giovedì 4 giugno 2020

Abisso del Passato, Alba Eterna e la storia sbagliata

Tra le tante branche della cultura che mi piacciono, la storia è una di quelle che amo di più. Senza motivi professionali, ma per il puro gusto di farlo, l'ho sempre studiata e col tempo ho raggiunto una buona infarinatura. Non posso dire di essere un esperto, né tantomeno l'equivalente di uno storico, ma posso comunque vantare una buona conoscenza di base dell'argomento. Tanto buona, per esempio, da storcere il naso quando trovo delle inesattezze in un romanzo storico.

Forse è anche per questo che tendo a non leggere spesso questo genere: ho il timore di ritrovarmi davanti qualcosa di realizzato senza che l'autore si sia documentato a dovere prima. Purtroppo, è stato questo il caso di Abisso del Passato di L. Sprague De Camp e di Alba Eterna, seguito ufficiale scritto da David Drake. Sono due romanzi considerabili di fantascienza, visto che trattano (marginalmente) il tema del viaggio del tempo, ma essendo ambientati per gran parte nel passato, si possono considerare anche storici. E, purtroppo, la loro ambientazione lascia molto a desiderare

In realtà, il primo è anche carino: forse è anche ovvio, visto che Sprague De Camp è considerato tra i grandi dell'epoca d'oro della fantascienza. Di sicuro sa scrivere, e questo viene fuori dal libro a sprazzi. Anche se altrove sembra quasi che lo scrittore americano non si sia impegnato per nulla nel realizzare questo romanzo.

Giusto per fare un esempio, nessun personaggio, neppure il protagonista di Abisso del Passato, ha un po' di caratterizzazione psicologica. Non parliamo poi degli altri: sono tutte macchiette. In fondo però non è questo il problema, e ho letto libri così che erano lo stesso piacevoli. Ad avermi dato più fastidio è stato lo scarso approfondimento storico di cui gode l'ambientazione.

Da un certo punto di vista, è un fatto comprensibile, giustificabile: dopotutto era il 1939, e non era facile come oggi documentarsi. Tuttavia, già leggere l'inizio, ambientato nell'Italia fascista, è stato grottesco: almeno, io dubito altamente che gli italiani all'epoca chiamassero Mussolini "Bibi" - o almeno, quelli che non volevano finire al confino. Ma il resto è anche peggio.

Quando il protagonista finisce all'epoca delle guerre greco-gotiche, quindi nel sesto secolo dopo Cristo, il cambiamento a livello di atmosfera si vede poco. Sembrano tempi civili e moderni, e anche i personaggi lo sono. Come per esempio il banchiere, avaro e teso al profitto: peccato solo che le banche come le conosciamo oggi si affermano nel tardo medioevo e all'epoca non esistevano. E in generale, non si nota alcuna differenza tra la mentalità del protagonista moderno e i personaggi medioevali di contorno.

Ma forse il peggio è il protagonista in sé. Non solo, pur essendo solo un archeologo, si dimostra abilissimo anche come imprenditore, come politico, come inventore, come comandante di un esercito. Soprattutto, ha sempre fortuna in ogni ruolo, il che stona tantissimo: penso che se un uomo degli anni trenta si fosse comportato davvero così dopo esser tornato al sesto secolo, sarebbe morto (assassinato) almeno una ventina di volte. Insomma, è il classico Gary Stu, a cui va sempre tutto bene.

Nonostante questo, ho trovato Abisso del Passato gradevole: ogni tanto qualche sprazzo e qualche bella svolta storica lo rendono tale. Cosa che di sicuro non si può dire di Alba Eterna: ecco, il racconto lungo di David Drake proprio non mi è piaciuto. Non solo perché, essendo degli anni novanta, è meno giustificato di Sprague De Camp: soprattutto, si tratta di un libro brutto sin dalle prime battute. In cui presenta il protagonista: un grande studioso con molte nozioni di storia, di ingegneria, di fisica. Ed è una donna.

Ora: non ho nulla contro i personaggi femminili forti o intelligenti, ci mancherebbe altro. Fosse stata una ricercatrice dei giorni nostri, andava benissimo: ma il fatto che questo personaggio proviene dalla Roma imperiale (e torna indietro a prima della formazione, incontrando Romolo e Remo), fa crollare tutto il castello. Semplicemente, la sua stessa esistenza non è credibile.

Non parliamo poi di come è delineata: bravissima, desiderabile, abilissima, intelligentissima, è anche antipaticissima,. L'unica cosa un minimo credibile è che i popolani che trova nel passato la credano una dea anche per la sua arroganza (gli dei all'epoca erano visti così), oltre che per il fatto di essere caduta dal cielo. Questo però non la rende più simpatica, ma anzi una Mary Sue da manuale.

Se Abisso del Passato era carino anche con le sue falle, Alba Eterna è proprio orrendo. E mi ha fatto anche ridere (per non dire rabbia) che il tutto sia corredato da una prefazione di Harry Turtledove su quanto quei due racconti siano realistici: o la sua millantata laurea in storia l'ha presa coi punti del supermercato o (cosa più probabile) sia stato pagato per mentire spudoratamente in quel preambolo.

Sarà forse che ho visto/letto troppa dell'opera di Alberto Angela, o che sono abituato agli standard del miglior Valerio Massimo Manfredi (uno dei primi scrittori che ho letto, e che mi ha appassionato alla storia e anche ai romanzi in generale). Sta di fatto che per me un romanzo ambientato nel passato deve anche avere un minimo di realismo, altrimenti non ha senso scegliere una simile ambientazione.

Di conseguenza, queste due storie per me sono un grande no. Soprattutto la seconda mi ha davvero irritato, e anche la prima non mi ha esaltato. Ma almeno, anche leggerli è stata una buona lezione per me come lettore: in futuro, dovrò stare più attento a quali romanzi scegliere. E come scrittore, può esserlo per tutti: scrivere un libro a tema storico è difficile, e se non hai voglia di affrontare il lungo lavoro necessario documentazione, dovresti scegliere altro!

2 commenti:

  1. Li ho letti e devo dire che non mi sono piaciuti per niente: la plausibilità è pari a zero e in effetti i personaggi sono Gary Stu e Mary Sue a pieno titolo!

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    1. Esatto, proprio così: è anche la mia stessa idea ^_^ .

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