martedì 12 aprile 2016

Tutti scrivono male (all'inizio)

Scrittori si nasce oppure si diventa? Questo semplice quesito è stato l'interrogativo presentato nell'ultimo post di Chiara Solerio sul suo blog Appunti a Margine, intitolato "Lo scrittore tra essere e divenire". La sua conclusione era che entrambi sono importanti allo stesso modo: sia la predisposizione che il lavoro per migliorare la propria scrittura sono necessari per raggiungere un buon livello. Personalmente, mi trovo del tutto d'accordo con la sua idea.

Nello stesso post, e nei commenti successivi, è venuta fuori una discussione costruttiva su un altro argomento. Se essere scrittore vuol dire, da vocabolario, comporre opere scritte con fine artistico, allora anche gli auto-pubblicati di basso livello sono considerabili scrittori. Questo però è in contrasto con l'idea prevalente tra gli addetti ai lavori, ossia che questo tipo di autore non ha la stessa dignità di chi invece ha un strumenti migliori. In effetti, in passato ho letto molti articoli astiosi nei confronti di chi adopera il self-publishing senza avere idea di come si imposta un libro. Con molti di questi post mi sono trovato a concordare, ma solo fino a un certo punto.

Per esempio, non sono d'accordo con chi ritiene che gli scrittori di basso livello siano una piaga per il mondo letterario, e danneggino quelli più capaci. Chi sostiene questa tesi porta come prova il fatto che certi libri senza nemmeno la correttezza grammaticale siano comunque più venduti di altri migliori in maniera oggettiva. Ma in questo caso, la colpa non è certo di chi scrive senza sapere la grammatica, quanto del pubblico che tollera questi errori, e di chi cura il marketing dei libri. Se i lettori fossero meno di manica larga, di sicuro i testi scadenti finirebbero presto nel dimenticatoio. Dall'altro lato, nessun libro, per quanto bello, raggiungerà mai un ampio pubblico senza le giuste spinte pubblicitarie. L'ho ripetuto tante volte: è triste a dirsi, ma al giorno d'oggi il marketing è fondamentale, anche più della qualità del prodotto.

Lasciando però da parte questo argomento - che andrebbe trattato con molto più approfondimento di quanto ho appena fatto - ciò con cui mi trovo più in disaccordo rispetto ai tanti articoli su questo tema è di carattere ben più astratto. In tanti, tra questi, sottolineano che non tutti possono essere dei bravi scrittori, un'affermazione che anche io condivido. Tuttavia, non mi piace il giudizio categorico secondo cui chi scrive un libro senza conoscere la tecnica base, o chi cade nei peggiori cliché, sia automaticamente un totale incapace, che non potrà mai far nulla di buono. È un'affermazione non solo dettata da un certo astio, ma anche sbagliata nella sostanza.

E se lo dice lui, vorrete mica contraddirlo?
Non è detto, in effetti, che a un libro brutto corrisponda una mancanza di talento. Tra gli auto-pubblicati di basso livello ci sono sicuramente personaggi del tutto negati, che non andranno mai da nessuna parte. Io sono convinto tuttavia che ci siano anche autori con potenzialità elevate, che non hanno avuto il tempo o la possibilità di svilupparsi. Hanno fantasia e buone idee, ma senza un'infarinatura tecnica, una consapevolezza del mondo della scrittura e un'esperienza abbastanza lunga alle spalle non riescono comunque a sfruttarle a dovere. Perché sono abbastanza sicuro di questo? Perché se ci pensate, tutti hanno scritto male, agli inizi della propria attività letteraria. Pensate ai vostri primi testi: non erano tanto buoni, vero? Non siete i soli: quasi tutti, anche gli scrittori più famosi, all'inizio erano abbastanza scarsi, e solo con studio ed esperienza hanno raggiunto un livello accettabile. Credete che anche i primi racconti di Stephen King fossero del livello dei suoi capolavori? Di sicuro non è così, come lui stesso sottolinea in On Writing.

Di fatto, è quasi impossibile essere bravi da subito in un ambito come la scrittura. Leggere molto è importantissimo, ma non sufficiente: almeno nella narrativa, la tecnica non è palese, è anzi nascosta dietro al testo, e solo un occhio allenato può individuarla. Anche studiare le varie regole non basta: ci vuole anche la pratica, scrivere racconti e accumulare tanta esperienza, prima di comprendere come creare un testo che sia accettabile. Di fatto, per essere un autore decente ci vuole tanto tempo e lavoro per imparare; ancor di più ce ne vuole in un paese come il nostro. In Italia, l'idea che va per la maggiore è che tutti possono scrivere, che non è niente più di mettere parole una dietro l'altra. Difficile quindi che un esordiente capisca subito che c'è da studiare e da faticare: i tempi in cui arriverà a questa conclusione si allungheranno anche di più. E può capitare che in questo periodo, nella sua ingenuità, decida di usare questa nuova via che il web ci concede, e auto-pubblicarsi.

Come dicevo prima, insomma, non necessariamente chi pubblica un brutto libro è un cattivo autore. Giudizi del genere, secondo me, sono anzi complici nel danneggiare la letteratura. Non fare nulla per chi ha potenzialità, e giudicarlo invece a sua volta mediocre di sicuro non farà diminuire il numero di brutti libri pubblicati, al contrario. E  ricevere una stroncatura scritta con tono arrogante da chi pensa di saper distinguere oggettivamente il bene dal male non è serve a niente. L'ho già scritto più volte: le critiche sono importanti per crescere, ma c'è modo e modo per farlo. E un "non sei buono, faresti meglio a cambiare passatempo"di sicuro è solo fastidioso, non aiuta nessuno.

Più in generale, sono convinto che se alcuni scrittori ricordassero di quanto male scrivevano all'inizio e trovassero un po' più d'umiltà nel giudicare gli altri, sarebbe benefico per tutti. So che essere cinici è un comportamento molto naturale - del resto anche io lo sono, anche se cerco di essere sempre gentile, pure con ciò che non mi piace. Credo tuttavia che la cattiva scrittura si sconfigga con un comportamento costruttivo, mentre un atteggiamento elitario è inutile, se non dannoso. Mi piacerebbe insomma che gli scrittori, specie quelli che ancora non hanno raggiunto una gran fama ma si atteggiano a paladini della letteratura nel web, scendessero dal piedistallo e aiutassero gli scrittori che lo meritano a scrivere e a elevarsi al di sopra del livello dei veri mediocri. Lo facciano anche in maniera critica e un po' traumatica per chi riceve le critiche, ma rivolta al miglioramento, non alla distruzione. Fantasia? Utopia pura? Forse, ma chi può dirlo?

La domanda: cosa ne pensi dell'intera faccenda?

4 commenti:

  1. Innanzi tutto, grazie per la citazione! :-)

    Io penso che si debba chiarire meglio il concetto di: scrivere male, perché messo così è un po' vago.

    Quando ero in quinta elementare scrissi un temino che era un resoconto di una gita sulla neve, che finì dalla preside perché considerato "troppo perfetto" per una bambina di 10 anni. Era scritto male? No. Poteva diventare un romanzo? No. Ero piccola, però la propensione per la scrittura già si vedeva.

    Quando ero alle superiori collaboravo con il giornalino della scuola e mi ero impuntata che volevo a tutti i costi un 10 di italiano sulla pagella. Nelle altre materie avevo 8, 7,un solo 9 in latino, ma quel voto per me era importantissimo. Ho impiegato cinque anni per riuscirci, solo prima dell'esame di maturità ho centrato il mio obiettivo. Sono stata l'unica della classe: nemmeno il super-secchione ci è riuscito, e dopo 15 anni ancora non mi parla...

    Anche ai tempi, scrivevo bene. Avevo fantasia e conoscevo la grammatica, mi riusciva facile. Eppure i tentativi di romanzo erano decisamente ingenui, per quanto grammaticalmente corretti, perché mi mancava la tecnica.

    In sintesi: c'è una differenza fra "scrivere male" ed essere "tecnicamente acerbi". Ci sono persone che scrivono molto bene e possono buttar giù fiumi di parole senza un errore, ma non riuscirebbero a organizzare questo materiale in un romanzo, perché non ne conoscono la struttura e non posseggono gli strumenti per evitare infodump, eliminare lo show don't tell eccetera. Queste persone sicuramente possono migliorare.

    Fra gli autopubblicati, comunque, c'è anche chi scrive male. Ma proprio malissimo. E questi sono difficili da salvare! :-D

    P.S. Spero che il commento lungo non ti dia fastidio. ;)

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    1. In effetti non ho specificato, per il post, cosa intendo per scrivere male. Comunque sono abbastanza d'accordo con te: cattiva scrittura non è solo fatta di svarioni grammaticali o di punteggiatura assente.

      Anche io ho un'esperienza se non altro analoga alla tua. Se mi posso vantare un attimo, io non ho fatto tutta la tua fatica: al liceo ogni tema d'italiano era un dieci, e la professoressa adorava il mio stile. Eppure, i miei primi racconti sono pessimi, per non parlare dei primi goffi tentativi di romanzo. Scritti in un italiano perfetto (o quasi) e anche con qualche idea carina, ma pur sempre pessimi.

      Quindi, con "cattiva scrittura" io intendo non solo quella piena di errori di grammatica, ma anche quella che non rispetta la tecnica. La differenza che sottolinei tu è la stessa del post: quella tra chi scrive male perché non è capace di fare di meglio e chi è ancora immaturo, e deve semplicemente crescere e imparare :) .

      E comunque no, nemmeno a me danno fastidio i commenti lunghi :D .

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    2. Io ho fatto il liceo classico, lo stesso frequentato da Italo Calvino, e lì non è facile avere un 10 di Italiano, specialmente in pagella (nelle interrogazioni ne prendevo parecchi). Nella mia sezione siamo passati da 32 del primo anno a 14 dell'ultimo, ereditando due persone. La mia prof di italiano raramente dava più di 8. Quello di filosofia invece diceva: "10 lo do a Dio, 9 a Kant, 8 a me stesso". Però questa fatica mi è servita per studiare e per imparare. Penso di essere arrivata a ottimi livelli "culturali" nella mia scuola, al punto che all'università alcuni esami (per esempio letteratura e storia contemporanea) li ho passati proprio in scioltezza. :-D

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    3. Probabilmente allora la mia professoressa era più di manica larga, anche se non di tanto. Dopotutto non erano tanti i dieci nei temi, a volte c'ero solo io a prenderlo. Io ho fatto lo scientifico, comunque :D .

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