Dopo le due poesie sull'insonnia che ho postato sul blog oltre un anno fa, eccomi qui con una terza poesia sull'argomento, che ho scritto molto di recente, in seguito al ripresentarsi, seppure in forma diversa, della mancanza di sonno. Se prima non riuscivo talvolta a prender sonno perché nel mio appartamento di allora era troppo caldo, stavolta sono affetto da una forma patologica di insonnia, che non mi consente di riposare a sufficenza mai, ed è quindi decisamente più grave. Sarò fissato, visto l'ultimo racconto ed ora questa? Certo, ma mi chiedo come potrebbe essere altrimenti, visto l'importanza di quello che mi succede. Ad ogni modo, spero che la poesia sia di vostro gradimento, anche se dubito di riuscire a scrivere cose ancora decenti.
Insonnia III
Coricato ancor sul giaciglio
Osservo l'orologio
Con sempre più scoramento
Nella mia anima.
Ancora una volta troppo
Breve è stato il mio sonno
Come già da mesi ad ora.
E pur essendo distrutto nel fisico
E nello spirito, ancor resto ore,
Ed ore a girar nel letto, tentando
Disperato, di dormire almeno
Un solo attimo, ma invano.
Così, giorno dopo giorno,
La mia vita si consuma
Ancor più, e sempre più
Tutto il mondo diviene
Vuoto e senza senso
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