Qualche settimana fa, ho letto tutti e tre i libri di Hunger Games, uno di fila all'altro; invece di fare il solito articolo su un libro solo, stavolta ho quindi deciso di farne solo uno per tutti e tre.
Glisserò sulla trama, a differenza delle altre volte: analizzando una saga comunque non breve e piena di particolari, la sintesi verrebbe troppo lunga (ci ho provato, ed è effettivamente così). Qualche accenno sull'ambientazione però ci vuole: la trilogia è ambientata in un futuro post apocalittico dove gli Stati Uniti sono stati sostituiti dalla nazione di Panem, che è divisa nei suoi dodici settori ed ha come governante la centrale Capital City; quest'ultima organizza anche gli Hunger Games, reality show che ricordano la profonda sconfitta dei settori contro di essa e servono a catalizzare l'attenzione, distraendo la gente dalla povertà e dalla mancanza di libertà. Gli Hunger Games funzionano così: ogni settore fornisce due persone, i "tributi", per i giochi (la protagonista, Katniss Everdeen, è proprio un tributo del settore 12), i quali poi nell'arena in cui il tutto si svolge si uccideranno a vicenda, finché non ne rimarrà uno solo. L'ambientazione è insomma suggestiva e particolare, di fantascienza distopica, qualcosa perciò di molto in linea con i miei gusti, come potete ben capire.
Il particolare che più salta agli occhi dei romanzi, è però lo stile della Collins. Tutti e tre i libri sono infatti narrati in prima persona da Katniss, per giunta al tempo presente ("io faccio questo", per intenderci), il che all'inizio mi ha un po' spiazzato; una volta fattoci il callo, però, i libri scorrono molto velocemente, visto che sono comunque scritti con uno stile basilare, leggibile da chiunque. Questo stile è messo al servizio di una trama, ben congegnata e con poche contraddizioni logiche, il cui punto di forza è il suo essere apparentemente semplice ma in realtà molto dettagliata, oltre che realistica: ecco quindi che la protagonista negli Hunger Games non deve solo combattere con gli altri, ma è importante anche l'approvvigionamento di cibo e di acqua. Dall'altra parte, la saga ha anche qualche difetto: forse la Collins è un po' ingenua in certi frangenti, e forse nel terzo libro (che nonostante ciò è il mio preferito dei tre) a volte sembra pure un po' frettolosa, ansiosa di terminare; tutto ciò a mio avviso non compromette tuttavia il valore dell'opera, non troppo, almeno.
La trilogia di Hunger Games non è un capolavoro della letteratura, o qualcosa di memorabile, insomma; è però una buona e veloce lettura di fantascienza, ambientata in un mondo affascinante e che risulta non solo interessante ma anche lontano cento miglia dagli altri "casi letterari per ragazzi" che a volte gli vengono accostati (niente a che vedere con Twilight, insomma). Se volete una lettura sci-fi godibile, senza alti contenuti letterari, insomma essa fa proprio al caso vostro!
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