Del resto, è proprio quello che già sto facendo. Ho iniziato già nella seconda metà di luglio ad aumentare i miei ritmi, e in questo inizio del mese sto continuando a tenerli alti. Ma posso fare ancora di meglio: il mio obiettivo è di scrivere almeno trentamila parole in questo agosto, se non di più. Un obiettivo un po' pesante - di media ne scrivo ventimila, ossia un terzo in meno - ma che non reputo impossibile.
Eccolo qui il mio mare! (E anche se il mio computer è molto più scassato di quello, lo preferisco comunque al mare vero!) |
In parte è perché ho già più tempo rispetto alla scorsa settimana, visto che anche gli ultimi impegni con blog e altre questioni sono venuti meno. E mancheranno, per fortuna, fin quasi alla fine del mese, il che mi dà tantissimo spazio per scrivere.
Ma il fatto più rilevante è che ora sto trovando una migliore continuità nella scrittura. Succedeva infatti fino a qualche mese fa che c'erano molti giorni buoni, in cui potevo scrivere anche un migliaio di parole e più, ma anche qualche giornata no in cui, per colpa di impegni, stanchezza o altro, non riuscivo a buttarne giù che un paio di centinaia, o a volte nemmeno quelle. Ebbene, questo non succede più.
Non che abbia chissà quali energie: al contrario, nell'ultimo periodo succede molto più spesso rispetto al passato che io mi senta scarico, poco vitale. Ma questo non mi impedisce di scrivere: non sento molta voglia di iniziare, ma quando lo faccio mi incollo alla pagina e continuo, senza nemmeno distrarmi come succedeva fino a poco tempo fa. E così, per esempio questo mese non c'è stata nemmeno un'occasione in cui non abbia scritto almeno cinquecento parole in un giorno.
Potrei dire che ciò accade perché voglio finire il romanzo in fretta e poi cominciare il prossimo, oppure addirittura che c'è un demone o qualcosa del genere che mi prende e mi fa entrare nel flusso della scrittura. Ma la realtà è un po' più banale: scrivere mi costringe a pensare solo a ciò che sto scrivendo e mi fa dimenticare il resto. E in un periodo non facile per me, questo è una cosa di cui ho ancora più bisogno.
Ti dico la verità: io quelli che parlano di scrittura come fatica non li capisco proprio. O meglio, in parte anche sì: dopotutto, per quanto piacevole, è un'attività stancante, a volte parecchio pesante. A cui però non rinuncerei mai: richiederà tanto impegno, ma ti dà anche tanto in cambio. Ed ecco perché invidio solo in parte chi in questo agosto andrà in vacanza: forse un po' di svago mi farebbe bene, ma dopotutto aumentando il mio carico di scrittura anche io mi godrò a pieno questo mese!
La domanda: e tu in questo agosto cosa farai di bello?
Credo che ci sia un fraintendimento sulla "fatica" di scrivere. Chi lo farebbe, se fosse una vera fatica e non un'attività entusiasmante? Dopo averla compiuta devi anche convincere gli altri che vale la pena di leggere ciò che hai scritto... mi sembra un po' troppo! Per me la fatica vera non è scrivere, ma quello che gli ruota intorno: i dubbi sul valore di ciò che scrivo, la paura di non riuscire a finire la storia, il pensiero dell'autopromozione che seguirà. Anche questo fa parte dello scrivere, ed è faticoso, secondo me. È comunque una scelta. Si può anche scrivere per sé soltanto, e fregarsene del resto.
RispondiEliminaEcco, questa è una forma di fatica che io non conosco. Di dubbi del genere ne ho pochi: so che cose come editing e promozioni sono parti noiose e che non mi piaceranno, quando serviranno in futuro. Ma per ora non ci penso.
EliminaSoprattutto, non penso mai a queste cose mentre scrivo: mentre scrivo è come se non esistessi più io, i miei problemi, le poche ansie che ho. Ci sono solo la trama, l'ambientazione, i personaggi: forse è anche per non reputo scrivere una fatica, per quanto sia in effetti faticosa; al contrario, è persino un anti-stress per me :) .
Infatti la fatica di cui parlo arriva quando NON sto scrivendo. Mentre scrivo non penso a niente, e magari intanto viene sera. ;)
EliminaCome dicevo nel post, anche per me è lo stesso ^_^ .
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