Alcuni sostengono che la scrittura rappresenti una via per esorcizzare i propri demoni interiori, nell'ottica in cui un autore è in primis un artista. Altri invece raggiungono una tesi molto meno romantica: scrivere è un'attività che richiede soprattutto olio di gomito, e chi la fa è più un artigiano che altro. Quale tra queste posizioni è la migliore? A mio avviso nessuna - o meglio, entrambe hanno alcune buone ragioni.
Non c'entra molto con il tema del post, ma questo quadro di Thomas P. Anschutz mi piaceva troppo! |
Per esempio, sono pienamente consapevole che scrivere è in primis darsi da fare. Imparare le regole, documentarsi, pianificare, ma soprattutto stare sul foglio e scrivere ha ben poco di poetico o di filosofico. È invece un lavoro faticoso, stancante a livello mentale, che richiede tenacia e molta pazienza.
Sono anche d'accordo con un'idea molto comune tra quelli che di questa "fazione": di solito quelli che parlano di demoni da esorcizzare sono scrittori alle prime armi che lo fanno per darsi un tono e per apparire navigati, più che per vera convinzione. Non sempre è questa la situazione: diciamo però che nella maggior parte dei casi è così.
Tuttavia, nonostante le motivazioni erronee, io non sono convinto che chi la pensa così sbagli del tutto. Non parlerei tanto di concetti alti e filosofici, ma per quanto mi riguarda la scrittura mi è stata utile sotto molti punti di vista. Per esempio, nel periodo di grandi difficoltà che sto vivendo ora, scrivere è stato un aiuto indispensabile, una distrazione importante per sfuggire alle angosce che i miei problemi mi causano.
A parte questo, nelle mie storie ci sono spesso elementi critici, o di protesta, o allegorie di questioni controverse. Questo perché per me la scrittura non è solo raccontare storie che siano belle: serve anche a esprimere le mie idee sui problemi del mondo, e a sfogare le mie frustrazioni quotidiane. Che poi questo non abbia poi così tanto di romantico (non parlerei proprio di "demoni", più di un modo per buttar fuori la rabbia) non importa: come concetto è più o meno analogo.
Insomma, per me la scrittura ha sia un che di nobile che una valenza "artigianale". Ma soprattutto è una passione che unisce la mia voglia di raccontare storie, le mie idee e il benessere che mi dà. E in fondo, che si sostenga la tesi più poetica o quella più pratica, non è proprio questo la cosa più importante?
La domanda: com'è secondo te: la scrittura è un modo per esorcizzare i tuoi demoni interiori oppure un lavoro di tipo artigianale? Oppure, come per me, una media tra le due posizioni?
Oddio io mi sfogo con una bella birra :)
RispondiEliminaScrivere mi fa sfogare in altri modi, tipo l'accumulo di idee che ho, ma sono tutte cose positive^^
Moz-
Sarà che io mi sfogo con la scrittura perché sono astemio :D .
EliminaAnche per me, comunque, scrivere è una cosa al cento percento positiva. Ed è questo uno dei lati che mi piace di più: che trasformi esperienze negative in qualcosa che possa dare un significato più profondo alle mie storie :) .
Mi trovo anch'io nel mezzo. Non penso mai al mio scrivere in termini di arte e demoni, ma sono convinta che i due estremi di cui parli siano compresenti. Chi riduce la scrittura a un'operazione pratica, come tagliare del prosciutto, per me è fuori strada; ma lo è anche chi non vede la parte pratica e parla solo di ispirazione e talento.
RispondiEliminaNient'altro da aggiungere: sono perfettamente d'accordo con ogni parola ^_^ .
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