martedì 6 novembre 2018

Le domande esistenziali di un autore

Come dicevo in un post di qualche settimana fa, troppo egocentrismo, specie se nelle interazioni col prossimo, può essere negativo. Tuttavia, ogni essere umano è un po' egocentrico a modo suo: per esempio io lo sono parecchio, non posso negarlo, specie per quanto riguarda Hand of Doom. Cerco di non esagerare, ma è anche vero che mi piace molto parlare di me stesso. Ed è per questo che ho deciso di aderire a un altro meme simile a "il punto della situazione", di due settimane fa.

Questo è stato lanciato da Sandra Faè sul suo blog I libri di Sandra; io però l'ho scoperto grazie a Cristina M. Cavaliere che l'ha ripreso sul suo Il manoscritto del cavaliere. Mi è piaciuto subito per la sua semplicità apparente: in fondo, bisogna solo rispondere a tre domande: "chi siamo?", "dove andiamo?" e "perché scriviamo?". Ma anche così, le risposte possono essere interessanti.

Chi meglio del pensatore di Rodin per rappresentare questo
post?
Almeno, per me è stato così: mi è piaciuto leggere i post di Sandra e Cristina e scoprire le loro idee su sé stesse come scrittrici. Ma soprattutto, è stato stimolante interrogarmi su queste tre questioni. Ciò premesso, bando alle ciance e via alle tre domande!

Chi sono?

Parafrasando il post di Cristina, sono un trentenne che si sente addosso almeno trent'anni in più. Ma per fortuna è così soltanto a livello fisico: nella mente sono ancora un ragazzino, ed è questo che conta di più. Come ho detto sono parecchio egocentrico, molto snob e anche abbastanza stronzo. E poi che altro c'è da dire su di me? Ho tanti hobby: la cucina, la scienza, gli sport, i puzzle e i rompicapo, i videogiochi, e poi tanti altri di cui ho parlato nel mio blog. Il mio orientamento politico è monarchia assoluta con a capo Piero Angela, la mia religione è l'heavy metal, e ovviamente mi piace molto essere ironico.

Insieme alla musica (suonata, ascoltata, recensita), comunque, la letteratura è la cosa che più impegna la mia vita. Non direi che sono passatempi come gli altri: come ho già scritto altrove, anche se io non ci guadagno nulla, prendo la scrittura (e la musica) con la serietà di un lavoro vero e proprio. Del resto, se un giorno lo dovrà diventare, non posso affrontarla come un hobby a cui dedicare solo qualche ritaglio di tempo, no? Ecco perché cerco di ritagliarmi almeno un'ora al giorno per scrivere narrativa. E non solo: visto che non puoi scrivere se non leggi, sono anche un vorace divoratore di libri: ne consumo uno dietro l'altro, e non c'è giorno che non finisca senza aver letto almeno una mezz'oretta (ma più spesso di più).

Dove vado?

Una delle moltissime cose che ho imparato dal corso di un anno fa (si, lo so, ne ho parlato fino allo sfinimento) è che se vai a caso, non arrivi mai da nessuna parte. Per riuscire ad andare avanti, bisogna invece avere degli obiettivi ben stabiliti. E io ne ho eccome, anche per quanto riguarda la scrittura: alcuni sono così lontani che per ora rimangono allo stato embrionale, giusto come idee. Ma non sono vaghe: al contrario, sono concetti ben chiari che in futuro svilupperò di certo, quando avrò i giusti mezzi.

Altri obiettivi però sono a breve o brevissimo termine. Il più vicino è quello di terminare il mio secondo romanzo: nonostante mille problemi col computer, negli ultimi giorni ho accelerato, e sembra ormai questione di pochissimi giorni. Al contempo, conto di finire la revisione di un racconto a cui tengo parecchio, da mandare a un concorso. E poi? Farò una breve pausa, per capire quale delle mille idee sviluppare, e poi via col nuovo romanzo. Come ho detto nel post sul punto della situazione, per ora non conto di pubblicare alcun romanzo né di cercare una casa editrice. Questa è uno degli obiettivi a medio-lungo termine, forse il più importante: voglio fare in modo di fare la scelta giusta coi mezzi giusti e non sprecare i romanzi per cui ho impiegato tanto tempo ed energie con un'autopubblicazione che non va da nessuna parte o una casa editrice a cui non importa niente di promuovermi. In fondo, che fretta c'è?

Perché scrivo?

Questa è una domanda davvero bella, che però non ha una risposta univoca: posso darne almeno tre distinte. Alla prima ho già accennato qua sopra: scrivo perché ho tantissime idee, che riguardano trame, situazioni, personaggi, spunti o concetti da veicolare in altrettante storie. Non tutte poi saranno sviluppate: come credo valga per tutti, la maggior parte delle idee che mi affiorano in mente vengono scartate nel giro di poco. Ma penso che alcune siano davvero buone: magari non è così, ma io sono convinto della loro validità.

Con questo ci colleghiamo alla seconda risposta: sarò egocentrico, ma credo in me stesso come scrittore, nelle mie idee e nelle mie capacità. In tutti questi anni ho sviluppato buoni strumenti letterari, ho fatto tanta esperienza e sono cresciuto: ora so usare lo strumento parola con la stessa dimestichezza con cui un pilota di Formula 1 guida la sua monoposto, e in generale sono convinto di scrivere bene. Sbaglio? Può anche essere: in fondo, anche quelli alle prime armi si sentono bravi come scrittori, e poi i loro testi fanno schifo. Ma non credo che sia il mio caso: il mio credere in me stesso è più consapevolezza che vuota speranza. E poi sono convinto che sia la via giusta: non per nulla, anche Stephen King racconta in On Writing che è diventato Stephen King soprattutto non arrendendosi mai davanti ai tanti rifiuti ricevuti. Avrà pure ragione, no?

Ma la ragione principale per cui scrivo è un altra: forse è banale, ma io scrivo perché amo farlo. Non dico che mi piace, perché è molto di più: la scrittura è ciò che mi fa sentire più realizzato nella vita. Ecco perché, al contrario di molti, non ho paura di dire "sono uno scrittore", né di affermare che da grande voglio diventare famoso come tale. Magari non succederà, magari rimarrò sempre squattrinato come ora: ma comunque, sarà stata una vita migliore che una in cui ti ammazzi di lavoro dalla mattina alla sera e non hai il tempo per fare nulla. Una vita più povera e con tante rinunce, ma più come io la voglio, e di conseguenza più degna di essere vissuta. E scusa se è poco!

La domanda: e tu chi sei? Dove vai? Perché scrivi? E soprattutto, perché non riprendi anche tu questo bel meme?

12 commenti:

  1. Da trentenne che si sente una sessantenne pur ragionando da dodicenne (al massimo), quoto l'idea della monarchia assoluta sotto la saggia mano degli Angela!! Facciamo un colpo di Stato, su! Scendiamo in piazza per far sentire la nostra voce!! xD

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    1. Tu ci scherzi, ma io una volta ho pensato sul serio di fondare un partito politico il cui unico obiettivo era far diventare Alberto Angela premier, costringendolo anche con la forza se lui non avesse voluto! Questo perché, come ho detto nel post ho tanta fantasia, ma a volte è troppa :P .

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    2. Non è fantasia, è voglia di non vergognarsi di chi ci rappresenta a gli occhi del mondo xD Mi candido come segretaria del partito, portaborse, factotum e qualsiasi altra carica sia disponibile!

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    3. In effetti è così. Chissà se in Italia avremo mai un governo di cui anche io potrò non vergognarmi XD .

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    4. Mai dire mai! Magari quando avrai 100 anni, chissà! xD

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    5. Dubito di arrivare a 100 anni. O a 50. O anche a 31: mancano meno di otto mesi, ma chi può dirlo se ci arriverò XD .

      (Ma a parte gli scherzi, io conto tra qualche anno di vivere sotto un governo onesto e serio. Il governo di un paese che non è l'Italia, per la precisione XD )

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  2. Verissimo: non puoi scrivere se non leggi.
    Io chi sono? Un trentacinquenne che si sente addosso venti anni di meno :)
    Dove vado? Verso una stabilità che però mi lasci ampio respiro.
    Perché scrivo? Perché è l'unica cosa che amo fare davvero, perché è divertente!

    Moz-

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    1. Più o meno (con le dovute differenze) le nostre risposte si assomigliano, allora ^_^ .

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  3. Bel ritratto! Essere sicuri di sé può portare anche delle delusioni (come tutto, del resto), ma è un ottimo motore per andare nella direzione voluta. Mi sembra che il tuo motore ruggisca alla grande! ;)

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    1. Sì, essere sicuri di sé non rende immuni dall'insuccesso; in compenso però ti aiuta a superarlo meglio. In questo la penso come Churchill, che diceva "il successo è passare da un fallimento all'altro senza perdere l'entusiasmo": è quello che tento fare anche io. Quindi sì, il mio motore ruggisce bene, ed è anche per questo ^_^ .

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  4. Mi è piaciuto molto leggere questo tuo "autoritratto", e ti ringrazio di avere aderito. :) Hai ragione: bisogna lottare con le unghie e con i denti affinché il mondo esterno non si appropri di tutte le nostre energie e il nostro tempo libero, e ci lasci fare ciò che davvero desideriamo. La scrittura è molto più di un hobby, per noi: è una cosa bella che ci appaga e ci diverte, ma va fatta seriamente.
    E una monarchia assoluta con a capo Alberto Angela mi sa molto di Antico Regime settecentesco! ;)

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    1. Concordo a pieno sul lottare per ritagliarsi uno spazio per scrivere: è la via più giusta, secondo me. Su Piero/Angela però non sarebbe ancient regime: sarebbe solo il governo di una persona illuminata che porterebbe l'Italia a risolvere tutti i suoi problemi - forse :D !

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