martedì 8 maggio 2018

Come scrivere un romanzo in 4 mesi (o meno)

Primo maggio scorso, ore 16:36: è stato il momento esatto in cui ho terminato il romanzo di cui ho parlato un paio di settimane fa. Ci ho messo una decina di giorni in più rispetto a quanto preventivato, anche a causa di impegni e di problemi vari, ma alla fine ce l'ho fatta. E avendo cominciato la sua stesura a metà dicembre, questo significa che il tempo totale di scrittura è stato di circa quattro mesi e mezzo.

Insomma, sono stato velocissimo, sia rispetto alla media degli altri scrittori che leggo in giro, sia per quanto riguarda me stesso - prima di questo, altri me li sono portati dietro per anni e poi non sono nemmeno riuscito a finirli. E il bello è che non è stato nemmeno faticoso: col mio nuovo metodo, so che in futuro potrei scrivere ancor più spedito, e terminare i miei progetti in meno tempo. A questo punto, sono sicuro che smani per sapere: sì, ma come hai fatto? Qual è il tuo segreto? Come ti avevo promesso nel suddetto post, eccomi qui per spiegarti tutto!

Ok, non è proprio quello che intendo io con "scrivere di
corsa"... ma se riesci a fare anche questo, buon per te!
Mettiamo subito le carte in tavola: non ho nessun metodo miracoloso da poterti insegnare. O meglio: ho la mia maniera di fare le cose, certo, ma non sono sicuro che ti possa andare bene. E non perché "io so' io e tu non sei un cazzo": è solo che siamo persone diverse, e di conseguenza è possibile che il modo in cui faccio le cose non funzioni per te. E in generale, penso che ognuno debba trovare il metodo di lavoro che si adatta meglio alla sua vita, coi suoi tempi e le sue possibilità.

Posso darti però qualcosa di molto più prezioso: parlo dei fattori che mi hanno permesso di essere così rapido. Penso in effetti che chiunque, applicando gli stessi principi al proprio metodo di lavoro possa riuscire a raggiungere gli stessi miei risultati o persino fare meglio (perché dopotutto io sono una persona abbastanza pigra!)

Nelle ultima settimana, riflettendo sull'argomento, di questi fattori ne ho individuati ben nove. Forse ce ne sono altri, ma questi sono quelli che ritengo più importanti per poter scrivere veloce e senza grande fatica. Eccoli qui di seguito.
  • Programmazione: tra le cose che ho imparato dalla mia life coach (di cui ho parlato tanto negli scorsi mesi) è che se hai un punto fisso verso cui dirigerti vai molto più spedito e deciso che se vai avanti a caso, come viene. Per quanto riguarda la scrittura, ciò si traduce proprio nel programmare un'impalcatura solida che regga la storia da prima di cominciare a scrivere. Ma non solo: bisogna pensare e ripensare ogni scena finché essa non diventa convincente. Per dire, io in questi mesi mi sono addormentato e svegliato proprio riflettendo sul romanzo, e in generale sono state molte di più le ore spese a programmare che quelle in cui effettivamente ho scritto. Intendiamoci: programmare tutto non significa per forza rinunciare all'intuizione del momento. Anzi, spesso mi è successo di cambiare in corsa, anche non semplici dettagli ma snodi importanti della trama. L'impianto di base però è rimasto lo stesso, ed è stato un aiuto immenso: sapere sempre dove andare e conoscere ogni volta il prossimo snodo della trama mi ha consentito di non bloccarmi mai.
  • Costanza: sai quanto ho scritto ad aprile? La bellezza di 39.336 parole. Forse è un risultato un po' bugiardo, viziato dal fatto che negli ultimi giorni del mese ho fatto un paio di tour de force per terminare il romanzo, con picchi di quasi cinquemila parole in un giorno. Ma quello di marzo, con le sue quasi ventinovemila parole, non lo è: per riuscirci mi è bastato scrivere di media un'ora al giorno. È un tempo libero che tutti (o quasi) hanno, eppure non tutti riescono ad andare spediti come me: perché? Non so dirlo con certezza, ma credo che il motivo sia che anche con più tempo, molti non riescono a tenere un ritmo elevato come il mio? Colpa forse della non programmazione? Non è detto: non lo posso dire con sicurezza, ma penso che la causa principale sia la mancanza di costanza. Forse è una banalità, ma scrivere tutti i giorni (o quasi) è fondamentale: questo perché in fondo questo mestiere è un po' come fare sport. Se per esempio corri giusto ogni tanto, anche sforzi non incredibili ti lasceranno col fiatone; ma se invece esci a correre tutti i giorni, man mano migliorerai e riuscirai a farlo con naturalezza, senza affaticarti troppo. È esattamente lo stesso con la scrittura: più scrivi con costanza, più diventa facile e spontaneo, e meno ti blocchi. E l'unico modo per diventare una vera "macchina da scrittura" e realizzare un romanzo in fretta passa proprio dallo scrivere ogni singolo giorno. Altrimenti, l'impresa diventa davvero impossibile.
  • Tenacia e grinta: come ho appena scritto, bisogna scrivere in maniera costante ogni giorno. Ma anche avendo il giusto tempo libero, è difficile sfruttarlo al meglio, tra ostacoli, impedimenti e problemi. Eppure, con la giusta tenacia, con un sano e forte desiderio di scrivere in barba a tutto e tutti, ci si può riuscire. Giusto per farti un esempio: ho scritto tutto il romanzo (e gestisco i miei blog) da un computer mezzo scassato, con cui devo trovare soluzioni ingegneristiche anche solo per ascoltare musica (che è un carburante imprescindibile per la mia scrittura). Ma non mi lascio abbattere da questo, né da tutti gi altri problemi (alcuni dei quali belli grossi - se hai mai avuto problemi con le banche sai di che parlo) che mi capitano ogni giorno, e continuo a scrivere. E in fondo, perché non dovrei farlo? Sai quanti best-seller sono stati composti da gente squattrinata su un computer (o una macchina da scrivere) scadente? Presumo molti: anche gli scrittori più famosi all'inizio erano dei signor nessuno. 
  • Efficienza: non è facile imparare a pensare in una maniera "liquida", ad adattarsi a ogni possibile situazione, ma per esperienza posso dirti che aiuta molto, e non solo per un autore. Se non altro, questo ti consente di ottimizzare le tue risorse in fatto di tempo ed energie, e di riuscire a scrivere anche in ritagli di tempo che di norma considereresti "morti" e poco sfruttabili. Per esempio: sei in fila dal medico? Porta il computer e scrivi. Sei sull'autobus e manca molto alla tua meta? Idem. In questo modo, ogni momento diventa buono per realizzare qualcosa di costruttivo: un modo grandioso per riuscire ad avere la giusta costanza e a trovare il tempo per scrivere, specie per chi ne ha poco a disposizione. 
  • Rinuncia alle distrazioni: anche in questo caso, come nel precedente si tratta di gestire meglio il proprio tempo e trovare quello per scrivere. Perché diciamocelo: forse non tutti, ma moltissimi perdono il proprio tempo libero davanti ai social o a distrazioni simili. Ma se uno vuole essere efficiente al cento percento, deve chiedersi: quali sono le cose a cui tengo davvero? E quali quelle a cui posso rinunciare senza troppi problemi? Così ho fatto io: per scrivere il mio romanzo, non ho lasciato da parte i miei blog - che infatti hanno proseguito più o meno come sempre - né le altre passioni. Ho invece rinunciato alle futilità anzi a soltanto una parte di esse: ho continuato a controllare i miei profili, a giocare ai videogiochi, a godermi i Simpson dopo pranzo. Mi è bastato giusto smettere di gingillarmi coi social come facevo una volta, e mi si sono aperte ore e ore che ho potuto usare per qualcosa di costruttivo. Perché in fondo è una pura questione di priorità: se voglio davvero fare lo scrittore, è ovvio che la scrittura sia più importante che farsi i cazzi gli affari altrui su Facebook!
  • Leggerezza: come già detto, con la costanza (sì, è proprio il concetto cardine di questo metodo!) e la programmazione si può scrivere senza faticare. Ma c'è anche un altro fattore importante in questo senso: la leggerezza. È capitato anche a me, seppur molto di rado, di bloccarmi davanti a una scena del mio romanzo: succedeva non perché non sapessi come procedere (come detto, lo sapevo eccome); piuttosto,non avevo un'idea precisa di come traslare quello che avevo in mente sul foglio. E così, scrivevo e riscrivevo la stessa scena dieci volte perché non ne ero soddisfatto: una cosa che ti sconsiglio di fare. Piuttosto, è meglio mettersi al lavoro con serenità d'animo, considerando in primis che nulla riesce perfetto in prima stesura: se quello che hai scritto fa schifo, hai sempre tempo per correggerlo poi, in fase di revisione. Ma soprattutto bisogna essere consapevoli che, anche se non te ne accorgi, ansie e paure rendono la tua prosa tesa, rigida, e ne limitano il potenziale. Perciò, meglio scrivere con leggerezza: non solo fai meno fatica e ti diverti di più, ma anche il risultato di norma è superiore!
  • Concentrazione: come già detto, i problemi esterni che possono impedirci di scrivere o di avere il giusto tempo si possono contrastare con la giusta grinta. Ma quelli interni? Sì, perché ci sono altre angosce, limitazioni e paure che ti possono condizionare, oltre a quelle legate alla scrittura: vengono da ambiti che non c'entrano nulla, ma te le porti dentro e possono infastidirti anche se ti trovi nel tuo studio da solo e con tutto il tempo del mondo. Personalmente, sto lavorando per sconfiggere le mie ansie anche a livello generale: per quanto riguarda la scrittura, però, già ci sono riuscito. Grazie sempre alla costanza, ho imparato a trovare la giusta concentrazione dentro di me: ora mi basta giusto qualche minuto per fare quello che io chiamo "entrare nel flusso". Quando succede, non solo ogni preoccupazione sparisce: non esiste più né la mia stanza, né la scrivania, né il computer, né le mie mani, ci sono solo la mia mente e il foglio che si riempe. È il momento in cui metto il turbo: è anche questo fattore a consentirmi di scrivere più di mille parole in meno di un'ora. E in generale, penso che la capacità di isolarsi con facilità sia un'abilità da imparare per chiunque voglia essere davvero uno scrittore.  
  • Pazienza: sai perché fino a oggi non ero riuscito a finire mai un romanzo? Perché mi mancava la pazienza di portarlo fino in fondo. Un po' è anche scusabile: dopo un anno che non hai completato nemmeno metà del tuo lavoro, chiunque si romperebbe le scatole. Fino a poco tempo fa però ammetto di essere stato impaziente in maniera eccessiva: volevo tutto e subito, e quando vedevo che il lavoro procedeva troppo lentamente mi stufavo e lasciavo perdere. In generale, forse è contro-intuitivo, ma se smani perché non vedi l'ora di finire il romanzo, la conseguenza logica è che non lo finirai mai. Solo accettando il fatto che un romanzo si costruisce a piccoli passi, e non può venire fuori in un giorno, puoi metterti il cuore in pace e cominciare a lavorare in maniera più focalizzata e serena. Il che a sua volta non può che aiutarti a portare a termine il progetto in tempi più umani.
  • Serietà e motivazione: poco sopra, ho parlato di prendere la scrittura con leggerezza, serenità e divertimento, ma non volevo dire che deve essere un gioco. O meglio: affrontandola con mentalità giocosa di sicuro si fa meno fatica, ma al tempo stesso uno deve avere la giusta motivazione alla radice. Perché se per te è solo un hobby come un altro, come i videogiochi di Facebook, scrivere un romanzo in pochi mesi è impossibile: se non altro, ti manca la spinta giusta a impegnarti. E questo a sua volta ti conduce a non aver voglia di usare le tue energie per avere la costanza di scrivere tutti i giorni, per programmare la storia, per rinunciare alle distrazioni e così via. Ecco perché, nonostante l'abbia messe per ultima, serietà e motivazione sono forse il punto più importante: ti danno lo stimolo per applicare al meglio tutti gli altri fattori, e non solo. Come ho già detto altrove, penso che non puoi diventare uno scrittore in nessun caso se tu per primo non cominci a considerarlo con la serietà un lavoro vero. Se sei il primo a trattarlo come un hobby a cui dedicare solo scampoli di tempo e di energia, non potrà che rimanere solo un passatempo. 
La domanda: quali di questi fattori applichi già nella tua scrittura? E quali invece ti sono mancati del tutto fin'ora? Ma soprattutto: c'è qualche punto che secondo te ho dimenticato?

8 commenti:

  1. Mi era sfuggito questo post, persomi dietro al casino che ho scatenato con Lamù XD
    Dunque... tutti punti fondamentali. Le distrazioni purtroppo ci sono, sia di piacere che purtroppo NON di piacere :p
    Io aggiungerei DIVERTIMENTO: se manca questo, manca tutto... non ha senso andare avanti, sarebbe un compito scolastico :)

    Moz-

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    1. Ovvio, il divertimento serve sempre: non l'ho messo nell'elenco perché avendo fatto già venti post sull'argomento, lo davo per scontato :D .

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  2. Ce ne vogliono di caratteristiche per mettere insieme una cosina da niente come un romanzo! Sembrano semplici da praticare, e lo sono anche, ma chissà perché è facile farsele sfuggire di mano. :)

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    1. Però se metti in atto quanto spiegato nel post, è più facile tenerli sotto controllo ed evitare questo. O almeno, per me è stato così: questo primo romanzo è stato poco faticoso e non mi è costato nemmeno un attimo di crisi vera e propria :) .

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    2. In realtà ho sempre applicato i criteri che citi, direi tutti; infatti ho portato a termine un buon numero di romanzi, cosa che altrimenti non avrei potuto fare. Ugualmente possono esserci altri fattori a inquinare il quadro, fattori emotivi e psicologici che non si lasciano imbrigliare così facilmente. Naturalmente ti auguro di mantenere tutti questi principi sempre chiari e forti, senza inciampare in altro. :)

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    3. In realtà conosco bene i fattori emotivi di cui parli: sono gli stessi che mi hanno bloccato fino all'anno scorso, e mi hanno impedito tra le varie cose di portare a termine qualsiasi tentativo di romanzo abbia mai iniziato. Probabilmente sono solo stato fortunato io a trovare quel corso di life coaching di cui ho parlato tanto negli scorsi mesi, che mi ha permesso di sconfiggerli :) .

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  3. Complimenti, un risultato di tutto rispetto!
    I punti citati sono fondamentali anche per me e mi sforzo di applicarli soprattutto nei periodi di fase calante, quando intervengono vari fattori demotivanti. Sono proprio questi ultimi l'ostacolo principale a una scrittura rapida, per quanto mi riguarda. Oltre che una innata pigrizia che mi fa bighellonare altrove e perdere tempo. Però credo che tra tutti l'elemento più importante sia quello della costanza e condivido in modo particolare il tuo paragone con lo sport. I muscoli della scrittura si atrofizzano molto in fretta se non vengono usati, quindi un po' di disciplina è d'obbligo, anche quando siamo scarichi.
    E ora? Qual è il prossimo passo?

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    1. So bene cosa vuol dire essere scarico: io lo sono un pochino in questo periodo. Ma riesco comunque a farmi forza e ad andare avanti lo stesso. Lo faccio anche perché questa mancanza di energia potrebbe essere dovuto allo sforzo per finire il romanzo: di sicuro, era qualcosa a cui non ero abituato. Ma devo continuare comunque: se mi prendessi una pausa, non mi abituerei mai, e i miei ritmi calerebbe. E non è quello che voglio :D .

      Piani futuri: ho già cominciato il nuovo romanzo :D ! Per ora va un po' a rilento (relativamente: già sono quasi a settemila parole!), perché negli ultimi giorni mi è mancato il tempo, a causa di qualche problema e di alcuni impegni; in più, il fatto che appunto sono scarico non aiuta. Ma conto di riprendere a macinare al solito nei prossimi giorni.

      Per quanto riguarda invece il romanzo che ho appena scritto, ora è affidato a Monica, che mi farà una sorta di editing. Io comunque non ho intenzione più nemmeno di sfogliarlo per un po' di tempo per farlo un po' "sedimentare", per poterlo poi rivedere con più distacco possibile: minimo saranno le 6 settimane che suggerisce Stephen King in On Writing, ma magari sarà anche di più. Ho questa mezza idea di finire il romanzo che sto scrivendo ora, prima di rivederlo: così poi rivedrò il primo mentre starò scrivendo il terzo, e il secondo si starà a sua volta sedimentando. Ma questo si vedrà in futuro: per ora penso a quello che devo scrivere oggi :) .

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