venerdì 3 febbraio 2017

#imieiprimipensieri

Con questo post, partecipo all'iniziativa "i miei primi pensieri" lanciata da Chiara Solerio del blog Appunti a Margine. Si tratta in poche parole di stabilire un certo lasso di tempo (io ho scelto dieci minuti) e almeno per quella durata scrivere di getto, senza poi tornare a rivedere quello che si è scritto. Ciò che leggete di seguito è il mio esperimento: farlo è stato strano ma piacevole, anche se ho trovato qualche difficoltà - e adesso mi sto mordendo le mani per non correggere altro che questo paragrafo. In ogni caso, buona lettura!

Quando ho letto l'idea di Chiara sul suo blog, ero un po' scettico. Io sono un fan della revisione a tutti i costi. Non pubblicherei mai un post, su questo blog o altrove, che non fosse rivisto, reso più scorrevole e più affilato da una robusta revisione.

Per un post a caso, un'immagine a caso (che spero non
rappresenti anche la faccia del lettore dopo che avrà
letto questo post!)
Stavolta però ho deciso di farlo. In parte perché in fondo potrebbe essere un'esperienza costruttiva. In parte perché in questo momento (è giovedì) sono a una partita noiosa di basket: Monica arbitra, ma io non ho nulla da fare, il telefono si è scaricato e non posso più usare l'hotspot, quindi ho dieci minuti (e più) liberi. In parte perché domani (ossia stasera) avevo un buco nella mia scaletta: perché non riempirlo così?

Visto che ora sto facendo una specie di telecronaca di cosa sta succedendo, potrei continuare. Sto facendo un po' di fatica, devo ammettere. Sono così tanto abituato a corregermi già mentre scrivo che scrivere di getto nella maniera indicata da Chiara non è molto facile per me. Ogni tanto faccio una pausa, e in un'occasione ho anche fatto una correzione: avevo scritto eprché invece di perché, e non ce l'ho fatta a lasciarlo così com'era.

In generale, penso che questo articolo alla fine si rivelerà pieno di refusi, di frasi un po' spigolose, e così via. Del resto, nel mio lavoro continuo di revisioni, frenetico, mi accorgo bene di quali sono i miei limiti. Nelle mie prime stesure, abbonano spesso gli avverbi, le frasi troppo lunghe, qualche termine desueto che stona col tono. Riesco a raggiungere un risultato sodisfacente solo con un numero variabile di revisioni (tre-quattro per i miei post, una ventina per i miei racconti, che sono i contenuti più brutalizzati - in senso positivo, ovvio)

Sono anche convinto del fatto che la revisione sia la cosa migliore per un testo. (Cosa: la uso sempre nelle mie prime stesure, poi dopo la sostituisco con termini meno generici). Sono convinto in particolare che senza questa fase imiei racconti non sarebbero per me soddisfacenti come lo sono una volta subito il processo di cui parlavo sopra.

In fondo però anche scrivere così non è stato male. Non credo che ripeterò l'esperienza: in fondo preferisco il mio metodo solito di scrittura. Però questo articolo mi ha permesso un po' di fare introspezione sull'argomento: qualcosa di utile, per me. Di sicuro è stato utile per Monica: quella santa di mia moglie rivede e corregge ogni mio post di questo blog, per una volta farà una vacanza. Detto questo, è tempo di chiudere: alla fine ho scritto per quindici minuti, e intanto la partita è sempre più noiosa. Chissà come sarà il risultato.

19 commenti:

  1. Onestamente mi sembra una mera assurdità. Cioè, preso come esercizio a se stante, ok, può avere un senso, ma l'idea di pubblicare il prodotto dell'automatismo psichico puro secondo me non funzionerebbe: è scrittura automatica, non scrittura volta alla narrativa. E' praticamente un flusso di coscienza e non è detto che questo esca narrativamente interessante. E quello dell'interessante è un punto tutt'altro che secondario, perché si scrive per un pubblico, non per dimostrare a se stessi di essere capaci di qualcosa o di avere talento.
    E poi non p davvero realizzabile a prescindere, perché già quando stai pensando a cosa scrivere, lo stai già revisionando mentalmente: il pensiero è più veloce della mano, gli impulsi neuroelettrici impiegano un tempo minore di quelli neuromotori.
    E in ultimo nella pubblicazione il tutto andrà poi sottoposto a un editor o almeno a un correttore di bozze, quindi se non tu ci sarà qualcun'altro che lo revisionerà comunque.

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    1. Se avessi letto i miei post conosceresti le basi filosofiche di questo gioco, che si ispira agli studi di Goldberg. L'autrice non è contraria alla revisione (e nemmeno io) ma crede nella separazioni delle frasi. La prima, quella creativa, è di pancia e aiuta a sciogliere le idee. La seconda, la riscrittura o revisione, avviene con la testa. Siccome io voglio arrivare a scrivere un romanzo di getto (progettato, ma senza rileggere ogni frase dopo averla scritta) ho proposto questo esercizio, che vuole spingere l'autore a prendere maggior confidenza con la creatività pura, senza dover razionalizzare tutto. A volte, infatti, ci si dimentica che scrivere è un'arte. La proposta di eliminare la revisione era solo finalizzata a far sì che le persone non vengano fagocitate dalle proprie insicurezze. :)

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    2. Refuso: separazione delle fasi.
      Il tuo commento comunque mi sembra pieno di preconcetti. Secondo me se non conosci lo scopo dell'esercizio puoi avere una visione falsata. La revisione in narrativa è fondamentale ma l'esercizio riguarda esclusivamente la prima stesura :)

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    3. Ciao Chiara.
      1) No, non ho letto i tuoi post. Ho commentato sulla base di ciò che ha scritto Mattia e direi che ho male interpretato la cosa.
      2) "Se avessi letto i miei post". Guarda, ne leggo di tuoi post, e li commento anche. Da te invece mai che abbia la piccola soddisfazione di anche solo un saluto sul mio blog. A parte questo, io comunque vengo sul tuo perché ti trovo simpatica e mi piace ciò che leggo. Poi posso non essere d'accordo con ciò che scrivi, ma questa è un'altra questione.
      3) Sono pieno di preconcetti. No, è che non ho letto il tuo post. Ma visto che siamo in argomento: tu invece sei del tutto priva di preconcetti? Sicura sicura?

      P.S. = Scusami Mattia, non si voleva usare il tuo blog per i discorsi nostri.

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    4. Su ragazzi, non litigate :) . O meglio, non fate che questa discussione degeneri (fin'ora il tono è ok, secondo me).

      Per rispondere al tuo primo post, Marco: sono perfettamente d'accordo con te. Come ho scritto nel post, non mi fiderei a postare un racconto se non dopo un gran numero di revisioni. Questo post è semplicemente un esercizio a sé stante. Al massimo potrei ripeterlo qualche altra volta (anche se per ora non ne ho intenzione), ma di sicuro non porterò avanti il blog così in futuro, né scriverò in questo modo i miei prossimi racconti. Era solo un esperimento estemporaneo e divertente, tutto qui :) .

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    5. Nessun litigio, solo alcuni doverosi chiarimenti. :-)

      Marco, hai ragione. Ultimamente non vengo mai sul tuo blog. E in generale su pochi altri. Purtroppo negli ultimi mesi ho avuto dei problemi e sono stata a casa da lavoro per un po', quasi due mesi. Sono rientrata in ufficio subito dopo le vacanze di Natale e non immagini che macello ho trovato. Ho continuato ad aggiornare il mio blog per tutto il periodo di assenza, e dopo il rientro, ma mi sono limitata a frequentare, per ragione di tempo, soltanto i tre o quattro blog delle persone che conosco da più tempo. Non è cattiveria, lo giuro. Ero solo concentrata su altre faccende. Adesso va meglio, e sto rientrando in carreggiata. Recupererò tutte le letture arretrate, perché apprezzo molto sia il tuo blog sia la tua scrittura. Innanzi tutto, sei l'unico che si interessa ai miei argomenti esoterici; in secondo luogo ho molto gradito il tuo racconto su Hitler; infine, spero ancora di poter scrivere quel post a quattro mani di cui si era parlato prima dell'estate. Quindi, stai tranquillo, tornerò (e non è una minaccia, lo giuro! :-D)

      Per quel che riguarda questo "gioco", spero che ora il suo intento sia un po' più chiaro. Ti invito, se non l'hai già fatto, a leggere i due post che ho scritto al riguardo (prima che io stessa mi mettessi alla prova), così che potrai meglio comprendere il mio intento. E magari chissà, partecipare anche tu. ;)

      Detto questo se ti va continuiamo la conversazione in mail, così non occupiamo le case altrui con le nostre faccende. :-D

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    6. Io non ho alcun problema con te, mi sei simpatica. Fa lo stesso se non vieni mai sul mio blog, davvero, mi è spiaciuto quel "Se avessi letto i miei post", perché dava l'impressione di avere come sottotesto "devi leggere tutti i miei post": io ne leggo e commento molti dei tuoi, ma non riesco a essere onnipresente.
      Ora poi che l'ho effettivamente letto, mi è più chiara la cosa, che avevo frainteso.
      Ciao, a presto!

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    7. No, ti giuro, nessun sottinteso. Il "rimprovero" non era al fatto di non aver letto i miei post, ma di aver espresso un'opinione su un esercizio senza sapere perché fosse nato. Ho detto "i miei" e non il "mio" perché i post sull'argomento in tutto sono tre: il primo scritto prima di Natale in cui riporto il testo della Goldberg sulla separazione delle fasi, il secondo in cui invitavo i blogger a fare l'esercizio, e il terzo che raccontava la mia esperienza. Ovviamente chi non ha seguito tutto il discorso non può aver chiaro di cosa si tratti. :)

      p.s. ho risposto comunque anche al commento sotto il post delle cartoline.

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  2. Tua moglie revisiona ogni post? Santa subito davvero! Mio marito ogni tanto legge il prodotto finito e già ne sono felice!
    A me, comunque, l'esperimento piace e sono piaciuti tutti i post che ne sono usciti. Sarebbe interessante imporsi di farlo con un racconto, magari partendo da uno spunto comune.

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    1. Sì, lei rilegge ogni post qui e degli altri blog e ogni racconto che mando ai vari racconti o pubblico qui. In compenso io revisiono tutto quello che legge lei. Siamo perfetti l'uno per l'altra, insomma :D .

      Comunque, come ho già detto, io prima di pubblicare un racconto lo revisiono decine di volte. Per questo, non credo mi fiderei a postare un racconto come mi è uscito la prima volta. Potrei però fare un altro esperimento, ossia postare due racconti diversi: il primo è la versione finale corretta, la seconda quello di getto, per illustrare le differenze tra le due versioni. Che dici, potrebbe essere interessante :) ?

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  3. Bravo Mattia. Grazie per esserti messo in gioco. :) bella anche l'idea di Tenar. :)

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    1. Di nulla, grazie a te per l'iniziativa tutto sommato divertente ^_^ .

      Come ho già detto nella risposta precedente, comunque, potrei fare un confronto racconto "finito" - prima bozza. Lo chiedo anche a te: potrebbe interessarti :) ?

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    2. Ottimo. Prossimamente (anche se non so quando) mi sa che farò questo esperimento :) .

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  4. Ah, mi piace leggere quaLi sono i punti della tua scrittura che passano sotto la mannaia della revisione (quando non sfuggono): io sono fissata con i pronomi o aggettivi personali, uso spesso mia, tuo, sua ecc. e con il dimostrativo "questo": è dappertutto. :)
    A me l'esercizio è servito per scrollarmi di dosso un po' di vincoli mentali che rallentavano la mia prestazione narratoria. Voglio imparare a velocizzarmi.

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    1. Anch'io uso tantissimo "questo" e "quello", in prima stesura. E il famoso "ciò nonostante" che mi hai fatto notare tante volte. :-D

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    2. Anche io abbondo con i pronomi personali in prima stesura. Ovviamente poi ne cancello la maggior parte :D .

      Comunque se hai apprezzato questo post, allora ti piacerà anche il prossimo, visto che parlerò in maniera più sistematica e approfondita proprio di questo argomento ^_^ .

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