martedì 5 giugno 2018

Il fanatismo della politica

Di sicuro, se non vivi sulla Luna anche tu avrai sentito parlare della recente crisi istituzionale che l'Italia ha attraversato dal 4 marzo fino a venerdì scorso, quando si è insediato il nuovo governo. E, soprattutto, avrai assistito anche tu agli scontri incredibili che si sono scatenati tra i fan delle varie parti politiche sui social. Scontri persino più accesi e più violenti - almeno a livello verbale - di quanto mai visto fin'ora, il che è tutto dire.

No, non voglio mettermi a parlare di politica - viste le polemiche e i flame che può creare, è un argomento bandito da molti anni da Hand of Doom - né a indicare chi, tra le varie fazioni abbia ragione o torto. Anche perché, per quanto mi riguarda, tutte hanno un barlume di ragione, chi più chi meno. E tutti, nessuno escluso, hanno una percentuale enorme - vicina al novantacinque percento, direi - di torto.

Due tipici utenti di un social mentre discutono di politica!
Posso dirlo? Sinceramente, sono davvero stufo di questo assurdo gioco delle parti in cui o sei mio alleato o sei mio nemico. Ne avevo già parlato in un post di circa due anni fa, ma da allora la situazione mi sembra molto peggiorata.

Non serve che un giro in un qualsiasi social network per capirlo: basta esprimere un'opinione di carattere anche solo marginalmente politico in un post pubblico che si viene assaliti da un'orda di iene rabbiose. Non importa che sia un'idea di nicchia o condivisa da molti, che si riferisca a uno o all'altro schieramento: questo succede sistematicamente, a tutti. Nessuno è al sicuro da questo, su internet.

In generale, nel discutere di politica non c'è più alcun equilibrio, né alcun ragionamento che sia un minimo logico. Ormai in questi argomenti chiunque carica a testa bassa, il suo unico strumento dialettico è l'insulto a tutti i costi: si risponde di pancia, cercando con ogni mezzo di screditare quello che più che un avversario è visto alla stregua di un vero e proprio nemico. E allo stesso modo, spesso si accetta tutto quello che proviene dalla propria parte, senza il minimo spirito critico.

Non so davvero perché ci siamo ridotti così, o meglio: ho idee che ritengo fondate in merito, ma non le esporrò qui - come già detto, voglio tenere fuori la politica dal blog e da questo post, per quanto possibile. Quello che invece è oggettivo è che una condotta di questo tipo è follia pura: visto che non parliamo di un passatempo qualunque, ma di qualcosa che condiziona le vite di noi tutti, un approccio lucido e ragionato dovrebbe essere la norma. E invece, è tutto il contrario.

"La tenuta della democrazia è a rischio" hanno detto in molti in questi giorni; ma in fondo non è la prima volta che si dice, tante altre. Secondo me hanno ragione, ce l'hanno sempre avuta: la democrazia è a rischio, ormai da molto tempo. Ma la colpa non è di questo o di quell'uomo politico, di questo o di quel partito: la colpa è di tutti noi. O se non altro, di tutti quelli che si comportano nel modo appena descritto, che così a occhio sono una stragrande maggioranza.

Per quanto mi riguarda, la vera democrazia ha bisogno di ragionevolezza e di spirito critico. Della giusta cultura per per capire, per esempio, che solo perché si è d'accordo con un politico il novanta percento delle volte, criticarlo quando dice qualcosa che non ci piace non è negativo. Al contrario, è proprio la varietà di idee, la possibilità di confrontarsi e di arrivare a una sintesi che può portare al progresso, al miglioramento - e in passato è stato proprio così.

Quando mai questo succede, ultimamente? Criticare un politico ormai è visto come lesa maestà, o addirittura come tradimento, se è di un partito vicino alle tue posizioni. Come già detto, la nuova tendenza di oggi è il manicheismo: i "nostri" sono santi perfetti, gli altri sono l'equivalente del demonio. Un atteggiamento più degno di una religione che della democrazia - e per giunta dei fanatici di quella religione, proprio in stile ISIS.

Forse è sempre stato così, ma io non ne sono convinto. Né ho la più pallida idea di come la situazione un giorno possa cambiare: di sicuro ci vorrebbe che tutti facessimo un bel po' di sana autocritica. Ma siamo pur sempre l'Italia: lo stato in cui la colpa delle nostre disgrazie non è mai nostra, ma sempre di qualcun'altro. E in cui, proprio per questo, nulla cambierà mai. A questo punto, meglio abolire il suffragio universale, per evitare che faccia ulteriori danni.

La domanda: anche tu hai assistito ai litigi a tema politica di questi ultimi giorni sui social? E che ne pensi?

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