martedì 24 luglio 2018

"Silenzio assoluto": quando i protagonisti sabotano un romanzo

Come lettore, io sono uno che dà una seconda possibilità a tutti. Se il primo libro di uno scrittore non mi è piaciuto, prima o poi ne leggerò un secondo, per capire se è proprio il suo stile a essere incompatibile con me, o se mi è soltanto capitato quello sbagliato. Ovviamente, però, preferisco affrontare di nuovo scrittori di cui ho già letto qualcosa che mi sia piaciuto. Ed è questo uno dei motivi per cui, nelle scorse settimane, ho avuto il (dis)piacere di leggere Silenzio Assoluto, di Frank Schätzing.

Il suo Limit, letto un paio di anni fa, mi era piaciuto molto: nonostante qualche difetto, è un bel romanzo, che riesce a intrattenere bene per gran parte delle sue oltre mille pagine. Purtroppo, però, non posso dire lo stesso di questo secondo suo libro, che mi ha lasciato più di qualche perplessità.

Silenzio Profondo non soffre solo dei difetti che avevo già riscontrato in Limit. Non c'è solo un avvio lento in maniera eccessiva - e in questo caso parecchio noioso. E non c'è soltanto una certa prolissità - la storia funzionava benissimo anche con metà delle pagine. No, il romanzo soffre soprattutto per quanto riguarda i protagonisti.

Per quanto mi riguarda, ho preso subito in antipatia il professor Liam O' Connor. Praticamente, per come ce lo descrive Schätzing, è l'uomo migliore di tutti i tempi: bellissimo, ricco, fascinoso, simpaticissimo è sia un fisico eminente, serio candidato al Nobel, sia uno scrittore di fama mondiale - ma nel romanzo non fa ricerca né scrive una parola, si limita a ubriacarsi e a buttare fuori perle di filosofia spicciola. In pratica, l'unica cosa che gli manca è la scritta "Mary Sue" tatuata a caratteri cubitali in fronte.

Ma la protagonista femminile, la sua addetta stampa Kika Wagner, non è molto meglio: anche se è ultratrentenne, si comporta con O' Connor come una ragazzina alla prima cotta. Non parliamo poi della storiellina d'amore che si crea sin dalle prime pagine: tra stupidaggini adolescenziali degne di un Harmony (o forse anche peggio), seghe mentali, digressioni inutili e dialoghi inconcludenti, ho abbastanza odiato le parti affidate ai due protagonisti del romanzo.

Molto migliori sono invece (oltre a un paio di comprimari) gli antagonisti: personaggi a volte un po' stereotipati ma di sicuro molto più realistici e riusciti. Ogni loro dettaglio è interessante: anche le digressioni politiche, per quanto a volte un po' prolisse - in pieno stile Schätzing - sono meno sconclusionate e più appassionanti, e la base morale/filosofica delle loro azioni ha un suo fascino. E così, anche se sono terroristi, i "buoni" sono così odiosi che alla fine ti ritrovi a parteggiare per loro, per la riuscita del loro attentato.

Già, l'attentato: la seconda metà, dedicata interamente a esso, è molto migliore della prima. Senza fare spoiler, dirò solo che ci sono diversi bei colpi di scena, piazzati nei momenti giusti, e che per la maggior parte del tempo la tensione è palpabile e ben studiata. Di conseguenza, c'è pochissimo spazio per inutili sparate filosofiche e per scene d'amore fini a sé stesse: un altro fattore per cui questa parte surclassa senza fatica quella precedente.

In realtà, anche il resto non è poi così male. Scritto con un bello stile, semplice ma che ti calamita sulla pagina, scorre che è un piacere: per dire, nonostante le seicento pagine ci ho impiegato appena una decina di giorni per leggerlo. E anche tutto il contorno politico/diplomatico/filosofico, legato alla guerra del Kosovo, è senza dubbio interessante.

Anche per questo, alla fine Silenzio Assoluto per me è un libro piacevole e sufficiente. Ma, giusto per fare il confronto, Limit mi è piaciuto molto di più, e non solo perché era fantascienza: era fatto molto meglio, con digressioni meno noiose e personaggi meno di cartone. Se quindi, in futuro, leggerò qualcos'altro di Frank Schätzing, non potrò che sperare che sarà più simile all'altro che a quest'ultimo. E, soprattutto, che non lasci che brutti protagonisti rovinino buoni spunti!

6 commenti:

  1. Del tutto d'accordo con la tua recensione: avrei tolto anch'io almeno un centinaio di pagine.
    "Limit" era molto meglio e anche "Il quinto giorno", nonostante le pecche che hai evidenziato.
    Qui Schatzing non fa del "show don't tell" ,ma pura prolissità in parecchi capitoli (per dire, hai presente l'inseguimento di Shoshana in moto?).

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    1. Mi spiace, ma non ce l'ho presente - non so nemmeno a cosa tu ti riferisca, in verità :D . Per il resto, mi fa piacere che la pensi come me ^_^ .

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    2. Sto andando a memoria perché il libro è uscito una decina d'anni fa circa e io l'ho letto appena uscito...
      Ad ogni modo (a memoria!) nel libro c'è un personaggio (Shoshana, appunto) protagonista di un inseguimento in moto per le vie di Gerusalemme (o qualcosa del genere): ci perde un sacco di parole quando ne bastavano meno della metà.

      ...ma magari ho fatto casino e ho sbagliato libro! però mi pare che fosse proprio "Silenzio assoluto"...ops :-D

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    3. Mi sa che invece hai proprio fatto confusione: in Silenzio Assoluto non c'è né un inseguimento in moto né un personaggio di nome Shoshana (Jana è l'antagonista femminile). Nessun problema, comunque: cose che capitano ^_^ .

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    4. ARGH!! Hai ragione: si trattava di "Breaking news"!
      ...ma il concetto non cambia :-D
      p.s.: non a Gerusalemme, ma a Tel Aviv, se ricordo bene (ma viste le recenti prestazioni della mia memoria...) :-)

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    5. Capita di sbagliarsi :) .

      (Su Breaking News non posso aiutarti, comunque, non avendolo mai letto ^^ )

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