giovedì 14 novembre 2019

Adattarsi ai problemi

Sto avendo un sacco di problemi, in questo periodo. In primis, sono problemi di salute: gli stessi a cui accennavo nello scorso post, e che non sono ancora passati. Problemi anche gravi, che mi hanno costretto, la scorsa settimana, ad andare in pronto soccorso: purtroppo, come sempre accade tutte le analisi si sono rivelate negative. E, come sempre, questo non vuol dire che i vari dolori siano passati.

Ma non voglio lamentarmi di questo. Come non voglio lamentarmi degli altri problemi, che siano economici, generici o anche causati da semplici errori che, come a tutte le persone, mi capita di fare di tanto in tanto. È una matassa difficile da sbrogliare, non c’è dubbio; ma tengo la testa bassa e vado avanti nel provare a risolverli e a migliorare la mia situazione.

Il concetto è proprio questo!
A volte è difficile. A volte, mi sono ritrovato a pensare che i miei sforzi non servano a nulla, che io sia quasi un personaggio dei Malavoglia di Verga, e ogni tentativo di miglioramento porti solo al risultato opposto. Questo vale in particolare per la mia situazione economica, che continua a peggiorare nonostante tutto quello che io e Monica tentiamo di fare.

Tuttavia, sono solo momenti di scoramento, per cui peraltro non mi sento in colpa: essere deboli è giustificabile, specie in condizioni di salute precarie come le mie che non aiutano a ragionare bene. E poi, in generale continuo a essere piuttosto ottimista: il futuro più prossimo potrà anche essere grigio, ma non è nero, e questo è già tanto; sono sicuro, poi, che più avanti i miei sforzi avranno un maggior successo.

Come faccio a perseverare con questa positività? Merito di quel corso fatto ormai due anni fa, e di cui ho già parlato tanto (non di recente, ma non credo ce ne sia più bisogno, no?). È l’autostima che mi ha dato a consentirmi di rimanere a galla: non fosse stata per quella, sommerso come sono dai problemi, non l’avessi mai fatto mi sarei tuffato da un ponte di testa molto tempo fa. E no, non sto scherzando.

Invece, vivo una vita anche serena, e con molte meno angosce rispetto a una volta. Giusto per fare un esempio, oggi sto scrivendo questo post su Microsoft Word, cosa che mai fatta prima: questo perché ho fatto il logout per sbaglio da Google. Per rientrare ho bisogno del cellulare di Monica (ho l’autenticazione a due fattori), che però non c’è: sarà al lavoro fino a stasera. È un problema che una volta mi avrebbe mandato in tilt da morire; ora però la vivo senza ansie.

Anche per gli altri problemi cerco di seguire  lo stesso metodo: trovare soluzioni diverse, invece di stare ad angustiarmi senza fare nulla finché la situazione non mi schiaccia. È proprio questo l’insegnamento migliore che ho imparato in questi anni: la cosa migliore, in ogni ambito della vita, è riuscire ad adattarsi a ogni contesto, per quanto negativo. Un fatto forse ovvio: dopotutto lo dice anche la biologia, che o ti adatti o muori. Ma io ho dovuto impararlo sforzandomi: per fortuna che l’ho fatto, però!.

La domanda: e tu come ti poni nei confronti dei problemi, lievi o gravi, che la vita ti mette davanti?

2 commenti:

  1. D'istinto, e per molto tempo, li ho presi di testa, ma ho capito anch'io che essere flessibili è una dote fondamentale. Invecchiando s'impara. :)

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    1. L'importante è non negarsi mai di crescere e migliorarsi ^_^ .

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