giovedì 14 marzo 2019

Vecchi Urania: odi et amo

Urania: un marchio che chiunque conosca almeno un po' il mondo della letteratura riconosce come la più longeva e importante collana di letteratura di fantascienza in lingua italiana. Nonché una manna dal cielo per chi, come me, ama il genere e non ha la capacità di poterlo fruire in lingua originale.

Tuttavia, non posso dire di avere un rapporto del tutto positivo con la collana Urania. O meglio: sui libri più recenti (e parlo quelli degli almeno ultimi vent'anni, forse anche di più) non ho nulla da ridire; sono quelli più vecchi a non lasciarmi del tutto soddisfatto. Ma non sono i romanzi in sé il problema - alcuni buoni, altri meno, come capita in tutte le collane, specie se dalla storia così lunga - quanto il loro formato.

Così è illeggibile, dai...
Giusto per fare un esempio: i fumetti. In tutti i vecchi Urania dopo la fine del romanzo ci sono questi fumetti comici; o almeno, vorrebbero esserlo, visto che non mi hanno mai fatto ridere. E in generale, non ne ho mai capito il senso: se voglio leggere un fumetto, mi compro un fumetto. In un romanzo di fantascienza voglio leggere un romanzo di fantascienza e basta, mi pare ovvio.

Questo però non è un vero problema: in fondo i fumetti posso ignorarli e non leggerli. Difficile, per come sono fatto visto che io di un libro tendo a leggere ogni parola, che sia prefazione, postfazione, commento del traduttore, eccetera; tuttavia, non è impossibile. No, ciò che mi dà più fastidio è invece l'impaginazione.

Per qualche ragione, invece di essere a pagina intera come ogni altro romanzo della storia moderna, tutti i vecchi Urania hanno le pagine divise in due colonne. E questo mi rende la lettura molto più difficile: magari è un problema solo mio, che non riesco ad adattarmi con nonchalance in caso debba cambiare abitudini, ma sta di fatto che faccio davvero fatica a leggere un libro impaginato così. E anche a capire questa scelta editoriale.

Ovviamente, questo non significa che evito i libri più vecchi della collana: se mi capita di trovarne usati anzi non me li lascio sfuggire, visto che spesso sono romanzi mai più ristampati in italiano. Ovviamente però mi piacerebbe che lo fossero: mi eviterebbero una fatica, se non altro. Ma si sa, nella vita non si può avere tutto: e così, grazie a questa incomprensibile scelta di Mondadori,non posso far altro che continuare ad arrancare sulle pagine dei vecchi Urania.

La domanda: anche a te l'impaginazione dei vecchi Urania dà problemi?

6 commenti:

  1. Ne sto comprando parecchi negli ultimi tempi, anche perché mi permettono a poco prezzo ( li pago 1 Euro l'uno ) di recuperare opere ed autori che sto esplorando solo negli ultimi anni.
    Riguardo il fumetto di fine libro sono d'accordo con te, poiché non lo leggo nemmeno, resta il fatto che alcuni autori ( tipo Herbert o Long ) sono introvabili se non in quel formato e quindi mi ci butto a pesce volentieri.
    La lettura a due colonne, mi è capitata con pochi romanzi finora ed è un po' scomoda, ma ci si fa l'abitudine.
    Mi sono abituato a leggere al contrario i Manga, dopotutto.

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    1. Ecco, a leggere i manga da destra a sinistra faccio molta meno fatica. Forse è questione d'abitudine: di manga leggo capitoli ogni settimana, mentre di Urania in due colonne solo ogni tanto. Anche se non ne sono sicuro: dopotutto fumetto e romanzo sono due forme un po' diverse di scrittura, ed è difficile paragonarli :) .

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  2. In effetti darti torto è praticamente impossibile, Mattia.
    Un raro caso in cui è l'impaginazione a penalizzare la lettura.
    Un vero peccato che non si prenda in considerazione l'opportunità di ristamparli in maniera decente.
    Purtroppo in Italia la fantascienza è un genere di nicchia vittima di pregiudizi immotivati e le CE, come ogni altra azienda, guardano essenzialmente al fatturato.

    I fumetti di coda invece li considero un valore aggiunto.

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    1. Concordo su tutto. Anche se, come ho detto nel post, non servirebbe ristamparli se sin dall'inizio fossero stati leggibili. Proprio questo non capisco: come dici benissimo tu, le case editrici sono aziende che guardano al fatturato. A che pro, quindi, pubblicare libri difficili da leggere? Non sarebbe meglio pubblicarli in maniera più leggibile e quindi più vendibile?

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    2. Posso solo ipotizzare che il grafico impaginatore che ai tempi curava suddette opere trovasse la propria idea innovativa o quantomeno distintiva... boh?
      Alcune vecchie enciclopedie che mi è capitato di consultare in biblioteca presentano la stessa impaginazione. Può darsi che il tizio in questione in precedenza avesse curato l'impaginazione delle suddette... o che a queste si fosse ispirato. Chissà...

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    3. Beh, so che decenni fa non c'era uno standard, e che quindi molti libri erano impaginati proprio così. Ma da quando si è affermato lo standard moderno, non si usa più: per questo non ha senso nei vecchi Urania (che poi, in quanto tali, dovrebbero guardare al futuro, non al passato). Sarebbe come, per esempio, mettere in una fabbrica un macchinario industriale a carbone: sarebbe un tributo all'ottocento, sì, ma a parte questo avresti una macchina che consuma tanto, inquina e costa di più rispetto a una normale a elettricità, il che non avrebbe alcun senso :) .

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