Ho finito di recente di leggere "I reietti dell'altro pianeta" di Ursula K. Le Guin, autrice che in precedenza conoscevo di nome, ma di cui mai fin'ora avevo letto nulla. E' stata questa una cosa di cui ora mi pento, vista la qualità dell'opera che mi è capitata tra le mani; ma andiamo per gradi.
Cominciamo della trama in breve (ovviamente da qui partono gli spoiler): il libro è incentrato tutto sul personaggio di Shevek, un eminente fisico proveniente da Anarres, un pianeta in cui vige l'anarchia, l'assenza di qualsiasi governo e legge, ed in cui le persone vivono con gli ideali della condivisione e della fratellanza. Il pianeta ha inoltre un mondo gemello, Urras, simile per molti versi alla Terra del '900: il territorio è conteso tra gli stati socialisti e quelli capitalisti, spesso in guerra tra di loro; è da questo mondo che gli anarchici di Anarres sono fuggiti, ed è da allora che vivono in isolamento. Shevek, essendo ghettizzato sul suo mondo natale, comincerà a stabilire un contatto coi fisici dell'altro pianeta, finché non riuscirà addirittura a recarvisi, primo anarresiano a riuscirci dalla fondazione della sua comunità: nonostante gli urrasiani dello stato capitalista dell'A-Io lo rispettino molto, il fisico si renderà tuttavia conto che lo fanno per proprio interesse, in modo da potersi avvantaggiare sui rivali "comunisti" di Thu. Shevek capirà ben presto di non appartenere nemmeno a Urras, ma la sua spinta a "abbattere i muri ideologici" tra i due pianeti e più in generale tra le persone è troppo forte: aiutato dall'ambasciata terrestre in Urras, lo scienziato condividerà infine le proprie scoperte con tutte le nazioni e tutti i pianeti contemporaneamente, in modo che nessuno possa avvantaggiarsene. (fine della parte spoiler)
E' un libro molto "denso", questo della Le Guin, e non solo per il formato dei caratteri: in mezzo alla vicenda del protagonista, che in realtà è piuttosto scarna, l'autrice ci infila un mucchio di particolari, sia di carattere scientifico/fisico, che soprattutto, sociale/politico: il risultato riesce a trasportare il lettore dritto all'interno nell'ambientazione del romanzo, un mondo che è, del resto, estremamente ben dettagliato e descritto nei suoi minimi particolari. Tutto ciò, a seconda dei punti di vista, può rappresentare un pregio ma anche un difetto: ogni tanto infatti si fa anche fatica a stare dietro a tutto il groviglio di riflessioni e di piccole vicende del protagonista, anche per il fatto che i capitoli dispari del libro sono dedicati al presente mentre quelli pari al passato (in un dualismo che si ritrovano anche nella fisica temporale al centro degli studi del protagonista). Personalmente trovo però questo particolare soddisfacente: è bello infatti vedere un personaggio così umano e realistico come il protagonista (oltre ad avere in questo modo lo stimolo di rileggere il romanzo per cogliere meglio tutti i particolare). E' un libro talmente coinvolgente che anche qualche difetto stilistico, come l'essere a tratti molto raccontato e poco mostrato passa comunque in secondo piano, rispetto all'affresco generale del tutto.
"I reietti dell'altro pianeta" è insomma un capolavoro assoluto della fantascienza, che affronta temi da buona parte dei suoi sottogeneri (i viaggi spaziali, le spiegazioni scientifiche, l'oppressione politica, l'utopia/distopia, e così via) nella maniera migliore possibile. Se siete appassionati di questo genere, insomma, il consiglio è: fatelo vostro, a tutti i costi!
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