A questo proposito, mi vengono in mente alcune riflessioni. In primis: non credo siano condannabili i giornali che postano certe pubblicità; una redazione è infatti composta di persone che vanno pagate, e i costi sono altissimi. Non è possibile mandare avanti un giornale solo con i costi di acquisto, a meno di non alzare il prezzo di copertina a tal punto che nessuno comprerebbe più; per questo, si sottoscrivono contratti pubblicitari, coi quali il giornale vende letteralmente una pagina ad un'industria in cambio di denaro da utilizzare per andare avanti con la pubblicazione. In quest'ottica, quindi, non sono i giornali i colpevoli, se l'industria sceglie un metodo poco dignitoso nei confronti del corpo femminili per pubblicizzarsi, ma di quest'ultima. Tuttavia, ribaltando l'ottica, penso che non possa essere Striscia la Notizia a denunciare questo messaggio, e la ragione è semplice: anche le sue veline sono in effetti mezzi per invogliare a guardare il programma, non molto diversi delle pubblicità delle industrie. Ad essere ipocrita quindi non è il giornalismo, ma lo stesso programma. In conclusione quindi, a mio avviso entrambe le parti sbagliano, ma è il programma di Antonio Ricci a sbagliare peggio, sempre secondo la mia modesta opinione
sabato 30 aprile 2011
Una battaglia di attualità
Partiamo da una premessa: nella mia famiglia, la sera, la tv è sempre accesa. Nel dopocena, si guarda Striscia la Notizia, e per questo ho potuto, mio malgrado, guardare il programma di Antonio Ricci. Al di là di qualche utile inchiesta, e di tante rubriche sostanzialmente inutili e non interessanti, soprattutto una cosa mi ha colpito: la risposta dura e direi quasi verbalmente violenta di questo programma alle critiche. In particolare, ho notato una certa sensibilità sull'argomento della dignità femminile. Ci sono molti giornali che attaccano infatti il programma per il fatto che le veline, ossia le ballerine di Striscia la Notizia, siano nei fatti dei corpi femminili e basta, e offendano quindi la dignità della donna in quanto tale; di conseguenza, il programma attacca tali giornali, accusandoli di ipocrisia per il fatto che essi presentino pubblicità con corpi femminili.
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