Terremoto
Sembrava una notte come tante
Quella di ieri
La gente dormiva placida e ingenua
E le stelle splendevano tranquille.
Ma
Può non essere sempre benevola
E in modo imprevedibile
Senza alcun motivo
Si scagliò con violenza sull’Abruzzo centrale
Le porte dell’inferno allora si aprirono
Scuotendo la terra.
E, come animate da terribili demoni
Molte abitazioni, che fino ad allora
Erano luoghi protettivi,
Si rivoltarono contro i loro abitanti
Seppellendoli.
Solo alla mattina
La tragedia venne rivelata:
Cumuli di macerie ovunque
E altre strutture talmente lese
Che lo sarebbero diventate a breve
E i superstiti, ormai senza casa
Vagava per le strade
Senza meta, con solo negli occhi
L’orrore
Ai miei occhi
E non solo ai miei
Una tragedia terribile.
Per questo sarebbe meglio
Ricordare le vittime
Che siano morti,
O sepolti vivi
O abbiano perso la casa
Bisogna aiutarli
Per quanto possibile
Perché tutto ciò poteva capitare
A ciascuno di noi…
Sante parole provenienti da una splendida poesia.
RispondiEliminaPartendo innanzitutto dal fatto che una poesia non è fatta da parole che vanno a capo senza un senso (per usare un eufemismo) ma sinceramente: questa è una poesia o una specie di articolo/schifezza con la libertà di licenza poetica (???) nella frase "E i superstiti, ormai senza casa vagava per le strade"?????????????
RispondiEliminaMa dico io... questa "poesia" l'avrebbe scritta anche un bambino di 4 anni. Non c'è poesia, non c'è ricerca, non c'è licenza poetica, non c'è il minimo piacere nella lettura di una cosa così abominevole.
Ah, sono abruzzese. Mi dispiace, ma cambia hobby perchè questo non fa proprio al caso tuo.....
E' una cagata pazzesca (cit.)
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