È chiaro però che né l'una né l'altra via portano alla felicità. Questo risultato si può raggiungere solo in un terzo modo: rimanendo fedeli a sé stessi, ma senza vergogna, con la consapevolezza che in noi non c'è nulla di sbagliato, anche se gli altri pensano il contrario. Nell'ultimo periodo, sto proprio lavorando su me stesso per smetterla una volta per tutte con l'idea di dover per forza soddisfare gli altri e con la paura dei giudizi altrui. Ed è per questo che ho ideato - e che propongo anche a te - questo articolo/esercizio.
Questo esercizio serve a superare la vergogna e a non aver paura del giudizio altrui. Chi meglio del gatto può rappresentare questi concetti? |
La via più giusta è proprio esprimere il proprio io reale in libertà, senza frenarsi. E soprattutto, nel farlo, lasciare da parte la paura che gli altri disapprovino. Si tratta di un timore abbastanza insensato: sono sicuro che anche a te sarà capitata una gran paura dei giudizi negativi prima di fare qualcosa; poi però quando l'hai fatta te ne sono arrivati solo di positivi. E hai visto come il tuo timore non avesse nessun motivo di esistere.
Ma anche se la disapprovazione arriva davvero, qual è il problema? La vita è tua, e devi viverla come vuoi, fregandotene di chi non apprezza le tue scelte. Anche perché chiunque ti conosca, anche in maniera approfondita, lo fa comunque in una maniera molto parziale: non ha vissuto dal tuo punto di vista le esperienze che ti hanno portato a essere quello che sei. Basandosi su dati parziali ne risulterà per forza un giudizio anch'esso parziale e potenzialmente sbagliato. L'unico a poterti giudicare con il giusto metro sei tu stesso, quindi dovresti dare al pensiero altrui solo un'importanza relativa.
Ho ideato questo post proprio come un esercizio per cominciare a sconfiggere la paura dei giudizi altrui e arrivare così a vivere meglio. Per primo lo svolgerò io: non ne ho un bisogno così grande, visto che in questi mesi ho acquisito già una buona fiducia in me stesso; di sicuro però anche a me può essere utile. Mi piacerebbe, tuttavia, che anche tu lo svolgessi sul tuo blog, riprendendolo come un meme. O come un esercizio serio, o come un divertimento: fallo nel modo che preferisci!
Le regole sono semplici: elenca cinque punti a proposito della tua persona - che siano tue abitudini, ossessioni, gusti, idee, sogni o altro ancora - che potrebbero essere giudicati bizzarri o fuori dal comune, e parlane un po'. Sarebbe gentile usare anche l'immagine che ho creato qua sopra (se ti serve, qui la trovi a risoluzione supersonica) e citarmi come inventore di questo esercizio - ma in fondo non lo ritengo necessario, quindi ti lascio libero di fare come vuoi. Tutto qui: spero che anche tu raccoglierai questa sfida.
Tornando a me, ho deciso di parlare di cinque mie stranezze mai comparse qui su Hand of Doom. Di molte altre invece non ho mai fatto mistero: dall'amore per il calcio a quello per i videogiochi - per non parlare del metal. Avrei potuto citare qualcuno di questi: dopotutto sono tra le stranezze che considero fondamentali. Ma ho preferito non ripetermi e raccontare cinque di quelle che ai tuoi occhi potrebbero farmi sembrare ancora più strano: del resto se l'obiettivo è superare la paura del giudizio altrui, non poteva essere altrimenti. Perciò, eccole qui, come sempre in ordine sparso.
- Programmazione compulsiva: nella mia vita, non mi alzo nemmeno dal letto se non l'ho programmato in precedenza - no, non sto scherzando. Tutte le mie giornate vivono una routine rigida: da orario X a orario Y faccio questo, da Y a Z quest'altro, e così via. E non solo la mia giornata: i viaggi, i miei racconti, persino i post di questo blog seguono una scaletta ben precisa, senza cui non riuscirei ad andare avanti. Si tratta di una mia caratteristica che spesso mi è utile, anche se c'è un rovescio della medaglia: se qualcosa mi costringe a modificare il mio programma, mi agito oppure mi arrabbio. Soffrirò di un disturbo ossessivo/compulsivo? Può darsi... ma come detto, non me ne vergogno. Anche perché c'è poco da vergognarsi in qualcosa che può essere considerato come una lieve malattia mentale: se nessuno si vergogna perché ha un osso rotto o l'influenza - e chi ti giudica male per questo è
un imbecilleuna persona poco intelligente - allora nemmeno io ne ho motivo. - L'ossessione dei numeri: anche questo quasi di sicuro fa parte del mio disturbo ossessivo compulsivo. Come forse saprai (o più probabilmente no), i numeri 2 e 5 sono speciali: non solo sono multipli di 10, la base del nostro sistema di numerazione, ma sono gli unici (insieme all'uno e ai loro multipli) che come denominatori in una frazione non creano un numero periodico. Sarà per questo che col tempo ho finito per sviluppare un'ossessione per questi due numeri e per i loro multipli. Non è una cosa scaramantica - queste cose non mi appartengono, e so che non c'è nulla di magico in questi numeri rispetto ad altri: semplicemente, in maniera più o meno conscia tendo ad adattare al 2 e al 5 la mia vita. Un esempio? I post di tutti i miei blog escono sempre in minuti pari (ossia multipli di due) o con il cinque alla fine. E del resto non a caso questo esercizio presenta cinque punti: sei sarebbe andato bene lo stesso, ma non avrei mai potuto farne sette! Bizzarro? Mi rendo conto che lo è molto, ma non mi dà nessun fastidio!
- Il lavoro: a proposito della mia idea controcorrente su questo argomento potrei scrivere dieci post lunghi il doppio di questo, e forse non basterebbero. Quindi la farò molto breve: per me la nostra cultura, basata principalmente sul lavoro, è
una merda assolutatotalmente sbagliata. Ci sono tante ragioni per cui lo dico: in primis, mi piacerebbe un mondo in cui uno viene valutato per la sua intelligenza, le sue capacità, i suoi talenti e le idee, non per stupidaggini come la resistenza all'alienazione della catena di montaggio o la sua capacità di leccare il culo al capo. Sono poi convinto che in una società ideale uno deve essere libero di fare ciò che vuole: stare otto ore in ufficio o in fabbrica per guadagnare soldi che poi non puoi spendere perché domani stai di nuovo in ufficio o in fabbrica non è proprio la mia idea di libertà. E poi è un'idea retrograda: forse cinquant'anni fa c'era davvero bisogno che la gente lavorasse, ma con gli avanzamenti della robotica oggi non è più così. Potremmo tutti goderci la vita, essere pagati per fare quel che vogliamo o persino per poltrire mentre le macchine lavorano al posto nostro: siamo invece costretti a umiliarci per pochi spiccioli in lavori precari, solo perché ai padroni fa comodo e la gente comune è così stupida da sposare questa mentalità. Sì, so che questa è un'idea molto bizzarra, così tanto che fino a poco tempo fa avevo paura di parlarne. Ma ora non più! - Bambini e genitori: anche per questo punto ci vorrebbe un bel papiro. Mi limiterò quindi a dire che io i bambini proprio non li sopporto - come non sopporto i genitori che ne fanno una questione di stato. Non è tanto per la sovrappopolazione - visto che da questa derivano problemi legati alla povertà, alla disuguaglianza e all'inquinamento, ogni nuovo bambino è un potenziale problema. E non è nemmeno perché visto che la vita è principalmente sofferenza, il che implica che fare un figlio equivale a condannare una persona a questa tortura: anzi, sto superando questa idea da quando ho imparato che la vita può non essere solo dolore, se si impara a viverla bene. No, il sentimento di cui parlo è più irrazionale: per esempio, ogni volta che il telegiornale parla di "cinque vittime tra cui due bambini" mi si chiude la vena. Forse che gli altri tre erano stronzi insignificanti, solo i bambini meritano il nostro dolore? Non parliamo poi delle pubblicità
ammorbate da piccoli sgorbi orrendipiene di bambini: da anni ormai boicotto le aziende che si sponsorizzano in questo modo. Sì, magari mi giudicherai male per questo, ma che ci posso fare: io i bambini proprio non li reggo! - Sogni di cucina: per alcuni cucinare è solo mettere insieme gli ingredienti affinché il risultato sia mangiabile. Per me no: è una passione che cerco di applicare col massimo impegno per creare quanto di più vicino a un'opera d'arte effimera... e non solo. Credo che cucinare per una persona sia anche e soprattutto dimostrarle affetto. È per questo che di solito cucino con più passione se lo faccio per Monica. Ed è sempre per questo che spesso immagino di cucinare per gente che mi sta simpatica. Magari, chi lo sa, se sei uno dei miei lettori fissi ho immaginato una volta o l'altra di cucinare anche per te; se così è stato, spero che un giorno questo si avveri - anche se magari non succederà. Strano forte, eh? Ma io non mi vergogno nemmeno di questo: forse per qualcuno può essere inquietante, ma a me sembra una cosa positiva e affettuosa!
Innanzitutto mi piacerebbe partecipare, solo che, se ci penso... non è che abbia cinque bizzarrie. O forse non lo so. È che semplicemente io me ne fotto di tutto e tutti e faccio come mi pare. Ci penso su.
RispondiEliminaSul lavoro la vedo esattamente come te (e appunto, vedi? Non la consideravo una bizzarria XD).
Sul cibo idem, con tanto che sono finito pure a lavorare in una cucina (di junkfood, ovviamente XD). Anche io amo cucinare per gli altri, per gli amici. Quando cucino penso sempre di preparare per gente che amo. Ecco, anche questa per me non era una bizzarria.
Sui bambini, son gusti...
La storia dei numeri è un mondo lontanissimo dal mio :)
Mentre il fatto di programmare tutto è un'ossessione che non mi appartiene. Io programmo abbastanza ma lascio spazio all'improvvisazione e all'imprevisto (e spesso pretendo che ci sia XD)
Moz-
Pensaci pure. Sono sicuro che se cerchi anche tra quelle piccole ne scoprirai ben più di cinque: dopotutto credo che ognuno di noi ne abbia, visto che è ciò che ci rende unici :D .
EliminaSul lavoro comunque tu sei d'accordo, ma vai a fare lo stesso discorso a una persona con più di cinquant'anni. Te ne sentirai dire di tutti i colori :D .
Evvabbé, età diverse, ci sta^^
EliminaMoz-
Su questo non sono molto d'accordo, ma sarà che non ho molta stima nemmeno delle persone anziane, oltre che dei bambini. Un'altra mia idea fuori dalla "normalità" :D .
EliminaMi piace molto la tua idea e ancora di più la scelta del gatto a mo' di simbolo del meme!
RispondiEliminaBeh, scopro che abbiamo qualche "stranezza" in comune. Non ti dico quale, visto che intendo fare anche io un post così.
Purtroppo deviare dalla via percorsa dalla maggior parte delle persone viene visto sempre con sospetto, ma condivido il tuo pensiero, ovvero che bisognerebbe fregarsene. Oltre tutto c'è molta ipocrisia in giro, si dice una cosa solo perché la dicono tutti, pure se non la si pensa. E quindi sì, sicuramente aderirò alla tua proposta. Mi prenderò un po' di tempo per rifletterci, anche perché ultimamente ho un calendario programmato per i post. Vedi, pure io programmo? ;) Ciao!
Ottimo, allora: non vedo l'ora di leggere il tuo post e le tue stranezze. E non importa quanto ci metterai: mica ho fretta ^_^ .
EliminaMi trovi completamente affine per quanto riguarda la faccenda del lavoro. Invece la programmazione compulsiva è qualcosa da cui sto cercando di staccarmi perché non mi faceva bene. Comunque scriverò presto qualcosa al riguardo. :)
RispondiEliminaCredo sia solo questione di prospettive: a me la programmazione compulsiva non è solo utile, è necessaria, senza non riuscirei ad andare avanti. So bene che questo abbia anche dei lati negativi, ma in fondo quasi tutto nella vita ce l'ha. Per questo, io me la tengo stretta - ma capisco chi vuole essere più libero ;) .
EliminaNon è solo questione di prospettive ma anche di esperienze, perché avendo una mentalità più creativa che metodica, l'eccesso di programmazione mi ha portato ad avere un esaurimento nervoso. Ora mi sono fermata in un punto intermedio, e sono contenta. :)
EliminaPiù che altro è questione di differenze di carattere: come ho detto, io mio trovo molto bene così. A "esaurirmi" sono altre cose :) .
EliminaSul punto 1 Programmazione compulsiva, il mio commento:
RispondiEliminaAAAAARGGGHHHHH!!!!!!!! Ce l’ho, oppure no, come dire a volte ma forse.
Punto 2 L'ossessione dei numeri: solo quando controllo quelli del gratta e vinci ben sapendo che la statistica congiura contro di me.
Punto 3 il lavoro: vorrei una società ideale….
Punto 4 bambini e genitori: non li sopporto nemmeno io. Questo perché - al contrario dei genitori della Vecchia Guardia – quelli odierni non hanno - si può dire attributi o è una parolaccia? – ok, allora pur passando da volgarescurriletrivialeboccaccesco e sboccato…dico che i genitori di adesso non hanno più p…le per tirar su i giovani virgulti come si deve (la cronaca di tutti i giorni insegna). Oh là!
Punto 5 la cucina: come dico sempre i vari Cracco, Canavacciuolo & C. sono in classifica dal n. 2 in poi: il n. 1 (giusto per vantarmi) sono io.
Detto tutto!
E ad ogni modo mi fa piacere spignattare per la mia gente: se lo facessi per mestiere non credo che avrei la stessa soddisfazione.
Ciao!
Non devi mica avere paura di essere volgare: se nell'articolo ho parlato di "piccoli sgorbi orrendi", puoi fare anche tu di meglio :D . E poi questo esercizio serve anche per superare la paura del giudizio altrui, quindi non devi avere quella di essere giudicato male perché troppo volgare :D .
EliminaPer il resto, mi fa piacere che le mie bizzarrie ti siano piaciute (quasi) tutte ^_^