martedì 17 dicembre 2019

I muscoli della scrittura

Neppure a farlo apposta, nei giorni in cui ho scritto e pubblicato lo scorso post, le scarse condizioni di salute di cui parlavo lì sono peggiorate ulteriormente. Senza entrare troppo nel dettaglio, ho problemi coi muscoli del collo, diventati così gravi da obbligarmi a smuovermi dalla mia solita stasi. E così, da qualche giorno, sto facendo alcuni esercizi riabilitativi (non presi da internet, ma riesumati da quando avevo avuto un problema simile, anni fa) per provare a risolvere la situazione.

Come sta andando? A tratti meglio, ma in altri momenti il problema sembra addirittura peggiorare: in particolare, per ora i semplici esercizi che faccio sono molto dolorosi. E forse è anche ovvio: dopo anni di immobilità, di poca cura del mio corpo, il mio collo è debole e atrofizzato. Tra l'altro, è proprio questa consapevolezza a spingermi a continuare a scrivere, senza quasi pause, anche in giorni così difficili, di scarsissima lucidità. Cosa c'entra? In apparenza nulla, ma in realtà eccome se c'entra!

Ok, forse per scrivere a mano un po' di muscoli servono.
Infatti io fatico molto se devo farlo, ormai!
Se è vero che non servono muscoli per scrivere, visto che può farlo una persona paralizzata a letto (per esempio, attraverso dettatura), il principio si può applicare lo stesso. Anche se smetti di scrivere per un periodo poi sarà meno immediato e molto più faticoso farlo di nuovo quando riprenderai.

Tra l'altro, per esperienza personale posso dire che da questo punto di vista la scrittura è molto più sensibile di qualsiasi muscolo del nostro corpo. Insomma: se per un paio di settimane smetti di fare attività fisica e poi riprendi, il calo di prestazioni sarà piccolo (almeno credo). Al contrario, per la scrittura anche questo lasso di tempo è lungo: non saprei dire perché, ma parliamo di un ambito in cui arrugginirsi è facilissimo.

Peraltro, il paragone coi muscoli funziona bene anche alla rovescia. Scrivere il più spesso possibile aiuta a migliorare il proprio stile e a definirlo con più forza di quanto possa mai fare un esercizio sporadico. E se è vero che ci sono casi in cui l'abitudine genera una confort zone (da cui uno dovrebbe sempre tentare di uscire nella propria vita letteraria, ma questo è un'altra storia), in generale credo che i lati positivi della scrittura costante siano molto superiori di quelli negativi. Positivi su chi vuole affrontare quest'arte come l'allenamento costante è per un qualsiasi sportivo.

Insomma, questo è un'altro motivo per cui uno scrittore, per definirsi tale, dovrebbe scrivere tutti i giorni. Sì, come ho detto in passato, la ragione più importante è prendere questo compito come un impegno serio, con mentalità professionale invece che come un semplice hobby; tuttavia, anche questo è un ottimo motivo per farlo. E per impegnarsi a cercare momenti liberi anche quando il tempo a disposizione è poco.

Io non sostengo che uno debba scrivere mille parole fisse al giorno come cerco di fare io, questo no. E magari uno non deve nemmeno scrivere di narrativa: puoi lasciare il tuo romanzo a riposo per una settimana, se in quello stesso periodo scrivi per esempio articoli per il tuo blog. A me da questo punto di vista Hand of Doom e la webzine metal aiutano molto: per esempio, se col tempo il mio lessico si è arricchito è anche per trovare i modi migliori di raccontare le mi opinioni al loro interno.

Ecco perché, per quanto mi riguarda, ci tengo a scrivere anche se non sono lucidissimo o se ho qualche malanno anche non leggero, che di solito ti terrebbe a letto. O almeno, ci provo: è vero che ci sono giorni di dolori così pesanti che fallisco nel mio obiettivo. Non mi angoscio nemmeno troppo se accade: dopotutto mi sento giustificato dalla mia salute precaria. Tuttavia, se posso preferisco piuttosto stringere i denti e scrivere comunque.

Qualcuno potrebbe dire che scrivere per esempio con una pesante influenza potrebbe non far bene al mio fisico. Non posso dargli torto: tuttavia, c'è da dire che anche in periodi così faticosi, la scrittura rimane al centro dei miei pensieri. Sono certo che non serve ripetere quanto sia realizzante per me: se poi, come ho detto, serve anche per non perdere l'esercizio, allora impegnarsi al massimo per minimizzare i giorni vuoti è quasi un obbligo!

La domanda: e tu scrivi quando stai male? Ma soprattutto, sei convinto anche tu che uno scrittore debba farlo tutti i giorni?

4 commenti:

  1. Al momento ho l'influenza, perciò ho passato qualche giorno senza mettere il naso fuori di casa. Mi sarebbe piaciuto molto scrivere, con tante ore a disposizione, ma so che sarebbe stato uno sforzo inutile: la testa vuota è... vuota. Potrei scrivere, ma poi so che dovrei rifare il lavoro. Per me vale la pena di assecondare il fisico, salvo eccezioni.

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    1. Io invece non ho mai la testa vuota. Ma non so dire se sia un dono o una sfortuna :) .

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  2. Quando sto male, la voglia di scrivere o di fare alcunchè è zero.
    Comunque al limite puoi pensare a quello che scriverai nei momenti in cui non stai bene o per evitare di sovraccaricare.

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    1. Faccio anche quello, in effetti, ma molto di rado. Purtroppo, non riesco a stare a letto, quando sto male: a meno che io non sia proprio mezzo morto, preferisco comunque stare al PC :) .

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