Come promesso un paio di giorni fa, ecco qui dopo un paio di mesi il mio nuovo racconto, anche se spero che da qui in poi riuscirò ad essere costante ed a postare più spesso dei racconti. Visto che l'ultimo è piaciuto a poche persone (anche se per me continua ad essere tra i migliori che abbia scritto), ho deciso di cambiare totalmente per questo, e sono tornato alla fantascienza. Ho così scritto un raccontino di ispirazione cyberpunk su un fenomeno già presente al giorno d'oggi e a cui ho dedicato già dei post, il complottismo (sperando che la teoria da me inventata non diventi davvero una delle loro teorie!), abbastanza ispirato a Matrix (anche se ho cominciato a scriverlo a fine Novembre, quindi ben prima della riproposizione in tv); oltre a ciò, spero che vi piaccia. Ah, e il prossimo racconto spero di postarlo entro la fine del mese!
La verità dietro l’inganno
Ogni uomo pensante che sia mai esistito sulla faccia della Terra, prima o poi nella propria vita si è posto determinate domande esistenziali. “Qual è il mio scopo?” “Perché il mondo è così com’è?” “Cosa c’è dopo la morte?”, tutte questioni presenti nella mente umana praticamente da sempre. Tra queste domande filosofiche, una delle più antiche, e sicuramente delle più importanti, era: “ma il mondo è effettivamente la realtà? E se tutto fosse solamente un’illusione?”. L‘interrogativo era insito nell’uomo sin dai primi secoli di filosofia greca, ma tra le tante questioni era sicuramente quella meno insicura: seppur la scienza non possa dare certezze definitive in alcun caso, era abbastanza assodato che quel mondo doveva in qualche modo esser vero, visto che funzionava per tutti con le stesse regole. Ciò nonostante, all’alba del ventiduesimo secolo vi era ancora chi, non confidando in ragione e scienza, tentava ancora di trovare al quesito una risposta alternativa.
Accadde, in quel periodo, che nel mondo venisse alla luce una nuova organizzazione, il Movimento della Verità (anche detto MDV), una specie di setta chiusa dal carattere non tanto religioso quanto più squisitamente filosofico. Il dogma cardine su cui si basava il movimento era la totale illusorietà di tutta la materialità percepibile, vista come un gigantesco inganno dei sensi; ma ciò non era inteso in qualche senso metafisico o trascendente, bensì in una maniera molto più concreta. Secondo le credenze del MDV, infatti, l’ambiente che ognuno poteva sperimentare non era che realtà virtuale, nient’altro che una simulazione generata da un enorme e potentissimo computer, nel cui spazio gli uomini trascorrevano la totalità della propria esistenza, senza sapere cosa vi fosse all’esterno; nel mentre, invece, erano solo resi schiavi da un piccolo gruppo di persone estremamente bramose, il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale, il cui unico subdolo scopo era il potere assoluto su tutte le menti dell’umanità. Gli appartenenti al movimento sostenevano inoltre di conoscere questa realtà essendo riusciti, con un procedimento segreto, a staccarsi dalla macchina che generava la realtà virtuale (per poi tornare collegandosi in maniera clandestina), e di aver potuto vedere il mondo vero, quello in cui essi, come ribelli, dovevano continuamente sfuggire alle spietate armate robotiche del Nuovo Ordine Mondiale (il quale se nel mondo ingannevole era strisciante e occultato, di là era totalitario ed esplicitamente spietato), rischiando di continuo la vita. Eppure essi seguitavano imperterriti nel loro proposito, mossi a loro dire dalla volontà di far aprire gli occhi a tutta l’umanità, la quale doveva liberarsi dalla prigionia di quella mistificazione digitale e incominciare a vedere ciò che era veramente reale. Gli indizi di quanto affermavano, dicevano i Veritiani, erano sotto gli occhi di tutti, non serviva l’iniziazione al movimento (la quale distaccava il corpo dal computer nella vera realtà, consentendo il primo viaggio) per vederli, bastava la semplice perspicacia: tutti i complotti avvenuti nel mondo, infatti, erano stati orchestrati dal Nuovo Ordine Mondiale, che li aveva predisposti allo scopo di non farsi smascherare. Eppure quelle cospirazioni lasciavano tracce, certo impercettibili ma che una mente sveglia poteva cogliere: e così, tutte le vecchie teorie complottiste dei due secoli precedenti venivano riciclate in una nuova salsa. L’uomo non è mai andato sulla Luna? Ovvio, perché simulare l’ambiente lunare ed il viaggio avrebbe richiesto troppe risorse al calcolatore pur immenso che generava la realtà, meglio falsificarla in studio. L’omicidio Kennedy? Con ogni probabilità il presidente americano voleva rivelare l’esistenza del Nuovo Ordine Mondiale, ed è per questo che fu assassinato. L’undici settembre duemilauno? Semplicemente una messa in scena per distruggere psicologicamente chi credeva in un progresso continuo ed in un mondo migliore (idea che poi avrebbe inevitabilmente portato alla scoperta ed alla liberazione da quel sistema di controllo mentale) provenendo dai felici anni novanta del novecento, tra l’altro mal riuscita avendo lasciato un sacco di errori nel proprio svolgimento. Seppur questo corpus di idee fosse irrazionale, illogico ed estremamente contraddittorio (nonché, per giunta, in buona parte ispirato ad un film di fantascienza vecchio di un secolo ma ancora piuttosto famoso), molti lo ritennero decisamente affascinante, tanto da arrivare, col tempo, a credervi senza alcun lavaggio del cervello (che non fosse autoimposto, almeno) e senza nemmeno un grande indottrinamento: così, in breve tempo, il Movimento della Verità crebbe moltissimo in proporzione, arrivando in qualche anno a contare venti milioni di iscritti, presenti in ogni paese del mondo.
Visto tutto il risalto conseguito a livello mediatico, presto anche il mondo della scienza cominciò ad interessarsi al fenomeno del MDV. Le prime ricerche eseguite furono di carattere sociale e psicologico: ai pochissimi membri che si presentarono volontari, fu posto un semplice test della verità, prima in modalità cosciente e poi sotto ipnosi. I risultati furono assolutamente inattesi e stupefacenti: tutti gli intervistati affermavano a grandi linee le stesse cose di ciò che avevano vissuto e sperimentato nel “mondo reale” risultando assolutamente sinceri, in buonafede: ed era impossibile che, almeno sotto ipnosi, qualcuno potesse essere tanto abile da riuscire a non mentire. Tali risultati divisero l’ambiente della ricerca in due parti: c’era chi, venendo meno al buonsenso, cominciò a pensare che forse le teorie dei Veritiani non fossero poi tanto assurde, ed anzi che fossero da indagare a fondo, per scoprire qual’era l’universo reale (ed alcuni dei più estremi di questa branca finirono per iscriversi al MDV anch’essi); l’altra fazione (maggioritaria, ma poi di poi tanto), sosteneva invece che l’origine di quel fenomeno fosse, invece che nella realtà fisica, sempre psichica, e che le cause andassero ricercate approfondendo ancora gli studi sugli appartenenti all’organizzazione. Eppure, entrambi le parti furono deluse e frustrate nella loro ricerca: per quanto riguarda la prima, tutti i tentativi di accedere alle tecnologie e ai metodi usati dai Veritiani per acquisire il loro bagaglio di nozioni si erano rivelate inutili. Quelle conoscenze erano infatti ad esclusivo appannaggio delle misteriosissime alte sfere del Movimento (persone sconosciute, che parlavano al mondo solo attraverso portavoce), le quali si giustificavano affermando di dover mantenere tale riserbo per evitare che il Nuovo Ordine Mondiale potesse mettere, anche in maniera accidentale, le mani su quei segreti, e poter di conseguenza prendere le contromisure adatte ad annientare definitivamente l’organizzazione. Perciò, chiunque volesse acquisire quelle informazioni, semplicemente non poteva farlo, nemmeno entrando a far parte del Movimento; ai loro opposti, però, non andò certo meglio. Infatti, uno dei principali dogmi Veritiani era che la medicina (di qualsiasi tipo) fosse uno strumento del Nuovo Ordine Mondiale per il controllo delle menti: in quel mondo infatti non si poteva morire di malattia, essendo appunto simulato, i falsi morbi erano invece inflitti dal calcolatore centrale alle menti che mostravano segni anche soltanto preliminari di atteggiamenti che poi potevano sfociare nella ribellione verso il sistema di controllo: attraverso i farmaci assunti in conseguenza, quindi, le menti si indebolivano, e gli uomini divenivano più mansueti e manipolabili, meno inclini perciò a mettere in discussione l’ordine precostituito. Inoltre, la proibizione verso la medicina si era fatta col tempo sempre più stringente: ecco quindi che in quel tempo non si trovò nessun volontario per i test; né ovviamente si poteva costringere nessuno a proporsi contro la propria volontà.
Passarono gli anni, ed il Movimento acquisì sempre più fama, oltre anche ad una certa dose di potere. In molti, ritenendolo un gruppo molto pericoloso, una minaccia per la libertà, provarono a contrastarlo tramite azioni legali volte a dimostrarne l’illegalità e l’illegittimità, ma invano: non solo essa veniva riconosciuta inesorabilmente come legittima, ma non si ravvisava in essa alcun rischio. Il principio di tolleranza allora in voga quasi ovunque rispettava ogni singola idea immaginabile, quando invece la vera tolleranza, come si sarebbe poi capito di lì a poco, è sì accettare tutto, eccettuando però l’intolleranza e più in generale tutto ciò che tale tolleranza minaccia. Ma allora non ci si era ancora arrivati, ed ecco quindi che l’organizzazione poté proseguire per la propria strada tranquilla, senza che nessuno riuscisse a contrastarla per lungo tempo.
All’alba del 2107 la situazione pareva statica, ma tutto stava invece per mutare irrimediabilmente. La premessa del cambiamento ebbe luogo a Gothenburg, in Svezia, in una piovosa giornata di fine Aprile: un serial killer particolarmente sfuggente, che precedentemente aveva già tolto la vita a dieci giovani ragazze, mieté una nuova vittima, questa volta però appartenente al Movimento. L’autopsia, eseguita a fini criminologici, non diede alcun risultato ai fini delle indagini, come del resto avvenuto nelle altre volte, in quello spinoso caso; in compenso, tuttavia, rivelò qualcosa di anomalo nel fisico della giovane, una grossa massa metallica, conficcata nella parte più interna del cervello. Purtroppo, essendo di lì passato uno degli oltre cinquanta colpi di pistola che l’assassino, nella sua malata frenesia omicida, aveva inflitto alla propria vittima, non era stato possibile determinare la natura di quell’accumulo, ma era chiaro che non si trattava di qualcosa di naturale; e dalle ricerche che seguirono, non sembrava nemmeno qualcosa di patologico, anzi la donna sembrava esser stata in perfetta salute prima dell’omicidio. Uno dei medici legali ebbe allora un’intuizione: poteva esistere una correlazione tra l’appartenenza al MDV della vittima e quella anormalità? Eppure, non vi era modo di sondare più a fondo quella questione, vista la ben nota reticenza del Movimento a sottoporsi a esami clinici; o almeno, non esisteva una via legale. Un pool scelto di studiosi, infatti, decise di muoversi in segreto per risolvere finalmente l’arcano: così, di nascosto, essi si recarono in alcuni cimiteri, sparsi un po’ ovunque in tutto il pianeta, riesumando e portando via i pochi cadaveri di Veritiani che vi si potevano trovare (e che, per rifiuto della medicina anche dopo la morte, avevano espressamente desiderato di essere seppelliti senza nessun esame postumo). Seppur i contenuti delle ricerche che ne seguirono rimasero strettamente top secret, gli scienziati protagonisti riuscirono a creare una certa aspettativa verso di essi all’interno dell’ambiente scientifico, grazie a dichiarazioni roboanti sul portare finalmente la luce sui Veritiani e sulla loro realtà (le quali causarono anche la furiosa agitazione del movimento): così, quando la data della “rivelazione” venne annunciata, l’attesa era asfissiante, ed enorme era la curiosità di scoprire, una volta per tutte, qual’era la verità.
Era molto caldo in quel giorno di metà giugno del 2110, quando la conferenza stampa, tenuta simbolicamente a New York (il “centro del mondo” di quei tempi), iniziò. Era una videoconferenza in diretta da un posto sperduto ed ignoto: non si poteva infatti rischiare di lasciar interrompere quella “rivelazione” solo per la poca legittimità di alcune delle azioni del pool, o peggio per una rivolta dei Veritiani più fedeli alla causa. All’ora prestabilita, il relatore del pool apparve negli schermi e cominciò ad esporre, passo a passo, quei tre lunghi anni di studi. Dopo l’episodio accaduto in Svezia ed il dissotterramento dei cadaveri, si era infatti scoperto che tutti quanti, nello stesso punto del capo, possedevano il medesimo oggetto: e, quando lo si era estratto, esso si era rivelato un ingegnoso nano-ricettore radio, collegato ai centri della coscienza ed alimentato dall’energia chimica cellulare. Consulenze incrociate con informatici ed esperti di comunicazioni radio permisero di determinare un fatto sbigottente: quel dispositivo, in pratica, riusciva a trasmettere nel cervello in cui era ospitato degli impulsi, i quali escludevano tutti gli altri provenienti dall’esterno; quindi, ritrasmetteva il segnale radio che riceveva, il quale, interagendo con il resto dell’encefalo, veniva interpretato come vera e propria esperienza reale dall’ignaro possessore. Ecco dunque spiegate le affermazioni degli adepti del MDV semplici, i quali erano assolutamente onesti parlando di un “mondo di là”! Si ipotizzò poi che nelle strutture del Movimento vi dovessero essere attrezzature che fungevano da comando, o che addirittura vi fossero dispositivi portatili per attivare il ricettore, ed era quello il modo in cui i Veritiani andavano e tornavano da quella realtà; la quale però, si concluse, era proprio l’effettiva simulazione, mentre ad esser vero era invece, molto banalmente, il mondo di tutti i giorni.
Dopo la conferenza, si scatenò un putiferio, ed in una reazione a catena inarrestabile, vennero svelati tutti i segreti del Movimento della Verità. Innanzitutto, si scoprì che anche gli Ufficiali, gestori delle strutture veritiane, coloro che insomma iniziavano gli adepti, agivano in buonafede, come si svelò subito: il rituale prevedeva infatti, come primo passo, l’ingestione di una pillola, che sarebbe dovuta servire, nelle intenzioni, ad aprire la mente per iniziare a liberarsi dai vincoli della macchina per il controllo mentale: in essa invece vi era solo un nano-robot biodegradabile, che in breve, attraversando la circolazione sanguigna, arrivava nel cervello per poi depositarvi il ricettore e collegarlo con i centri nervosi, prima di dissolversi nel nulla; quando poi si attivava il comando, che si credeva scollegare l’uomo dalla macchina (in realtà attivava solo l’apparecchio), esso era già in posizione. E così, credendo di aiutarli, gli ignari Ufficiali non facevano altro che piazzare il dispositivo in testa ai loro compagni, con cui essi poi, recandosi nelle strutture, si collegavano alla simulazione. Essa poi era poco più di un sofisticatissimo videogioco, online e simultaneo: c’erano i nemici del Nuovo Ordine Mondiale, e si doveva sempre sfuggirgli, anche se nulla era reale, ed infatti le ferite non erano, guarda caso, mai mortali. Dopo aver scoperto questo inganno, che prefigurava un’enorme quantità di reati, il principio di tolleranza venne meno: di conseguenza, dopo una breve inchiesta, si riuscì a smantellare l’organizzazione ed a individuarne i capi, che vennero presto tratti in arresto, grazie ad una collaborazione tra nazioni mai vista prima. In carcere, essi confessarono il movente che li aveva spinti a mettere in atto il loro imbroglio: non erano motivi di potere oppure di controllo, bensì una ben più prosaica causa pecuniaria. Infatti, essi si rivelarono essere un gruppo di persone con molto talento per l’informatica e l’elettrotecnica, unitisi al solo scopo di acquisire ricchezze; per questo si erano cominciate a propagare le idee sulla realtà, solo per poter avere un certo numero di adepti a cui poi venderle (e venne fuori, in quel frangente, un altro particolare mai conosciuto prima: per essere Veritiani, bisognava pure pagare un certo importo annuo). Il fenomeno si era poi espanso oltre ogni previsione, ed anche se ciò aveva causato loro un po’ di inquietudine per la pericolosa attenzione di tutto il mondo rivolta verso di essi, si era comunque continuato ostinatamente sulla linea di quel comportamento, fino al momento dello smascheramento.
Il processo ai capi del Movimento della Verita fu rapidissimo, e si concluse nel giro di pochi mesi. Gli imputati, seppur condannati per truffa, falsità, procurato allarme e molti altri capi lievi, vennero però scagionati dalle accuse più gravi, quali terrorismo e cospirazione. Eppure, la maggior parte degli ormai ex-Veritiani fu alquanto scontenta dei verdetti: nonostante le affermazioni degli accusati sulle proprie motivazioni furono sempre coerenti e costanti, e per giunta furono corredate da una lunghissima serie di appunti, messaggi e di altre prove (tant’è che l’assoluzione dalle imputazioni peggiori di cui essi erano caricati fu piena), comunque tra i vecchi seguaci nessuno ci credeva, ed anzi proprio da loro vennero richieste pene molto più pesanti per coloro che, a loro dire, volevano solo controllare le menti e rendere la gente schiava per la propria brama di conquistare il mondo: essi non erano che l’unico e reale Nuovo Ordine Mondiale esistente! Ciò è la perfetta dimostrazione, se qualcuno ha ancora degli ingiustificati dubbi, che la mentalità paranoide di alcune persone (che siano chiamati pazzi, complottisti o con qualsiasi altro termine si voglia), corredata dal rifiuto per la scienza e la ragione, insomma l’irrazionalità folle, per quanto ci si possa provare in ogni modo, non cambierà mai….
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