Intanto che la riscrittura dei due miei racconti procede a rilento, colpa un po' del caldo, un po' delle tante altre cose che ho per la testa (ma uno di essi ormai è quasi completo), per ingannare l'attesa posto una poesia (o un abominio/cagata pazzesca, se volete :D) da me composta oggi, e che tratta sempre della mancanza di sonno, resa ancora più ardua dalle "condizioni termiche" di questa estate. Non è proprio granché, ma spero che sia di gradimento.
Fuoco e ghiaccio
Nella grande buia camera
Disteso sul mio letto
Aspetto di dormir
Immerso nei miei pensieri
Ma il caldo è soffocante
Persin il respirare è
Quasi doloroso
E mi sento come se fossi
Avvolto da lingue
Di fuoco invisibile
Ma che infiammano
Fino all'intimo del cuore,
E non certo metaforicamente
Ma semmai usassi
Il ventilatore, unico sollievo
Dall'afa della cappa scura
Il tormento non sarebbe
Certo inferiore, vista
L'aria che emana, che
Riesce a freddarmi tanto
Quanto fosse ghiaccio,
Sino al centro delle mie ossa.
E non mi resta che subire
Le fiamme che mi consumano
E il gelo che mi divora
Mentre il sonno mai arriva.
Essenziale, diretta....sensazioni condivise,purtroppo, espresse con una semplice sofferenza che comprendo bene....
RispondiEliminaBella amore, a me piace molto.
Grazie, piccola... per me è sempre importante il tuo giudizio
RispondiEliminaMa il ventilatore di che marca è? Diffidate dalle imitazioni.
RispondiEliminasecondo me è colpa della vortice
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