martedì 10 marzo 2020

Un pericolo molto peggiore del coronavirus

Oggi nel mio calendario editoriale per Hand of Doom c'era fissato un post diverso da questo. Tuttavia, arrivato a oggi (mentre scrivo, è domenica), mi sono reso conto di non aver voglia di cominciare un post su un argomento di cultura che, per quanto interessante, si concilia poco con le preoccupazioni di questi ultimi giorni. Cosa mi preoccupa? Il coronavirus, ovviamente.

Come scrivevo la scorsa settimana, sono un tipo piuttosto ipocondriaco: già i primi contagi mi hanno messo in allarme, e ora che l'epidemia si sta allargando a macchia d'olio, non vivo benissimo. Però è anche vero che, alla mia età, è improbabile che io possa avere problemi gravi se fossi infettato: in effetti, non è questo a disturbarmi di più. Quando invece i tanti piccoli e grandi atti di incoscienza che vedo intorno a me.

Per fare un esempio, a spingermi a scrivere questo sono i video che raffigurano le centinaia di persone presenti alla stazione centrale a Milano, intente a lasciare la Lombardia prima della chiusura della zona rossa. Un comportamento che ha dell'assurdo da ogni lato da cui si possa guardare.

In primis, fa specie che molte di quelle persone fossero in apparenza giovani, quindi con poco da temere per la propria salute. Se per chi aveva superato i sessantacinque il desiderio di andarsene avrebbe avuto un minimo di senso senso, quale può avere per chi potrebbe vivere la malattia come poco più di un'influenza?

Tra l'altro, visto quanto è facile il contagio di questa malattia, prendere il treno e andare via ti fa correre un bel rischio. In uno spazio chiuso e angusto come quello di un vagone, basta che solo pochi (forse anche solo uno) siano infetti perché ci si possa contagiare tutti (e no, la storia del "non ho sintomi" non conta: è acclarato che in molti siano asintomatici). Insomma, sarebbe stato molto più sicuro rimanere in Lombardia, chiuso in casa per quanto possibile.

Ma il paradosso che chi ha cercato di evitare il contagio si è messo più a rischio nulla, se confrontato con le terribili conseguenze che questa fuga di massa potrebbe avere - anzi, che avrà. Io non ho il potere di prevedere il futuro, ma sono sicuro quasi al cento percento che presto il coronavirus esploderà con molta più forza in tutta Italia, senza che le misure messe in campo per limitarlo abbiano il minimo effetto.

Certo, se chi è tornato dalla Lombardia si metterà da solo in quarantena, i problemi potrebbero essere minimi. Ma io non credo che avverrà: se si è così stupidi e stronzi irresponsabili da rischiare di esportare un virus pericoloso e contribuire alla diffusione di un'epidemia fuori da una zona rossa, dubito che una volta al sud comincino a seguire le regole e i consigli di prudenza con cui (giustamente) i media ci martellano ogni giorno.

Del resto, il coronavirus in Italia non sarebbe neppure arrivato - o se fosse arrivato, sarebbe stato circoscritto - se non fosse stato per l'incoscienza di tante, troppe persone. Incoscienza che in molti casi si coniuga con la classica furbizia italiana, quella del "frega il prossimo e infrangi le regole se puoi", che in molti casi sembra funzionare. Ma che in realtà già in condizioni normali porta un mucchio di problemi: non parliamo poi di una situazione critica come questa.

Se non altro, quelli che si credono così furbi potrebbero scoprire di non esserlo affatto: visto che nella stragrande maggioranza dei casi vanno a sud dalla propria famiglia, il tentativo di schivare il contagio potrebbe avere l'effetto opposto, esportando la malattia a genitori e parenti vari. Parenti che magari sono sopra ai sessantacinque anni, e che quindi potrebbero avere gravi problemi, o persino morire in caso di contagio. Non c'è che dire, davvero molto furbo, cercare di fuggire dal coronavirus e finire per uccidere il nonno!

Di chi è la colpa di tutto questo? Potrei scommettere che molti, alla fine, se la prenderanno con lo stato, col governo o altri enti simili. In una piccola parte, hanno anche ragione: dall'alto potevano fare molto meglio, con soluzioni molto più dure per limitare l'espansione del coronavirus. Ma davanti a fenomeni di stupidità e irresponsabilità del genere, non c'è governo che possa fare qualcosa. Ed è proprio questa stupidità il vero problema: una stupidità su cui è tempo di smetterla di essere politicamente corretti.

Se non altro, in che altro modo si può definire l'atteggiamento di chi, senza pensare alle conseguenze, agisce solo per quello che percepisce come il suo tornaconto, senza rendersi conto che finirà per danneggiare sé stesso e la comunità intera? Ma il fatto peggiore è che in Italia queste persone sono così diffuse che la loro stupidità e la loro incoscienza dominano, e sommergono l'intelligenza e il buon senso che, se ascoltati, potrebbero trovare soluzioni a molti problemi.

Devo essere onesto: a me questo turba e spaventa molto di più di quanto lo faccia il coronavirus. Che, di sicuro, continuerà a fare molte vittime nelle prossime settimane, ma prima o poi si fermerà (in quanto virus, è probabile che possa colpire una singola persona una sola volta, prima che diventi immune). Quando accadrà, però, purtroppo l'incoscienza delle persone non sarà debellata: sarà ancora lì, a fare piccoli danni finché una nuova situazione critica non li porterà a farne uno speriamo meno grande di stavolta - ma che potrebbe esserlo anche molto, molto di più.

Ecco quindi qual è il vero pericolo per te, per me, per tutti noi: non una malattia anche pericolosa come il coronavirus, ma l'irresponsabilità di chi ti sta intorno. Forse qualcuno potrebbe pensare che sono cattivo a dire così, ma non è vero: la stupidità non è un'opinione e non è nemmeno legittima. La stupidità uccide: guarda ai quasi cinquecento morti per coronavirus che si registrano in Italia a oggi (e ai tanti di più che arriveranno), se non ci credi. Ecco perché, forse sarebbe il caso di rifiutare incoscienza e ignoranza. Forse, ogni tanto, sarebbe il caso di pensare a ciò che si fa e alle conseguenze che potrebbe avere, invece di agire e basta.

La domanda: cosa ti spaventa di più: la stupidità del prossimo o il coronavirus?

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