Negli ultimi anni, però, ho imparato molte cose anche sul mondo del blogging. Sono diventato più consapevole, in particolare, di quanto siano più apprezzabili i contenuti brevi e fruibili in poco tempo, rispetto a quelli lunghi. Questo per me è un bel problema: scrivo recensioni lunghe perché mi piace farlo, e probabilmente non sarebbe lo stesso se cambiassi il mio stile. Certo, nell'ultimo periodo ho cercato di migliorare la leggibilità, per esempio variando di più il mio lessico, cancellando ogni avverbio inutile e spezzando le frasi troppo lunghe che tendevo a fare. Il problema della lunghezza però rimane: cosa fare?
I risultati sembrano darmi ragione: da quando ho inserito questa nuova caratteristica, le mie recensioni hanno più visualizzazioni. Più in generale, Heavy Metal Heaven sta risalendo la china in cui era sprofondato quando ho deciso di non pubblicare più notizie, una volta i contenuti più letti. Questo ovviamente non può che farmi piacere; d'altro canto però mi spinge a qualche riflessione non proprio allegra. A volte mi chiedo infatti se vale la pena di scrivere testi così lunghi, se poi non verranno letti; se, magari, è meglio lasciar perdere la recensione completa e buttar giù solo il riassunto. Ovviamente non credo lo farò mai: dopotutto sono sicuro che esista qualcuno che legga davvero tutte le recensioni. E poi, ai musicisti recensiti piace molto ricevere un giudizio non frivolo o frettoloso. Però mi capita, ogni tanto, di pensarci.
Più in generale, mi chiedo se ci sia un futuro per la blogosfera. In un mondo sempre più veloce e frenetico, una parte sempre più consistente di attenzione viene riservata a chi riesce a creare contenuti fulminanti. Non che di per se questo sia un problema: dopotutto c'è anche chi, come gli staff di Lercio oppure di Spinoza, riesce a farlo in maniera geniale. È però un po' triste che chi lavora di più a livello di scrittura raccolga meno di quanto meriti. Ed è altrettanto triste che ci siano personaggi che, sotto l'impulso della fretta, prendano cantonate leggendo solo il titolo degli articoli che criticano, senza entrare nel merito. Oppure che leggono una parola si e tre no, e non capiscono a fondo il senso di un post.
È un modo di fruire internet che faccio fatica a capire a fondo. Io leggo ogni giorno gli aggiornamenti dei blog che seguo: certe volte è anche pesante, specie in giorni come il lunedì in cui proprio chiunque scrive almeno un post. Pesante, si, ma non faticoso: ogni post che leggo, anche il più misero, è comunque un piccolo arricchimento personale. Eppure, la maggior parte degli internauti non ragiona così: non vuole contenuti che li aiutino a pensare, a formarsi un opinione, pretendono subito la pappa pronta. È una pigrizia intellettuale che da un certo punto di vista posso anche capire: anche io a volte sono stanco oppure ho fretta, e non ho voglia di leggere tutto. Negare sempre e comunque un approfondimento, o addirittura essere in difficoltà davanti a un testo lungo è però una cosa che non capisco.
Non che la cosa mi dia particolarmente fastidio: se uno legge le mie recensioni solo in versione riassunta, mi fa lo stesso piacere. Sarei più contento però se leggesse tutto il frutto del mio sforzo, invece che solo una piccola parte. Più in generale, rispetto anche chi non mi legge perché crede che io mi dilunghi troppo. Certo che però non posso fare a meno di chiedermi: perché a oggi approfondire è diventato un problema?
La domanda: qual è la tua opinione sulla frenesia dell'internauta medio?
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