giovedì 9 aprile 2020

Una piccola consolazione

Devo confessarti un segreto: è dall'inizio di questa epidemia che penso di scrivere un racconto breve sul coronavirus. Nel corso di queste ultime settimane, ho vagliato diverse idee in merito, ma nessuna mi soddisfaceva: pochi giorni fa, però, è arrivata l'ispirazione giusta. E così, da ieri a oggi ho buttato giù questo mini-racconto, così corto da averlo già potuto correggere le giuste volte per poterlo pubblicare qui.

Si tratta di uno dei miei soliti racconti "fulminanti", forse il più breve che io abbia mai scritto. Per darti un dato numerico, arriva a malapena a quattrocentocinquanta parole: la gran parte dei post che pubblico qui su Hand of Doom è più lunga. Inoltre, come quasi tutti i miei racconti fulminanti, ha un che di comico. Anche se, come detto, il tema è l'emergenza.

Forse qualcuno può trovare questo di cattivo gusto, ma per me non lo è affatto. Anzi, in un periodo come questo è importante sdrammatizzare e non lasciarsi abbattere, se non si vuole vivere male. Ed è proprio quello il mio obiettivo!

Una piccola consolazione

Tremo. In questo momento, le mie dita sulla tastiera quasi non trovano i tasti del computer su cui sto tentando di scrivere questo. E non è il freddo, non solo almeno: è vero, l’aria qui nella stanza sembra gelata. Ma a darmi i brividi maggiori non è questo: è invece la paura sorda e spaventosa che sento scorrermi nelle vene.
È una sensazione che mi porto dietro da stamattina, da quando mi sono alzato dal letto. Già al risveglio mi ero sentito strano, più… stordito, rispetto al solito. Ma non ho capito il perché di questo strano effetto fino a che non ho ritrovato la posizione eretta.
È stato allora che, ancor prima di aprire gli scuri e far entrare la luce nella mia camera, è accaduto: uno starnuto così forti da farmi quasi piegare in due. Seguito poi da un altro, e da un altro ancora subito dopo, una serie che sembrava non finire mai.
“No… non è possibile. Non posso stare male…” ricordo di aver pensato in quegli orribili istanti. E invece era possibile, eccome!

L’ho potuto constatare mentre la mattinata proseguiva: altri accessi di raffreddore sono seguiti, insieme alla gola che progressivamente si seccava. Ora è in fiamme,come anche gli occhi, che a questo punto ormai lacrimano di continuo, e come i polmoni, su cui sento il peso di un mattone.
Ho cercato di ignorare questi sintomi, di non pensarci, di distrarmi. Ma alla fine non ci sono riuscito: il mio cervello ha continuato a farmi dei brutti scherzi. Continuavo a vedere queste… queste cose, queste minuscole forme di vita – anzi, no, non sono nemmeno vive, in realtà – guardarmi in maniera famelica. E poi, dopo avermi pregustato a lungo, le ho immaginate usare l’aria attraverso cui si trasmettono per volare fino a me. Dove avrebbero banchettato con i miei polmoni, distruggendo tutto sul loro passaggio.
Ho provato a togliermi quest’immagine nella mente in tutti i modi, ma ora non posso più farne a meno: con la testa pesante, che gira, e tutti questi sintomi influenzali, non ci sono più dubbi. La mia paura più grande delle ultime settimane si avverata.
Sapevo che sarebbe accaduto, ma ho sperato che, per una volta, potessi aver fortuna; invece no. Ma mentre starnutisco ancora, un nuovo pensiero affiora in me. Un pensiero che, se non altro, mi fa sentire un pochino consolato, e meno solo davanti a questo terribile male che mi affligge. Forse questa volta la situazione non sarà brutta come ho pensato potesse essere.
Se non altro, mi dico, quest’anno anche tutti gli altri possono capire quanto può essere terrificante e allucinata la primavera per chi, come me, soffre di allergia!

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