martedì 23 luglio 2019

Il livello di attenzione nei social

Ogni tanto, scorrendo Facebook, mi capita di trovare qualche video che mi perdo a guardare. Di norma sono video spettacolari o comunque interessanti: del resto l'algoritmo del social blu è fatto apposta per spiare i video che guardi e quanto li guardi, in modo da proportene altri di tuo gradimento. Tuttavia, qualche giorno fa mi è capitato di vedere un video che mi ha lasciato più che perplesso.

Al suo interno, c'era un bambino che cercava di ricomporre un cubo di Rubik senza nemmeno guardarlo - e alla fine ci riusciva . La didascalia lo presentava come un ragazzino geniale, e lo stesso tipo di opinione veniva espresso da decine di commentatori lì sotto, che gli facevano i complimenti. Decine di commentatori che però non si sono accorti che il bambino di geniale non aveva nulla.

In effetti, il protagonista del video non faceva altro che ripetere soltanto le stesse due mosse di continuo. Se hai un cubo di Rubik già risolto, puoi provare anche tu: scoprirai così che, dopo un po' di volte che lo fai, il cubo tornerà a posto.

Serve conoscere questa informazione per rendersi conto che il bambino non è un genio ma sta solo usando un trucco? Secondo me, anche no. Più che altro, basta notare che non può essere così facile risolvere davvero un cubo. E infatti le vere risoluzioni - o almeno, quelle di noi "normali", gli speedcuber sono un'altra storia - procedono a scatti, e con algoritmi non così semplici. Provare per credere.

Insomma, bastava fissare le mani del bambino per dieci secondi, o forse addirittura meno, per capire l'inganno. Ma forse il protagonista del video - o chi per lui lo ha girato e messo online - era davvero intelligente. Tanto da capire, almeno, che molti dei commentatori non l'avrebbero fatto: che non avrebbero guardato il cubo, né tanto meno il video così a lungo.

In effetti una delle mie ipotesi è proprio questa: hanno visto giusto qualche fotogramma e sono subito corsi a complimentarsi col ragazzino, senza nemmeno aspettare che il cubo fosse finito. Ma ho paura che la realtà sia anche peggiore: hanno visto tutto il video, ma in maniera così distratta e superficiale da non accorgersi di nulla. Una realtà abbastanza deprimente, se fosse.

Qualcuno potrebbe dire che la colpa del rincoglionimento livello così basso di attenzione è del web, e in particolare dei social. Ma io non credo: ancora una volta, dipende da come li usi. Io per esempio su Facebook leggo di scienza, storia e cultura, post che non solo richiedono attenzione ma mi arricchiscono di conoscenze. Sì, è vero che non memorizzo tutto quello che leggo; molte cose sì, però, e in generale mi vanto di non essere una persona superficiale, modestamente.

Se non altro, cerco di non esserlo perché questo tipo di superficialità è un bel problema. Forse non lo sarà se abbocchi al trucco che usa il bambino nel suo video, ma lo diventa quando milioni di persone credono a bufale che basta una ricerca su Google della durata di trenta secondi per smontare. Bufale pericolose addirittura per la nostra società.

No, non è Facebook il problema in questo caso, né lo sono gli altri social. Il problema è muoversi al loro interno in maniera distratta, col pilota automatico attivato: sarebbe molto più meglio farlo con più attenzione e consapevolezza. Ma mi sa che, come spesso succede, è difficile che ciò accada: le singole persone possono comprendere il concetto, ma la vedo dura per un risveglio generale. Che dire: spero di sbagliarmi!

La domanda: come navighi sui social network? In maniera attenta o superficiale?

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