giovedì 18 gennaio 2018

Un "no" ai mostri sacri

Come forse hai letto, nel post della scorsa settimana parlavo del perché non è bene criticare chi stronca i classici della letteratura su Amazon. In poche parole, dicevo che è meglio un atteggiamento più aperto verso i gusti altrui, per quanto lontani possano sembrare. Giudicare e basta, senza conoscere di chi stiamo parlando - magari un lettore giovane e alle prime armi - non solo porta a sbagliare, ma fa apparire il mondo letterario come qualcosa di chiuso ed elitario, poco appetibile per uno che "viene da fuori".

Io però farei anche un passo oltre: non sono solo questo genere di critiche il problema, ma anche ciò che si trova alla loro radice. Per i miei gusti, l'atteggiamento sbagliato è proprio quello di considerare i classici mostri sacri, perfetti e di conseguenza intoccabili. Perché la realtà è che non lo sono affatto.

In fondo, che cos'è un classico? È un libro uscito decenni/secoli fa che attraverso la storia ha acquistato una certa fama e che trova ancora oggi molti estimatori. Ma queste due caratteristiche sono una garanzia che i classici abbiano qualcosa in più rispetto agli altri romanzi? Per me no.

Per quanto riguarda la prima, non è detto che un romanzo sia diventato famoso per la sua qualità intrinseca. Come esempio, posso prendere Dracula di Stoker: nessuno si azzarda a dire che è brutto - nemmeno io: a me è piaciuto parecchio. Ma uscisse oggi, sarebbe l'ennesimo libro sui vampiri, peraltro scritto in una maniera datata. Sarebbe bello anche a dispetto di questo, ma credo che in pochi lo considererebbero storico: la sua fortuna è stata di uscire quando di vampiri letterari non ne esistevano: questo è il motivo per cui è un classico  e continua a influenzare centinaia di scrittori.

Ma soprattutto, il fatto che piaccia a tanti è una pessima ragione a favore dell'intoccabilità dei classici. Pensaci: tanti, tantissimi amano anche Twilight o le Cinquanta Sfumature. Forse sono persino più degli amanti dei classici, visto che entrambe sono serie molto popolari, con milioni di fan in tutto il mondo. Quindi, le cose sono due: o anche questi sono da considerare classici, seppur contemporanei, oppure questo non è un buon argomento.

Io penso piuttosto che un classico non può essere perfetto, né una bella lettura: almeno, non può esserlo per forza per tutti. Per esempio, tra i classici ce ne sono tanti che sono invecchiati male: mi viene in mente Cuore di Cane di Bulgakov, che andava bene come critica all'Unione Sovietica dell'epoca, ma oggi suona abbastanza ridicolo. Per non parlare dei tanti libri il cui stile oggi appare datato o tortuoso: puoi essere influente quanto vuoi, ma se invece di godermi la letteratura devo fare fatica per decifrare quello che c'è scritto, a me non viene voglia di leggere libri del genere.

In generale, la mia idea è che dovresti toglierti dalla mente una volta per tutte il preconcetto sbagliato secondo cui nell'arte si possa dire qualcosa di davvero oggettivo, e che esistano libri belli o brutti "a priori". Non solo perché, come già detto nell'altro post, potresti fare una figura "da snob"; più che altro, così ti crei delle barriere mentali, che possono portarti poi anche a perderti dei libri che avrebbero avuto il potenziale per piacerti.

Ecco perché dico di no ai mostri sacri. O meglio: dico di no all'irrigidirsi su di essi in maniera dogmatica. Non è solo perché è il modo giusto per creare un ambiente più tollerante e sereno: dovresti farlo soprattutto per te stesso. Non a caso, è qualche mese che sostengo - non solo in questo blog - che la lezione più importante su come vivere è divertirsi. E se non ci si diverte con la letteratura, a che serve leggere?

La domanda: tu come la pensi  sui classici della letteratura? Sono capolavori a prescindere oppure ammetti che possano avere dei difetti e possano non piacere?

10 commenti:

  1. Se per classico intendiamo il considerare un'opera come un fondamento della civiltà e della cultura (che è la definizione "letterale" di classico) non posso essere d'accordo con le tue affermazioni. Se invece per classico intendiamo un'opera che per svariati motivi è entrata a far parte dell'immaginario collettivo e, volenti o nolenti, anche della cultura popolare, allora sì. Ma occhio che allora in questo contesto entrano in gioco opere come le porcate più becere, solo perché vendono e hanno successo.
    Sotto questo punto di vista "Tre metri sopra il cielo" è un classico, non fa una grinza.
    I classici non sono privi di difetti, alcuni sono dei mattoni paurosi, altri possono addirittura sembrare sopravvalutati. Faccio un esempio? Adoro Lovecraft ma ammetto che alcuni suoi racconti sono davvero pesanti e la sua prosa è eccessivamente barocca e a tratti ridondante. Ma è diventato comunque un classico. Perchè? Perchè ha creato una cosmogonia e perché è riuscito a instillare nel lettore la paura non descrivendo l'orrore ma le reazioni da esso sucitate. Non di certo per la sua prosa.
    Per quanto riguarda l'invecchiare male è un discorso che non mi ha mai toccato particolarmente perché ho l'abitudine di contestualizzare quello che leggo. Lo faccio anche per la musica e per i film perché se attualizzassi sempre tutto non ne uscirei sano! :-)
    Ma... Non è che stiamo confondendo "classico" con "capolavoro"? ;-)

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    1. Non so dire se "Tre metri sopra il cielo" sia effettivamente un classico. Già oggi, a qualche decennio dall'uscita, se ne parla pochissimo. Ha avuto molto successo all'epoca, ma ora non più. Ma magari sbaglio, sembra solo a me e la verità è diversa dalla mia percezione :) .

      Concordo comunque sia sul fatto che alcuni classici non siano privi di difetti, sia che sia necessario contestualizzare sempre la lettura. Giusto per mantenere lo stesso esempio, se avessi giudicato Dracula come un romanzo moderno, non mi sarebbe piaciuto: avrei trovato lo stile troppo lento e ampolloso. Ma so di non poter pretendere da Stoker, che scriveva nello stile dell'Ottocento, la scorrevolezza e la tecnica (nonché l'editing) di uno scrittore di oggi. Più o meno per lo stesso motivo per cui non posso pretendere da Dante che sapesse che la Terra gira intorno al Sole: se lo fa uno oggi è un demente, ma all'epoca non non era qualcosa di conosciuto - o di stabilito come la tecnica letteraria ^_^ .

      Direi anche che se un classico non mi piace, quasi mai è perché non riesco a contestualizzarlo bene. Per fare l'esempio di Bulgakov, ho trovato "Cuore di Cane" antipatico a prescindere dalla critica politica. Ma a parte questo, quando parlo di "difetti" ne parlo quasi sempre in maniera soggettiva: come ho già detto, poche cose sono oggettive nell'arte :) .

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  2. I classici sono classici proprio perché nati in un periodo particolare, o perché sono veri pionieri di un genere, di un modello.
    Ci sono ovviamente anche i classici contemporanei, che funzionano allo stesso modo.
    Io ad esempio ho saltato tutta la tradizionale letteratura "classica" per ragazzi, mai troppo piaciuta. Ma sono classici e svolgono il loro ruolo.

    Infatti, per me vale proprio quel che citi tu: il divertimento.

    In ogni caso, discorso che si può estendere a tutti i tipi di scrittura: dal cinema alla serialità televisiva, dai fumetti alla musica.

    Moz-

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    1. Sì, si può applicare a tutti i tipi di scrittura e non solo: azzarderei che puoi farlo a tutti i tipi d'arte. Per esempio, la pittura: sì, la Gioconda o la Cappella Sistina sono capolavori, ma magari a uno possono non piacere.

      Soprattutto, avendo girato tante pinacoteche posso testimoniare il fatto che quadri degli stessi anni di Leonardo e Michelangelo possano non essere belli solo perché appartenenti al Rinascimento. E, dall'altra parte, non tutta la pittura contemporanea è spazzatura.

      Ecco questo è quello che voglio dire: sia che parliamo di classici o meno, la cosa più importante è la flessibilità mentale :) .

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  3. Un classico è un romanzo che ha il potere di parlare anche alle generazioni successive. In tal caso la qualità, se non è intrinseca, gliela dà il suo status, il suo potere comunicativo.

    Non penso che i classici siano intoccabili: si possono criticare, senza remore. Penso però ci voglia anche umiltà. Ed essere umili, in tale frangente, significa riconoscere la soggettività del proprio giudizio. Per esempio, io ho detestato "il deserto dei tartari" (forse perché quando me l'hanno assegnato a scuola ero troppo piccola per poterlo apprezzare) ma non mi permetterei mai di dire che "fa schifo". Semplicemente, la sensibilità dell'autore non risuona con la mia, e questo porta lontananza, distacco. :)

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    1. Sono d'accordo, anche se più che di "umiltà" parlerei di contestualizzare, come diceva anche Diego. E comunque di sicuro io non dico che i classici che citavo come esempi negativi sopra fanno schifo: dico soltanto che non fanno per me, tutto qui ^_^ .

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    2. Esatto. Ed è sacrosanto. Ogni persona ha i propri gusti e, pur riconoscendo il valore di un'opera, può non apprezzarla fino in fondo. :)

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  4. Il "classico" secondo me ha due caratteristiche. Primo, parla dell'uomo in quanto tale in modo profondo, quindi meno soggetto all'invecchiamento naturale di ogni opera. Secondo, qualcuno di culturalmente influente ha decretato, a un certo punto, che quella è un'opera di qualità, e non se ne parli più. Al primo punto risponderei: ottimo, ma siamo sicuri che nessuno ne abbia più parlato da allora in modo convincente e più consono all'uomo di oggi? Al secondo: chissenefrega? Quindi benissimo che i classici abbiano un valore - ne ho amati tanti, anche quando erano imposti a scuola - ma malissimo che li facciamo diventare strutture di supporto incrollabili per una vita da lettori spesso mediocre. C'è anche da dire che le scuole sarebbero nei guai, se dovessero aggiornare le loro biblioteche, con i fondi miseri che ritrovano da gestire. Però no, non parliamo di mostri sacri, che alla prova dei fatti si dimostrano fantastici o insopportabili, a seconda dei gusti del lettore, come è normale che sia. (By the way, mi sono piaciuti sia il Dracula di Stoker che Twilight.) :)

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    1. Non ho nulla da aggiungere: concordo con tutto il tuo ragionamento ^_^ . Specie col fatto che spesso diventano dogmi e poi quei lettori si perdono un sacco di libri che potrebbero piacergli :) .

      Comunque, la mia scuola non aveva una biblioteca: i libri da leggere dovevamo comprarli per forza noi :D .

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Il tuo commento è molto prezioso per me. Anche se mi vuoi insultare perché non ti piace quello che scrivo, fallo pure: a prendere in giro i maleducati mi diverto tantissimo! Ma a essere sincero preferisco chi si comporta bene: se lo farai anche tu, mi farai ancora più contento!