Come ho già accennato altre volte, sto scrivendo un romanzo. I lavori però procedono un po' a rilento: in parte la colpa è di progetti più urgenti, come i post per questo e per gli altri blog. Gli ostacoli peggiori sono però quelli personali, che ho raccontato negli sfoghi precedenti. Di tempo per scrivere in fondo ne ho a sufficienza: il problema è però non avere la giusta serenità per farlo. Mi succede spesso, e così tendo a perdere tempo in impegni più semplici, che non richiedono la stessa concentrazione e la stessa fatica.
Almeno, questa era la norma fino a un po' di tempo fa; da qualche giorno invece il romanzo procede più speditamente. Ho cominciato infatti una sorta di ribellione contro me stesso e contro i problemi. Mi sono messo sotto a scrivere con rabbia, riversando stress e frustazioni sul foglio bianco. È come se ogni parola che scrivo fosse una vittoria personale su un destino avverso, uno schiaffo in faccia ai problemi, ai quali dico "non siete riusciti comunque a distogliermi dal mio obiettivo". Risultato di questa "cattiveria": magari ancora non vedo la fine, ma il romanzo cresce più veloce di quanto non l'abbia mai fatto.
Non solo:anche dal punto di vista della qualità il risultato è soddisfacente, almeno per i miei gusti. Questo perché scrivere arrabbiato, anche contro me stesso, non significa comunque farlo sotto costrizione. Come ho già scritto in passato, per me scrivere è un antistress: ciò non cambia, anzi è anche meglio se lo faccio cercando di trovare sfogo alla frustrazione. La storia ce l'ho in testa, quindi non sono bloccato; non trovo inoltre molte difficoltà a buttar giù parole, tranne in qualche giorno in cui l'insonnia si fa sentire di più (ma capita di rado). A frenarmi di solito è, come ho già detto, la scarsa serenità causata dai problemi che ho. La cattiveria è una risposta a questi ultimi, non è certo diretta verso una passione che continuo imperterrito ad amare.
Certo, forse sarebbe meglio scrivere con più tranquillità, ma per ora non ci riesco. Se le alternative sono non andare avanti, rimanere fermo al palo, oppure sfruttare le emozioni negative che ho per creare qualcosa di costruttivo, beh... la seconda mi sembra estremamente migliore della prima!
La domanda: vi capita mai di scrivere con rabbia?
venerdì 5 febbraio 2016
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No. Non così, almeno.
RispondiEliminaL'importante è comunque scrivere: a sistemare eventualmente le cose ci penserai poi, con la seconda, terza, quarta, ..., riscrittura.
In effetti anche io preferirei scrivere con più serenità; semplicemente, il periodo non me lo consente. Però sono abbastanza soddisfatto dei risultati: scrivere con rabbia non vuol dire comunque scrivere con approssimazione o lasciando dettagli al caso :) .
EliminaHo costruito in passato scene di rabbia dettate dalla mia, sì. Ma adesso ho un approccio diverso: se sono arrabbiata preferisco non scrivere.
RispondiEliminaIo in realtà anche con la rabbia in corpo non ho problemi a scrivere nessun tipo di scena (se non quelle con cui farei fatica normalmente). Questo perché quando lo faccio riesco a concentrami solo su quel che scrivo. La rabbia è quella che si scarica mentro lo faccio, non è che sono arrabbiato anche col foglio bianco/riempito :) .
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