giovedì 2 aprile 2020

"The Witcher" e l'efficacia della banalità ben fatta

Le buone idee battono sempre l'originalità: questo era l'argomento di un mio post di alcuni mesi fa. Lo considero un po' uno dei miei post cardine, peraltro: è una posizione che sostengo da tanto tempo, e che nel corso di questi anni ha dimostrato la sua validità molte volte, all'interno della mia esperienza. L'ultima delle quali molto di recente, quando ho recuperato The Witcher.

Serie TV di Netflix tratta dai libri dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski (che hanno ispirato anche una famosa saga di videogiochi), è diventata un piccolo fenomeno lo scorso anno. Anche per questo, avevo già da tempo l'intenzione di guardarla: purtroppo però non ho avuto modo di vederla fino alla scorsa settimana, quando mi sono ritrovato davanti un telefilm fantasy molto scontato. Ma nonostante questo, molto buono.

Per essere banale, The Witcher lo è fino in fondo: ci sono tutti i cliché del fantasy, con elfi e nani, draghi, stregoni, guerrieri fortissimi tutto d'un pezzo che combattono spesso contro mostri e così via. Niente di nuovo, insomma: da Conan il Barbaro a oggi, sono costanti fisse nella branca del genere di tipo "medioevale".

Tuttavia, nonostante questo gli stereotipi funzionano: il merito è soprattutto dell'abilità degli autori, che sanno come gestire il mondo che hanno creato senza farlo essere troppo trito. Un mondo di cui, in primis, sono apprezzabili le ambientazioni: da questo punto di vista, a livello paesaggistico The Witcher è uno spettacolo per gli occhi.

Anche i personaggi sono ben costruiti: ognuno ha le sue caratteristiche e il suo carattere, e alcuni brillano (Ranuncolo su tutti). Bella anche la questione (e qui non posso fare a meno di fare SPOILER: se non hai visto the Witcher, ricomincia a leggere dal paragrafo successiva) del fatto che, per la prima parte, le linee temporali sono sfasate, seppur solo col tempo uno se ne accorge. Un artificio narrativo non usuale nei telefilm, che anche per questo ho apprezzato molto.

Il punto di forza assoluto di questo telefilm è però il suo lato più profondo. Un lato profondo visibile per esempio nel fatto che, nonostante l'ambientazione medioevale, molti eventi, idee, personaggi di The Witcher rappresentano qualcosa che esiste nel nostro mondo. Soprattutto, però, ho apprezzato la sua filosofia di fondo, secondo cui non c'è bene o male, non ci sono veri buoni o veri cattivi, ma solo punti di vista differenti. E che i veri mostri spesso sono gli stessi esseri umani.

Certo, non tutto è perfetto: c'è qualche buco d trama o qualche incoerenza a tratti, e la CGI non è granché. Questo però non vuol dire molto: in generale, The Witcher è una serie TV divertente al punto giusto, che non si prende troppo sul serio e riesce a fare meglio di chi ci si prende troppo, e vorrebbe cercare l'originalità senza però avere buone idee a sostenerla (ultime stagioni di Game of Thrones, sto pensando a voi). Chi ama il fantasy moderno di sicuro non può che apprezzare!

4 commenti:

  1. Ho visto la serie qualche settimana fa. Mi ha lasciato impressioni miste: alcuni attori bravi, altri meno; alcune puntate belle, altre meno (le prime due non mi sono piaciute, per esempio). Nell'insieme ho trovato godibile la serie, che ho visto dopo avere giocato The Witcher 2 e 3, quindi un po' per affetto verso i personaggi e la storia. Poi mi è venuta voglia di conoscere Sapkowski, che ho trovato degno di lettura, tanto che ne ho parlato anche sul blog.

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    1. Anche a me in effetti è venuta voglia di leggere i romanzi di Sapkowski. Appena potrò, li farò miei ^_^ .

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  2. Non saprei. Se mi dici che non è originale ma è ben fatta allo stesso tempo mi metti in crisi. Finora non l'ho vista perché ho l'innato sospetto che sia una serie piena di fighetti e fighette.

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    1. Piena di bellocci lo è di sicuro, ma non direi che sono "fighetti", non in tutti i casi almeno: è un universo abbastanza sporco, quello di The Witcher. E comunque la serie è godibile, quindi io te la consiglio :) .

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