martedì 9 febbraio 2016

Il degrado del giornalismo

Qualche anno fa, quando ho iniziato a sognare di vivere con la mia scrittura (un po' ridimensionato a oggi, ma sempre valido), la carriera del romanziere non era l'unica che vedevo davanti. In particolare, volevo differenziare i miei lavori: non solo narrativa, quindi, ma anche articoli a carattere più descrittivo. Magari, farlo nell'ambito di una vera redazione, digitale oppure cartaceo che fosse. In effetti, mi sentivo in grado di fare il giornalista: sapevo scrivere, e non pensavo che servisse altro.

Pian piano però questo sogno è venuto meno. In parte la colpa è dell'approfondimento che ho fatto sul mestiere di giornalista. Non ci si può inventare tali, si devono seguire dei corsi e più in generale essere pronti a investire una buona quantità di tempo e di denaro. Io attualmente non ho né l'uno né l'altro, ma non è detto che in un futuro anche prossimo le cose non cambino. A farmi allontanare maggiormente da questa idea però è stato soprattutto quello che ho visto in questi anni studiando con attenzione il mondo del giornalismo. A oggi mi sembra una professione degradata e molto lontana da ogni mia idea di lavoro e di professionalità. Ho parlato diverse volte qui su Hand of Doom di questo argomento: in questi ultimi giorni, tuttavia, ho sentito il bisogno di approfondire i problemi più generali

Una parte della mia distanza dal mondo del giornalismo deriva dalle grandi testate metal online. Al contrario di Heavy Metal Heaven, che ormai contiene solo recensioni e articoli lunghi, ci sono in giro per la rete webzine molto più orientate verso i giornali. News, recensioni degli album che devono ancora uscire, report fotografici e pubblicità, sono tutte cose che le fanno essere in tutto e per tutto simili ai giornali metal che si possono comprare in edicola. Qual è il problema? Semplicemente, che nessuno di queste testate paga i propri collaboratori. La cosa è messa bene in chiaro in ogni ricerca di nuovi articolisti: non è un lavoro e non si viene pagati, se si vuole lo si fa solo per passione. Odio questa dinamica: lavorare senza compenso è secondo me una forma particolarmente subdola di sfruttamento. Può forse essere giustificabile, per quanto riguarda i piccoli siti, che non hanno un guadagno dalla propria piattaforma e magari non hanno modo pagare gli occasionali guest-blogger senza andare in perdita. Quelli di cui parliamo sono però siti come già detto pieni di pubblicità, hanno decine di migliaia di fan su Facebook, e a volte hanno anche organizzato festival col proprio nome. I soldi è evidente che ci siano, ma gli articolisti non vengono comunque pagati. Trovo questo comportamento fastidioso, ed è per questo che ho deciso da tempo di non collaborare con nessuna di queste webzine.

Dite la verità: pensavate anche voi che "Cuneese" fosse la
zona intorno a Cuneo, invece che una città!

Tutto questo è grave, ma in realtà il minimo: ciò che veramente mi ha allontanato dal mondo del giornalismo sono le testate "mainstream" . Personalmente, credo che la funzione del giornalismo sia principalmente di dare informazioni e di aiutare le persone a comprendere il mondo. Purtroppo, questo sempre meno spesso è così: gran parte dei giornali online e dei siti di informazione si sta trasformando in un coacervo di chiacchiere da bar, frivolezze e luoghi comuni. Basta dare un'occhiata a pagine come Ah ma non è Lercio per accorgersene: quasi in tutti i giornali girano sempre più notizie irrilevanti con titoli acchiappaclic e pettegolezzi degni più da Novella 2000 (con tutto il rispetto) che da giornale serio. Questo quando va bene: quando va male invece ci sono articoli copiati senza permesso da blog o tradotti con Google Translate da giornali inglesi, con risultati esilaranti. E ancora: gran parte degli articoli, specie quelli di carattere tecnico/scientifico, sono pieni di imprecisioni, quando non assurdità; certe volte, leggendoli, sembra quasi che l'autore abbia idee confuse sul significato di certe parole, e persino sulla sintassi di base. Certo, parte di questa situazione si deve anche al fatto gran parte della gente non vuole altro che contenuti di questo tipo; tuttavia, mi pare desolante venire meno alla propria professionalità solo per andare incontro alla massa.

Non nego che mi piacerebbe ancora fare il giornalista, ma di quelli che ho in mente io. Un professionista che verifica le sue fonti, che non diffonde bufale, che cerca di essere imparziale, che mette l'etica professionale al di sopra di tutto. Purtroppo però questa pare essere una categoria in via d'estinzione. Certo, ci sarà anche chi è alla ricerca di figure del genere, chi come me è stufo della situazione; tuttavia, io ormai sono lontanissimo dall'idea di diventarlo. Forse sono irrazionale, ma ormai al giornalismo guardo solo con diffidenza, quando non con vero e proprio disgusto. In primis da utente, mi piacerebbe che la tendenza si invertisse, che l'informazione tornasse alla serietà che le compete. Purtroppo però mi sembra un obiettivo irrealizzabile, se non in un periodo molto lungo di tempo.

 La domanda: che ne pensi del giornalismo odierno?

2 commenti:

  1. Io ho sempre avuto solo a che fare con i giornalisti dei giornali "generalisti", quelli che si occupano di cronaca condendola con i suggerimenti che la "proprietà" politica pretende.
    E sono sempre rimasto deluso dalla piaggeria e dall'approssimazione con cui hanno trattato i fatti.

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    1. Si, anche io ho visto la stessa situazione. Magari non in fatto di politica (perché tendo proprio a non leggere articoli politici), ma in fatto di imprecisione concordo assolutamente. Qualche anno fa ho scritto proprio qui un articolo proprio sull'argomento "approssimazione delle informazioni" (qui se ti interessa: http://blogdiunsolitario.blogspot.it/2014/06/ancora-sul-giornalismo.html). Triste che anche in casi così banali non riescano a scrivere comunque la verità :/ .

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