), e penso che ognuno dovrebbe interagire con naturalezza. Sentirsi invece obbligati a commentare mi sembra una forzatura, anche al rapporto di amicizia: lo dico sapendo bene che sentirsi ignorati è brutto, ma forse è meglio che ricevere commenti poco naturali :) .

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    2. La vedo esattamente come Grazia.
      È normalissimo che si resti legati a coloro che la blogosfera la vivono.
      Lo chiamiamo do ut des, ma è quello meno dannoso, è quello volto a far rete :)

      Moz-

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    3. In realtà per me sono due cose opposte. Una cosa è l'amicizia tra blogger, un'altra è il do ut des. In un caso, ti interessa avere un legame con un'altra persona; nell'altro, ti interessa solo te stesso, e l'interazione con l'altro è solo un metodo per avere un beneficio :) .

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    4. No, c'è anche una via di mezzo che è appunto quella del blogging.
      La pratica del do ut des è un inizio necessario: quando apri un blog, nessuno al mondo sa che lo hai aperto.
      Cosa fai, dunque? Girovaghi nella blogosfera a cercare spiriti affini, SPERANDO che arrivino da te a leggerti e commentarti.
      Beh, questo è un do ut des e tutti siamo partiti così.
      Ma se serve per fare rete, una rete sincera di chi vuol vivere la blogosfera col suo progetto, accanto agli altri, è un do ut des non dannoso.

      Moz-

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    5. @Moz: quella che descrivi tu comunque non lo considero do ut des. Dipende sempre dall'approccio: se vai a commentare i blog cercando un contatto sincero, e non un mero follower, per me la questione è diversa. Ma ovviamente è solo la mia personale visione delle cose, eh ^_^ .

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    6. Ma guarda, Mattia... diciamoci la verità: perché scriviamo su un blog pubblico? Scriviamo per farci leggere, e se va bene, commentare.
      Quando apriamo un blog, giriamo per trovare il nostro pubblico. C'è poco da fare. Poi, se ne nasce una rete sincera e vera, una community di amici virtuali, ben venga (è quello a cui miro sempre, da sempre, e per fortuna per me è così).

      Moz-

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    7. Per quanto mi riguarda, io questo blog lo scrivo in primis per me stesso, per esprimermi, perché mi piace scrivere e argomentare. Il fatto che qualcuno lo legga aggiunge piacere al piacere, questo è ovvio, ma non è fondamentale: ci sono stati lunghi periodi in cui letteralmente nessuno leggeva e commentava (anche di recente), eppure ho continuato a scrivere :) .

      Per quanto riguarda il giro che dici, sì: anche io all'inizio (che non era l'inizio, era quando il blog aveva già un po' di anni, ma ancora non lo leggeva nessuno) mi sono interessato ad altri blogger, che poi sono diventati lettori. Ma non l'ho fatto girando internet a caso, sperando di trovare qualcuno così tonto da diventare mio follower: ho trovato i loro blog interessanti, li ho seguiti, ho cominciato a commentarli e ho fatto amicizia coi proprietari quando abbiamo scoperto interessi comuni.

      Di sicuro, non ho fatto quello che fanno i paladini del do ut des: ti seguo, mi aspetto che mi segui, se non lo fai ti defollowo - e magari se lo fai ti defollowo lo stesso, che tanto non mi servi più. Ne ho mai fatto comment marketing, commentare per farsi notare, un altro comportamento tipico di persone simili: ogni volta che dovevo commentare qualcuno, era sempre perché avevo qualcosa da dire. Altrimenti, come ho detto anche sopra, preferisco evitare :) .

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    8. Ecco, ma quello che descrivi e che hai fatto è una sfumatura del do ut des! Non forzata, non bieca, ma lo è: ed è quella assolutamente giusta, dove non c'è niente di male :)

      Moz-

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    9. Io continuo a non vederlo come do ut des, ma come qualcosa di diverso. Ma forse è solo una questione di semantica :D .

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  4. Sai come la penso sul do ut des, è senz'altro da evitare come la peste. Personalmente ho smesso di seguire molti blog, altri li leggo meno frequentemente rispetto al passato, il tutto per mancanza di tempo. Ma non smetterei mai di farlo perché non commentano sul mio, anzi vorrei che chi commenta da me lo faccia in piena libertà. Non mi piace affatto lo spirito del "vengo da te perché tu vieni da me, e viceversa...". Tuttavia, bisogna anche dire che la comunanza, il senso di gruppo sono una componente umana. E va anche detto che se c'è un rapporto un po' più intimo, è anche normale che ci si commenti a vicenda, così come nella vita reale ci si scambierebbero delle opinioni. Insomma, ogni caso è a sé.

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    1. Sono d'accordo su tutto. Come ho già detto nei precedenti commenti, non nego il venirsi incontro fatto per stima o amicizia: secondo me anzi è un fatto molto positivo. Di sicuro però è qualcosa di molto diverso dal do ut des, in cui si attua lo stesso comportamento non per interesse genuino verso l'altro, ma per mera convenienza personale :) .

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  5. Io non credo che il blogging sia in declino, è in declino una certa topologia di blogging, quella basata sull'ipocrisia. Alla fine la noti e la cogli e non è per nulla diversa da quello che si trova sui social. Ci sono molte metriche e molti strumenti per capire se il nostro blog e letto e seguito senza obbligare nessuno a commentare per far vedere che siamo letti

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    1. Ciao e benvenuto su Hand of Doom (primo commento, giusto? Altrimenti, scusa ma è la mia memoria che comincia a fare cilecca :D )
      In ogni caso sono d'accordo col tuo commento, ma solo in parte. E' difficile andare avanti con certi modi meschini di fare, su questo non c'è dubbio; purtroppo però c'è chi ci riesce lo stesso. Come succede a volte (per non dire spesso) qui da noi, capita che chi si comporta male attiri molte persone intorno a sé :) .

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    2. Ma da chi sono commentati? Non facciamo incantare dal numero dei commenti, dai follower e dai blogroll. I commenti devono aver valore se il blog vuole autorevolezza e quella viene data da altri fattori.

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    3. Anche tu hai ragione. In effetti, qualche blogger sopra le righe attira un nugolo di persone, ma i commenti quasi mai sono positivi :) .

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Il tuo commento è molto prezioso per me. Anche se mi vuoi insultare perché non ti piace quello che scrivo, fallo pure: a prendere in giro i maleducati mi diverto tantissimo! Ma a essere sincero preferisco chi si comporta bene: se lo farai anche tu, mi farai ancora più contento!