martedì 23 giugno 2020

6 cose che non mi sono mancate durante il lockdown

Ora che il coronavirus sta perdendo forza, con sempre meno casi ogni giorno, si sente sempre più spesso parlare di "ritorno alla normalità". E non sono solo parole: come sai, sempre più attività stanno riaprendo ogni giorno, e sempre più possibilità precluse durante il lockdown stanno tornando a disposizione. Con tutti (o quasi) che per questo tirano un sospiro di sollievo.

Neppure io sono scontento della situazione generale. O meglio, non lo sono più di quanto lo ero prima del virus: non apprezzando molto la "normalità" in generale che c'era prima, devo dire che la chiusura totale in sé non era poi così male. C'erano per esempio certi fastidi di cui non sentivo affatto la mancanza: fastidi che, purtroppo, con la fine del lockdown stanno tornando.

Se come me tifi per una squadra scarsa e indegna, anche il
calcio non ti è mancato per niente durante la chiusura!
Ci sono diversi casi che potrei citare: casi anche di singoli comportamenti o fatti di cui di sicuro non mi è pesata l'assenza durante i momenti peggiori dell'emergenza. Tuttavia, con questo post volevo fare qualcosa di diverso: andare piuttosto nel generale, nelle varie categorie in cui questi fatti ricadono.

Pensandoci a fondo, ho individuato ben sei di queste categorie: sono le cose che, almeno a me, hanno sempre dato fastidio, e purtroppo sono ricominciate come nulla fosse. Come sempre, eccole qui di seguito, con il solito ordine casuale!
  • L'inquinamento ambientale: ho già accennato diverse volte a questo punto, e anche stavolta mi sembra il caso di ribadirlo. Se non altro, è inutile negare che la crisi ambientale in cui il mondo si trova già da anni è il problema più grande a livello planetario, molto più del coronavirus. E molto più di questa malattia, si prevede che causerà disagi e vittime nel prossimo futuro: la stessa cosa, del resto, che già fa da decenni l'inquinamento atmosferico in città. Per questo, il fatto che le automobili non circolassero più era estremamente positivo: con la ripartenza però ci potrebbe essere addirittura un rimbalzo verso l'alto. Non che io mi preoccupi dell'inquinamento dell'aria, vivendo in campagna: tuttavia, per il riscaldamento globale sì che lo sono. Per non parlare del fatto che, a livello personale, preferivo quando le mie passeggiate erano accompagnate dal canto degli uccelli, invece che dal traffico nella superstrada sul fondo della mia valle!
  • Gli impegni fuori casi: comincio anche io ad averne, non di lavoro ma per motivi medici sì. Non è un gran problema: essendo in ballo la mia salute, ci vado volentieri. Ma è comunque stressante, visto che spesso ci si deve svegliare presto, o comunque si devono affrontare viaggi scomodi - viste le mie precarie condizioni di salute, mezz'ora di macchina è comunque un disagio. Per non parlare del tempo che occupano: come ho già detto altrove, per la mia scrittura è stata una benedizione non dover mai uscire, neppure quando forse avrei potuto. E quindi, se non negativo, il ritorno di questi impegni non è neppure del tutto positivo
  • Le tentazioni consumistiche: sono sicuro che anche tu abbia constatato come non solo i negozi siano rimasti chiusi, ma anche siti come Amazon abbiano funzionato a mezzo servizio durante il lockdown. Il che, per me, è stato un bene: seppur io abbia degli hobby "consumistici", come la mia collezione di quasi settecento dischi, preferisco risparmiare che spendere i (pochi) soldi che ho. Un risparmio che non è stato difficile, in tempo di chiusura: oggi però, con di nuovo tutti aperti e anche le decine di offerte che puoi trovare ovunque, di roba anche molto interessante, è diventato faticoso. Per riuscirci, ci riesco anche: non è divertente, però, vedersi passare davanti tanti dischi, tanti libri, tanti oggetti che ti darebbero piacere - o anche, perché no, che sono utili - e dovervi rinunciare!
  • La maleducazione offensiva: non tutti sono stati più buoni nei momenti di chiusura totale, è vero, ma molti sì. Forse perché si sono resi conto che la situazione era così grave che non c'era bisogno di altri disagi; ora che invece l'atmosfera è meno pesante, chiunque si sente in diritto di sfogare le proprie frustrazioni e i propri problemi sugli altri. A me per esempio sta succedendo in famiglia: per qualche mese, durante il lockdown, la situazione era migliorata, e ho vissuto un periodo tranquillo, bello. Non nego che sperassi fosse un risultato estraneo al coronavirus, e che la pace potesse continuare: invece, ora la solita (brutta) quotidianità è tornata anche in casa mia, in una dimensione anche peggiore. Non entrerò nel dettaglio, perché in fondo sono fatti miei, ma parliamo di continue e reiterate offese, umiliazioni e in generale un ambiente di gran tensione, creata da un paio di elementi che definire tossici è fargli un complimento. Una situazione che però sto lavorando per risolvere: dopotutto, anche il ritorno alla normalità, avrà i suoi lati positivi!
  • La stupidità e i comportamenti asociali delle persone: è un argomento collegato al precedente, ma in fondo si merita il suo bel punto. Io non sono un amante dell'ordine a tutti i costi, anzi mi piacerebbe una società molto più libera di quella che abbiamo oggi: tuttavia, sono anche convinto che chi usa questa libertà per danneggiare il prossimo andrebbe punito come merita. Ed è qualcosa che durante il lockdown succedeva: vedi per esempio le multe a chi trasgrediva le misure di contenimento della malattia e persino provvedimenti più severi nei casi più gravi. Ora invece non succede più, e spesso anche chi viola le regole ancora in vigore la fa franca. Insomma, anche in questo siamo tornati al peggio della situazione pre-coronavirus, con le persone che possono esprimere la propria stupidità o comportarsi nel peggiore dei modi senza pagarne le conseguenze. Il che, secondo me, è il lato peggiore in assoluto della "normalità": anche in questo, come in altri frangenti, rimpiango che l'epidemia non sia stata un'occasione di cambiamento e di crescita
  • Gli insulti alla scienza e alla razionalità: ce ne sono stati anche durante l'epidemia, è vero, ma erano voci nel deserto. La maggior parte delle persone invece in questa crisi ha deciso di affidarsi alla scienza, sia a livello di popolazione (stupefacente, visti i precedenti) che di politica (ancor più stupefacente). Che l'abbia fatto non per un nuovo spirito razionale ma per la semplice (e giustissima) paura per una malattia terribile come il coronavirus ha poca importanza, per me: ciò che conta è il risvolto positivo. Risvolto che però, con la riapertura, è venuto meno: nelle ultime settimane sono ricomparsi i peggiori rigurgiti di complottismo e irrazionalità antiscientista, personificati dai no-vax, dai contrari al 5G e così via. Di sicuro, non mi mancavano: preferivo quando, davanti al pieno dell'epidemia e del dramma, individui simili non aveva il coraggio di aprir bocca!
La domanda: anche a te ci sono cose della normalità che durante il lockdown non sono mancate?

Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento è molto prezioso per me. Anche se mi vuoi insultare perché non ti piace quello che scrivo, fallo pure: a prendere in giro i maleducati mi diverto tantissimo! Ma a essere sincero preferisco chi si comporta bene: se lo farai anche tu, mi farai ancora più contento!