martedì 15 gennaio 2019

Come scrivere un romanzo a prova di critiche

Le critiche, e in particolare quelle negative, sono croce e delizia per uno scrittore. Da un lato, molte di esse possono essere utili, e spingerti a migliorare e a maturare: specie se scrivi da poco e devi ancora affilare le tue armi letterarie, sono un vero e propria toccasana. Almeno, lo sono state per me: senza le critiche ricevute anni fa, oggi non saprei scrivere come faccio, e credo non avrei vinto i concorsi che ho vinto.

Dall'altra parte, però, le critiche possono anche essere un fastidio, specie se hai una certa esperienza alle spalle. E possono esserlo soprattutto se arrivano sul tuo romanzo, per cui hai speso energie e tanto tempo tra stesura e revisioni: non è bello sapere che il frutto di tante fatiche non è piaciuto al lettore. Come fare per evitare che questo succeda? C'è un modo?

Uno spettro si aggira per Amazon...
Per rispondere, puoi prima porti un'altra domanda: esiste qualcuno che, nel mondo della letteratura, non riceve critiche ma solo un consenso unanime? Basta questo per arrivare a capire: la risposta è che no, non c'è un modo.

Ovviamente, non puoi essere immune da giudizi negativi se nel mondo della letteratura nessun romanzo lo è. Non lo sono i bestseller internazionali, che anzi spesso sono ferocemente odiati da buona parte dei lettori più elitari. E non lo sono i grandi classici, che spesso non piacciono ai lettori più moderni - come me, che ne apprezzo alcuni ma non amo altri, giusto per usare un eufemismo.

Questo è il fatto: se pubblichi un libro, qualcuno a cui non piacerà esisterà sempre. Ed esisterà a dispetto di qualsiasi cosa tu possa fare. Puoi impegnarti allo stremo, mettere a punto la trama anche nel più insignificante dettaglio, curare la prosa sino a renderla ricercata e ricca ma al tempo stesso scorrevole e creare personaggi che catturino: è comunque tutto inutile, se l'obiettivo è piacere a tutti a ogni costo. Si tratta comunque di un traguardo impossibile da raggiungere.

Lo è perché, come ho già detto in diversi post, il mondo è un luogo di una complessità eccezionale. Tra gli elementi che compongono questa essenza, c'è anche il fatto che chiunque, anche la persona più omologata, ha i propri gusti personali. I lettori, che sono un campione di questa società, non sfuggono certo a questa tendenza: hanno ognuno le proprie preferenze, in fatto di libri. Preferenze che a volte sono in contrasto le une con le altre.

Per fare qualche esempio, se il tuo romanzo è scritto con tanti paroloni desueti, non piacerà a chi cerca immediatezza; al contrario, lettori più elitari potrebbero trovarlo piatto, se è scritto in maniera più semplice. Oppure, se è un romanzo d'avventura, puoi non soddisfare chi cerca piuttosto l'introspezione psicologica; allo stesso modo, se punti più su quest'ultima annoierai tutti i lettori amanti dell'azione. E così via: si può andare avanti all'infinito con questo gioco.

Non parliamo poi del fatto che alcune persone sono così strane - o così poco avvezze alla letteratura - che i loro giudizi lasciano il tempo che trovano. Per esempio, non finirò mai di citare quella volta che una persona disse che un mio racconto aveva "troppi dialoghi", e che faceva fatica a seguirli: meglio le storie che non ne avevano. Dato che il novantanove percento di romanzi li ha, di che stava parlando? Me lo sono chiesto spesso, ma non ne ho idea; di sicuro, comunque, non mi sono mai pentito di aver inserito dialoghi in una mia storia.

Quindi, non esiste un metodo certo per evitare di ricevere critiche al proprio romanzo? In realtà, non è proprio esatto: volendo, se ne possono trovare persino due. Il primo è molto semplice: scrivi il romanzo, ma poi hai cura di non farlo leggere ad anima viva. Ma il secondo lo è ancora di più: ti consente di evitare la fatica del primo, visto che il romanzo non lo scrivi nemmeno.

Se però vuoi scrivere il romanzo e vuoi anche pubblicarlo, allora non c'è nulla da fare: la possibilità di ricevere giudizi negativi esiste. Magari se girerà solo tra i tuoi amici lettori - cosa in cui non vedo nulla di male: è una scelta come un'altra - non si concretizzerà, magari piacerà a tutti loro. Ma più persone lo leggeranno, più la probabilità di ricevere una critica aumenterà.

Tuttavia, se e quando succederà, c'è lo stesso qualcosa che puoi fare: metterti il cuore in pace. Come ti ho spiegato fin'ora, è impossibile piacere a tutti: perché angosciarsi di questo? Visto che è inevitabile, un fatto certo della vita come la morte e le tasse, non ha senso averne paura. E visto che poi non rappresenta la fine di tutto (come la morte... o certe tasse) ma è solo un avvenimento come un altro, non ha nemmeno senso reagire in maniera negativa. Specie se la critica viene da uno dei tanti personaggi poco intelligenti che si divertono a dare fastidio su internet.

Soprattutto, è importante non lasciarsi scoraggiare e non reagire male. A me in passato è capitato: ci sono stati momenti in cui certi commenti, anche non fatti con cattiveria, mi hanno dato fastidio al punto da farmi valutare seriamente la possibilità di smettere di scrivere. Ma è una reazione isterica e poco razionale, che oggi non avrei più. E posso dire che prendere la critica negativa con calma e trarre da essa una lezione costruttiva (se ce n'è una) è possibile.

È proprio questo il punto: non puoi pubblicare un romanzo a prova di critiche, ma puoi fare in modo di non prenderle male o addirittura di usarle solo come uno strumento per migliorare, proprio come (forse) ti è capitato di fare quando eri alle prime armi. Non è facile, me ne rendo conto: anche a me capita ancora oggi, a volte, di essere infastidito da certi commenti. Ma adesso so che fa parte del gioco e li accetto; soprattutto, non lascio che mi facciano passare la voglia di giocare!

La domanda: e tu come reagisci alle critiche a quello che scrivi?

2 commenti:

  1. Io non scrivo per cui non ho problemi di reagire alle critiche, comunque penso che uno scrittore dovrebbe tenere in considerazione (eventualmente eh) solo quelle critiche che non hanno a che fare con i gusti personali. Poi per carità, non ci sono verità assolute, comunque una critica il più possibile oggettiva può dare spunti interessanti.
    Certo che comunque a tutti piacerebbe sentirsi fare solo elogi! Anche se mi chiedo cosa provino quegli scrittori che in piattaforme tipo Amazon si ritrovano un sacco di elogi da parte di molti lettori, ma quegli elogi sono davvero piatti, sembrano copiaincollati. Così come ci sono critiche insulse e stupide, ci sono anche elogi che lo sono altrettanto!

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    1. Ovvio che uno deve tenere in considerazione solo le critiche che hanno un senso. Se una critica è stupida lo è e basta, non è che per forza uno deve trarne una lezione :D .

      Comunque, forse non è il caso di tutti, ma credo che la maggior parte di quelli che ricevono elogi "copiaincollati" pensino "bene, i soldi che ho speso per queste recensioni fasulle stanno fruttando bene". Non è un segreto che in molti casi di libri con questo tipo di reazioni, ci siano dietro comportamenti poco trasparenti del genere ;) .

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Il tuo commento è molto prezioso per me. Anche se mi vuoi insultare perché non ti piace quello che scrivo, fallo pure: a prendere in giro i maleducati mi diverto tantissimo! Ma a essere sincero preferisco chi si comporta bene: se lo farai anche tu, mi farai ancora più contento!