Se si parla del rapporto tra lettura e scrittura, tutti sono più o meno d'accordo che, per un aspirante autore, leggere un bel libro sia molto utile: da grandi autori si possono imparare molte cose, si dice più che giustamente. Un po' meno sottolineato è il fatto che anche i libri brutti possono essere altrettanto validi, se l'intento è quello di migliorarsi. Per esempio, nonostante il fastidio che ho provato più volte nel corso della sua lettura, ho trovato I guardiani della notte di Sergej Luk'janenko un libro illuminante: tra le varie cose ho capito infatti, ancor più profondamente,che non basta una bella ambientazione per scrivere una bella storia. Ma andiamo per gradi.
La trama in breve (spoiler da qui): il libro si compone di tre distinte storie, che si svolgono in momenti diversi a Mosca, con gli stessi personaggi. Tutte hanno come protagonista Anton Gorodetsky, uno degli Altri, creature magiche con svariati poteri, che si dividono tra la Luce, via di altruismo e bene, e le Tenebre, che invece perseguono il proprio bene egoistico e il male. Queste due fazioni sono state per lungo tempo in guerra tra loro, ma da tempo una tregua ha messo fine alle ostilità: per vegliare che il patto tenga, sono state create la Guardia del Giorno e la Guardia della Notte, organizzazioni rispettivamente delle Tenebre e della Luce che servono a controllare lo schieramento avversario. Anton fa parte della seconda, in qualità di mago della Luce e di programmatore: in prima persona, ci racconta le sue peripezie per eseguire le missioni a lui affidate (nonostante non sia un agente operativo) e gli incontri/scontri con il suo capo Geser, il leader della Guardia del Giorno Zavulon, l'enigmatico Egor e la maga della Luce Svetlana, di cui finirà per innamorarsi. (fine spoiler)
Come ho già detto all'inizio, quella di Luk'janenko è un ambientazione originale, anche nell'ambito ristretto dell'urban fantasy. Il resto però non è all'altezza, a partire dallo sviluppo: oltre a qualche dettaglio del tutto insensato, ci sono molti particolari che sembrano importanti ma poi scompaiono e altri che l'autore lascia inspiegati, anche se fondamentali alla trama o semplicemente alla comprensione della scena. Questo si vede in particolare nei momenti d'azione, molto aridi e quasi confusi, in cui si fa fatica a capire ciò che effettivamente succede. Il peggio però è che tra una scena movimentata e l'altra ci sono lunghe parti che raccontano soltanto i pensieri e i giudizi morali del protagonista, il che qualche volta è utile, ma spesso è solo un appesantimento. A causa loro, la trama procede lenta per gran parte dei tre racconti, per poi accelerare di colpo nelle ultime pagine, rapidissime e a cui si fatica a stare dietro, il che non è positivo: dà infatti quasi l'idea che lo scrittore russo si fosse prefissato un certo spazio, e che avendolo occupato quasi tutto abbia messo lì dei finali raffazzonati, giusto per dare un senso alla storia.
Il risultato finale? Un vero peccato. Viste alcune delle premesse e qualche particolare ben riuscito, come per esempio qualche plot twist piazzato al punto giusto, "I guardiani della notte" poteva essere un gioiellino, invece è un romanzo a tratti piacevole, ma in altri momenti decisamente fastidioso. E' anche vero che magari il libro potrebbe piacervi, visto il successo che ha avuto, in special modo in Russia; se volete sapere la mia, tuttavia, io ve lo sconsiglierei, attualmente c'è molto di meglio nell'urban fantasy.
venerdì 23 ottobre 2015
"I Guardiani della Notte" di Sergej Luk'janenko
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Ho il romanzo sullo scaffale da anni, preso per leggerlo a mio figlio e poi abbandonato dopo poche pagine senza una ragione particolare (forse scalzato da qualche libro natalizio più sugoso). Mi hai comunque incuriosita, perciò lo riprenderò.
RispondiEliminaBene! Poi magari fammi sapere che te ne è parso. Sono curioso di sapere se sono l'unico a cui non è piaciuto :) .
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