martedì 28 gennaio 2020

Letteralmente stufo

È noto: sia che si parli di televisione, di giornalismo o di semplice comunicazione web, la lingua italiana viene spesso usata in maniera scorretta. Da piccoli, semplici sbagli a grossi svarioni grammaticali, nel corso degli anni ne ho sentite, viste, lette di tutti i colori; peraltro, alcuni di questi errori, specie se ripetuti in molti ambiti e quasi sdoganati, mi danno un fastidio indicibile. Come succede per esempio, negli ultimi tempi, per l'avverbio "letteralmente".

Facci caso: se guardi la TV o leggi qualche articolo c'è un altissima probabilità che tu senta/legga prima o poi questa parola, visto quanto è diffusa. E anche se può non sembrare, in realtà non è un fatto positivo: non è solo perché in ogni corso di scrittura serio insegnano che l'uso di avverbi che terminano in "mente" sarebbe da limitare, se non si vuole appesantire il testo. In fondo, per la lingua parlata è diverso: il problema vero, che poi è anche quello che mi irrita, è che "letteralmente" viene usato in maniera del tutto sbagliata rispetto al suo vero significato.

Anche questo gatto deve aver sentito un "letteralmente"
usato a muzzo in qualche discorso!
Stando alla semantica della parola, "letteralmente" significa proprio "alla lettera": ossia, che il vocabolo o i vocaboli a cui si accompagna sono da prendere nel loro significato più semplice, originale. E che non bisogna quindi cercare sottotesti, significati metaforici o figurati, oppure tratti da qualche gergo tecnico.

Per fare un esempio teorico (un po' stupido, ma credo efficace), se una persona è paurosa, si spaventa di tutto, non ha il minimo coraggio, si può dire che è "un coniglio". Ma se invece sei letteralmente un coniglio, allora può voler dire soltanto che hai due lunghe orecchie e la pelliccia. O, almeno, così è se si vuole usare la lingua italiana nella maniera più corretta.

Come ho già detto, nell'ultimo periodo mi sta capitando spessissimo di imbattermi in usi invece errati della parola. In molti lo usano come semplice accrescitivo, come se per esempio fosse un sinonimo di "davvero" (una parola che esiste, che non è un neologismo né un prestito da altre lingue, e che quindi andrebbe usata al suo posto). Un utilizzo che mi lascia infastidito, ma soprattutto perplesso per gli effetti quasi tragicomici che crea.

Giusto per fare un esempio, durante un servizio su una partita di basket qualche tempo fa mi è capitato sentire il commentatore dire che la squadra perdente è stata "letteralmente impallinata" da quella vincitrice. Significa forse che nel palazzetto dello sport c'è stata una sparatoria con fucili a pallini? O non sarebbe stato meglio dire che la squadra perdente è stata soltanto impallinata, che già è un concetto, mi pare, abbastanza forte?

Se si voleva rafforzarlo, poi, si potevano usare altri verbi più pesanti: la squadra poteva essere stata asfaltata, sotterrata, persino fatta a pezzi. Ma anche in quei casi, senza usare l'avverbio "letteralmente" prima: una sconfitta sportiva può essere pesante e drammatica quanto vuoi, ma mi sa che essere fatti a pezzi in senso letterale è giusto un filino peggio.

Ed è questo forse il vero problema: la parola "letteralmente" viene usata da chi non ha abbastanza capacità di linguaggio o un vocabolario abbastanza ampio per esprimere in una maniera migliore ciò che ha da dire. Il che, per l'uomo comune che incontri al bar, potrebbe anche non essere un problema: se però lavori in un mondo in cui la comunicazione e la sua precisione sono fondamentali, come sono il giornalismo o la televisione, allora lo è eccome.

Anche per questo, sono stufo dell'abuso di questo avverbio. Letteralmente stufo, anzi: e in questo caso, ci sta tutto. Avrei potuto dire "letteralmente seccato", ma seccato può voler anche dire "morto" o "essiccato", mentre "stufo", seppur derivi da "stufare" nel senso del metodo di cottura, a oggi non è più confondibile con "stufato" nel suo senso letterale. Insomma, ho trovato il termine più giusto, e non mi ci sono voluti che pochi secondi. Perché chi invece di gestire un piccolo, insignificante blog viene addirittura pagato per comunicare non può fare lo stesso?

Forse è proprio questo che mi dà fastidio. Non solo il fatto che la nostra lingua, così ricca, venga adoperata in una maniera così poco fantasiosa, oltre che erronea; soprattutto, che chi non è capace di usarla al meglio lo faccia lo stesso. Specie se poi lo fa all'interno di un programma di cultura - il tipo che io guardo più spesso in televisione: lì diventa ancora più grave. Non sarebbe il caso che a fare gli autori siano quelli che sanno scrivere meglio? Ma mi rendo anche conto che siamo in Italia, e parlare di competenza e di merito è pura fantascienza!

La domanda: anche a te la parola "letteralmente" usata in maniera sbagliata dà fastidio?

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