Come credo abbiano fatto molti di voi, anche io ieri sera ho visto su Canale 5 La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Ho visto inoltre, nella giornata di oggi, uno scontro tra i detrattori assoluti del film e quelli che invece lo hanno osannato (spesso anche con toni accesi e al limite dell'offesa, specie da parte dei secondi, ccon mio grande fastidio tra l'altro, essendo comunque la questione riducibile ai soli gusti soggettivi); se devo collocarmi, lo farei probabilmente nella metà esatta tra i due schieramenti.
Senza starvi a raccontare il "contenuto" del film, vi posso rimandare alla recensione del blogger Angelo "Sommobuta" Cavallaro, che trovo molto puntuale e precisa. L'unica cosa su cui sono in disaccordo con lui è però il giudizio finale: per gli stessi motivi per cui secondo lui il film di Sorrentino è un grande capolavoro, per me è una pellicola riuscita a metà. In particolare, due sono le ragioni di questa mia divergenza opinione.
La prima ragione, e più importante a mio avviso, è la trama. L'idea di base del film, ossia la contrapposizione tra la meraviglia artistica della nostra capitale e la futilità delle persone che ci vivono non è buona, di più. Ad essere problematico è però a mio avviso il suo sviluppo: troppi passaggi senza senso messi lì solo per "fare intellettuale", troppe sottotrame fini a se stesse e che non portano da nessuna parte, sequenze troppo lunghe (tipo quella della festa iniziale), ed una trama principale un po' confusionaria e sconclusionata. Capisco che probabilmente il film voleva rappresentare all'estremo "vuoto" su cui Flaubert voleva scrivere un romanzo, e l'insensatezza della mondanità, ma sinceramente questa esagerazione più che affascinarmi mi ha dato un po' di fastidio, e avrei preferito una storia di fondo anche più intricata, ma meno scollata e soprattutto sviluppata in maniera più efficace.
La seconda ragione per cui il film mi è piaciuto a metà è invece la sua eccessiva "freddezza" . Personalmente ho trovato La Grande Bellezza per molta della sua durata poco emozionante, molte parti non mi hanno detto proprio nulla, seppur qualche momento anche intenso è presente, come il bellissimo finale; anche col protagonista è inoltre difficile empatizzare, Servillo è senza dubbio stato bravo ma il suo personaggio non era scritto un granché bene. L'unica cosa veramente emozionante lungo tutta la pellicola è lo sfondo, Roma è innegabilmente meravigliosa, ed è pure valorizzata da una fotografia più che ottima, tra l'altro; qui torniamo tuttavia al problema precedente, perché anche film striminziti nella storia e che puntano tutto sull'esperienza visiva (per fare un esempio recente che ho apprezzato moltissimo, Gravity) sono sviluppati meglio di questo a livello di trama, e di conseguenza esso ne perde molto.
Nonostante queste caratteristiche, comunque, in fin dei conti La Grande Bellezza mi è piaciuto: come già detto il punto di partenza è buono, alcune parti come il finale sono buonissime, e poi appunto c'è il bellissimo fondale su cui si svolge l'azione. Mi dispiace solo che, viste queste caratteristiche, se si fosse affrontato il tutto con un piglio meno "intellettualoide" e più oculato, credo che sarebbe stato un capolavoro immortale anche per il mio giudizio, invece di essere un film che, volendo proprio dargli un voto, girerebbe intorno ai sette decimi. La Grande Bellezza è un bel film, insomma, ma di film "intelligenti" ce ne sono tanti migliori e di molto: questa la mia opinione.
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