giovedì 22 novembre 2018

Moderne assuefazioni

Nel post di martedì scorso, ho raccontato di come i videogiochi non siano il male assoluto che alcuni credono. Ma visto che non sono un massimalista né un fanatico, so bene che ogni medaglia ha due facce: sempre in quell'articolo, non ho nascosto che i videogame possono avere diversi possibili effetti collaterali. E Grazia Gironella, nei commenti, me ne ha fatto notare uno a cui non avevo prestato la giusta attenzione: quanto questo genere di intrattenimento possa creare assuefazione.

In effetti, a quanto so, molti videogiochi sono realizzati proprio per incollarti allo schermo: agendo su certi meccanismi mentali che riguardano la gratificazione, diventa difficile anche solo pensare di smettere. Ma non è un'esclusiva dei videogiochi, sono molti i casi di prodotti concepiti proprio per questo scopo: costringerti a fruirne subito, e per il maggior tempo possibile

Anche i social network sono fatti per creare dipendenza,
 specie se li usi dal cellulare. Ma al contrario di telefilm e
videogiochi, di questo sono in pochi a parlare!
L'esempio più lampante sono i telefilm di piattaforme come Netflix: spesso gli episodi finiscono con dei cliffhanger che ti fanno venire un'impellente voglia di guardare il prossimo. E così, alla fine provi la tentazione di farti fuori in un giorno un'intera serie TV - è il cosiddetto "binge watching". 

Non stupisce quindi che molte persone, di recente, lamentino proprio di essere diventate dipendenti, dai telefilm o dai videogiochi. E questo, ovviamente, può essere un grosso problema: saranno pure bei intrattenimenti, ma il troppo stroppia sempre. Specie poi se ti porta via un mucchio di tempo.

Tuttavia, io credo che il problema vero non sia dei videogame o della serie TV. Se è vero che, come già detto, sono realizzati apposta per dare assuefazione, l'uso che se ne fa dipende comunque dal fruitore finale. Che, magari, può utilizzare questi intrattenimenti come vuole lui, invece di come desidera il loro creatore.

Non è solo un'ipotesi o una teoria: è ciò che io faccio nella mia vita abituale. Come ho già detto nell'altro post, uso videogiochi tutti i giorni; guardo anche alcune serie TV, seppur in questo caso non sia un'abitudine così frequente. E posso vantarmi del fatto che nessuno dei due mi toglie più tempo di quanto vorrei

Come faccio? Niente di che, in realtà: sono semplicemente capace di autogestirmi, e in particolare di dividere il mio tempo in maniera responsabile ed efficiente. Così, per esempio i videogiochi li uso dopo i pasti, quando la mia mente è rallentata dalla digestione e non combinerei granché se cercassi di usarla, che so, per scrivere. E per i telefilm, c'è spazio solo alla sera: anche due o tre puntate di fila, magari, ma non di più, perché poi non rimane spazio per la lettura.

Non che io sia insensibile al magnetismo di questi intrattenimenti: semplicemente, negli anni ho sviluppato la capacità di riuscire a dire basta. Dalla consapevolezza che il mio tempo non è infinito deriva quella che non posso giocare tutto il giorno: sarebbe piacevole, ma il mondo ha tanto altro da offrirmi. E soprattutto, tanto che posso realizzare io stesso: nessuno dei miei sogni si può realizzare, se non faccio altro che gingillarmi. 

Penso siano questi, gli unici consigli che posso dare a chi si lamenta dell'assuefazione, o addirittura di non riuscirne a uscire. Che sia da videogiochi, telefilm, social o altro non ha importanza: capire i pochi semplici fatti che ho appena raccontato e che ci si può gestire in una maniera più razionale può essere già un primo passo per vivere meglio questi mondi. In fondo, non è mica come la vera droga, che dà anche dipendenza fisica: staccarsi da uno schermo è possibile. Ed è più facile di quanto ti possa sembrare!

La domanda: e tu subisci il fascino di queste moderne fonti di assuefazione? O riesci in qualche modo a tenerle sotto controllo?

2 commenti:

  1. Io il controllo lo mantengo senza fatica, salvo esagerazioni occasionali; in realtà non gioco nemmeno con costanza. Riconosco però la capacità di ingoiare il tempo, come ti dicevo: mentre giochi, quattro ore volano che neanche te ne accorgi. E' verissimo che il vero problema non è il gioco, sono le scelte del fruitore; ma questo vale anche per l'alcol o il gioco d'azzardo, no? Probabilmente c'è una sorta di sensibilità individuale, ma esistono attività che più facilmente di altre fanno perdere il senso delle proporzioni.

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    1. Sì, sono d'accordo. Ma trovo comunque che il videogiocare sia più facile da tenere sotto controllo rispetto, che so, a certe droghe, o anche all'alcool - per quanto ci siano molte persone che anche lì si sanno controllare, e bevono solo un bicchiere di vino a pasto.

      Forse però non è così: forse è perché, pur riconoscendo di essere un po' dipendente dai videogiochi, io li so gestire bene, e non mi faccio mai togliere troppo tempo, come dicevo nel post. Magari, come dici tu, ho una sensibilità diversa da chi invece non riesce a resistere e ci perde ore e ore. Ma non saprei dire se è così o nell'altro modo, sinceramente :) .

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